ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00369

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 352 del 14/07/2010
Firmatari
Primo firmatario: DI CENTA MANUELA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 14/07/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CONTENTO MANLIO POPOLO DELLA LIBERTA' 14/07/2010
GOTTARDO ISIDORO POPOLO DELLA LIBERTA' 14/07/2010
COMPAGNON ANGELO UNIONE DI CENTRO 14/07/2010
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 14/07/2010
FOLLEGOT FULVIO LEGA NORD PADANIA 14/07/2010
MARAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 14/07/2010
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI 20/10/2010
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO 20/10/2010
CAPITANIO SANTOLINI LUISA UNIONE DI CENTRO 20/10/2010


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Stato iter:
20/10/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 23/09/2010
DI CENTA MANUELA POPOLO DELLA LIBERTA'
 
INTERVENTO GOVERNO 23/09/2010
VICECONTE GUIDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
DICHIARAZIONE VOTO 20/10/2010
STRIZZOLO IVANO PARTITO DEMOCRATICO
ZAZZERA PIERFELICE ITALIA DEI VALORI
CAPITANIO SANTOLINI LUISA UNIONE DI CENTRO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 20/10/2010
DI CENTA MANUELA POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/09/2010

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 23/09/2010

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 20/10/2010

DISCUSSIONE IL 20/10/2010

APPROVATO IL 20/10/2010

CONCLUSO IL 20/10/2010

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00369
presentata da
MANUELA DI CENTA
mercoledì 14 luglio 2010, seduta n.352

La VII Commissione,
premesso che:
a Timau, paese della Carnia, ultimo prima del confine austriaco, c'è un singolare monumento, inaugurato nel 1992 e intitolato a Maria Plozner Mentil e alle portatrici carniche, significativo riconoscimento voluto dalle popolazioni e dalle associazioni combattentistiche a ricordo della loro eccezionale impresa. La sua realizzazione, ad opera del professor Antonio Tinaglia di Udine, vincitore di un concorso pubblicato dal comune di Paluzza, è stata promossa per mantenere vivo il patrimonio storico-morale legato alla vicenda di queste donne;
la straordinaria pagina di storia delle Portatrici carniche, scritta tra l'agosto del 1915 e l'ottobre del 1917, è unica nella storia dei conflitti armati;
la Zona Carnia, ove erano dislocati 31 battaglioni, aveva un'importanza strategica nel quadro generale del fronte, in quanto rappresentava l'anello di congiunzione tra le armate schierate in Cadore sulla sinistra, e quelle delle prealpi Giulie e Carso sulla destra. Costituiva quindi un'importante difesa delle maggiori direttrici di movimento del nemico: quelle del Passo di Monte Croce Carnico e del Fella;
le Portatrici di Paluzza operarono nel Sottosettore Alto But, ed anche nel Sottosettore Val Chiarsò, fino a ridosso della linea del fronte che si estendeva dal Monte Coglians (metri 2780), Cresta Collinetta (metri 2188), Passo di Monte Croce Carnico (metri 1360), Pal Piccolo (metri 1866), Freikofel (metri 1757), Pal Grande (metri 1809), Pizzo di Timau (metri 2117). Questa linea difensiva era servita dai battaglioni alpini locali di Tolmezzo e Val Tagliamento;
la forza media presente nella zona si aggirava intorno ai 10-12 mila uomini;
i soldati, per vivere e combattere nelle migliori condizioni di efficienza materiale e morale, avevano bisogno giornalmente di vettovaglie, munizioni, medicinali e materiali per rinforzare le postazioni, e di attrezzi vari;
i magazzini e i depositi militari, dislocati nel fondovalle, non avevano collegamenti con la linea del fronte, non essendovi rotabili che consentissero il transito di automezzi o di carri a traino animale e poiché la guerra si faceva sulle montagne, i rifornimenti ai reparti schierati dovevano essere portati a spalla;
la situazione venutasi a creare con i feroci combattimenti non permetteva che venissero sottratti soldati dalle linee per adibirli a questo servizio. Quindi il Comando logistico della zona e quello del genio dovettero rivolgersi alla popolazione;
ma gli uomini validi erano tutti alle armi, nelle case solo donne, anziani e bambini. Le donne di Paluzza avvertirono la gravità della situazione e aderirono subito all'invito drammatico di mettersi a disposizione dei comandi militari per trasportare a spalla quanto occorreva agli uomini della prima linea;
furono dotate di un apposito bracciale rosso con stampato il numero del reparto da cui dipendevano. Il carico dei rifornimenti da portare alle prime linee si aggirava sui 30-40 chilogrammi e anche più. La loro età variava da quindici a sessant'anni, e, nelle emergenze, venivano affiancate anche da vecchi e bambini. Se necessario, venivano chiamate ad ogni ora del giorno e della notte. Ricevettero il compenso di una lira e cinquanta centesimi a viaggio;
queste donne avevano ereditato dal loro passato la fatica. Abituate da secoli per l'estrema povertà di queste zone a indossare la «gerla» di casa, divenuta il simbolo della donna carnica, ora la mettevano sulle spalle al servizio del Paese in guerra. Fino ad allora, l'avevano caricata di granturco, fieno, legna, patate e di tutto ciò che poteva servire alla casa e alla stalla. Ora invece la gerla era carica di granate, cartucce, viveri e altro materiale;
venne costituito un vero e proprio corpo di ausiliarie formato da donne più o meno giovani, della forza pari a quella di un battaglione di circa 1000 soldati;
con disciplina militare (pur non essendo state militarizzate), partivano a gruppi di 15, 20 senza guide, imponendosi una tabella di marcia. Percorso il fondovalle con la gerla carica, «attaccavano» la montagna dirigendosi a raggiera verso la linea del fronte. I dislivelli da superare andavano da 600 a i 200 metri, quindi sostenevano due o quattro ore di marcia in ripida salita;
arrivavano a destinazione col cuore in gola, stremate dalla fatica disumana che diventava ancor più pesante d'inverno, quando affondavano nella neve fino alle ginocchia. Scaricavano il materiale per poi tornare a casa, dove c'erano ad aspettarle i bambini, i vecchi, la cura della casa e della stalla;
all'alba del giorno dopo si ricominciava con un nuovo «viaggio»;
qualche volta, al ritorno, veniva chiesto alle portatrici di trasportare a valle, in barella, i militari feriti o quelli caduti in combattimento;
i feriti erano poi avviati agli ospedali da campo, i morti venivano seppelliti nel cimitero di guerra di Timau, dopo che le stesse Portatrici avevano scavato la fossa;
tre di loro furono ferite, Maria Muser Olivotto, Maria Silverio Matiz di Timau e Rosalia Primus di Cleulis, mentre Maria Plozner Mentil fu invece colpita a morte;
«Anima» e guida trascinatrice delle Portatrici, Maria Plozner viene ricordata come una donna eccezionale, benvoluta per la bontà d'animo e lo spirito d'altruismo. Sempre in prima fila in ogni circostanza. Durante i bombardamenti delle artiglierie austriache e quando fischiavano le pallottole, infondeva coraggio alle compagne impaurite e smarrite;
era mamma di quattro figli in tenera età, e sposa di un combattente sul fronte del Carso. Il 15 febbraio venne colpita a morte da un cecchino austriaco, appostato a circa 300 metri, a Malpasso di Pramosio, sopra Timau, mentre assieme alla sua inseparabile amica Rosalia di Cleulis si concedeva un piccolo riposo dopo aver scaricato dalla gerla un pesante carico di munizioni;
aveva solo 32 anni e spirò la stessa notte nell'ospedale da campo di Paluzza, assistita da uno zio;
ebbe un funerale con gli onori militari, alla presenza di tutte le portatrici, e fu seppellita a Paluzza. Il 3 giugno del 1934 la sua salma fu traslata solennemente al cimitero di guerra di Timau, da dove nel 1937 venne definitivamente trasferita al locale Tempio Ossario, vicino ai resti di 1763 caduti sul fronte sovrastante;
nel 1997, il Presidente della Repubblica italiana le conferiva «motu proprio» la medaglia d'oro al valor militare alla memoria, quale eroina e quale ideale rappresentante di tutte le Portatrici;
con legge dello Stato del 1969 veniva conferita l'onorificenza del «Cavalierato di Vittorio Veneto» a tutte le Portatrici, senza distinzione delle zone in cui avevano prestato servizio durante il conflitto;
l'eroismo delle Portatrici Carniche è stato «raccontato» nell'ambito di un Convegno sulla Grande Guerra ospitato dalla Camera dei deputati nell'ottobre del 2008, suscitando una grande commozione in tutti i presenti, primo tra tutti il nostro attuale Presidente della Repubblica;
si ritiene che il monumento alle Portatrici Carniche sia rappresentativo di grande valore e significato per tutto il nostro Paese e meritevole quindi di essere riconosciuto «Monumento nazionale»,
impegna il Governo:
a dichiarare il Monumento alle Portatrici Carniche sito a Timau, comune di Paluzza, Provincia di Udine, monumento nazionale ai sensi di quanto disposto dal decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, come da ultimo modificato con decreto legislativo n. 62 del 2008, recante il «Codice dei beni culturali e del paesaggio».
(7-00369)
«Di Centa, Contento, Gottardo, Compagnon, Fedriga, Follegot, Maran, Zazzera, Strizzolo, Capitanio Santolini».
Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

PALUZZA, UDINE - Prov, FRIULI-VENEZIA GIULIA

EUROVOC :

capo di Stato

esercito

monumento

patrimonio architettonico