ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00346

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 336 del 14/06/2010
Abbinamenti
Atto 7/00328 abbinato in data 16/06/2010
Atto 7/00333 abbinato in data 16/06/2010
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00077
Firmatari
Primo firmatario: EVANGELISTI FABIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 14/06/2010


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
16/06/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 16/06/2010
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 16/06/2010
MANTICA ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/06/2010
EVANGELISTI FABIO ITALIA DEI VALORI
FARINA RENATO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/06/2010

DISCUSSIONE IL 16/06/2010

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 16/06/2010

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 16/06/2010

CONCLUSO IL 16/06/2010

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00346
presentata da
FABIO EVANGELISTI
lunedì 14 giugno 2010, seduta n.336

La III Commissione,


premesso che:


nel corso dell'ultimo decennio si sono prodotti notevoli cambiamenti negli scenari dell'economia mondiale. Infatti, secondo autorevoli esponenti della comunità accademica e importanti istituzioni internazionali come le Nazioni Unite o la Banca mondiale, alcune tra le più rilevanti trasformazioni si sono registrate nel campo della finanza e della distribuzione del reddito;


il pressoché completo abbattimento dei vincoli alla libera circolazione internazionale dei capitali ha fortemente ristretto i gradi di libertà delle politiche economiche nazionali e la combinazione tra instabilità finanziaria e impotenza della politica economica ha notevolmente contribuito alla inquietante divaricazione dei redditi verificatasi, durante gli anni '90, sia tra i Paesi che all'interno dei singoli Paesi;


il succedersi continuo di crisi valutarie in Europa, in Russia, nel Sud Est asiatico e in America latina, non ultima quella che si sta attraversando, l'assenza di basi oggettive in grado di spiegare gli enormi, repentini afflussi e deflussi di capitale che spesso attraversano i Paesi meno sviluppati, l'irrazionale euforia che ha guidato l'ascesa e il declino dell'economia americana e gli squilibri di bilancia dei pagamenti ad essa associati, questi e molti altri eventi hanno sollevato fortissimi dubbi sulle proprietà taumaturgiche del libero mercato, in particolare del mercato finanziario;


l'impatto che in particolar modo potrebbe avere la recente crisi a livello globale sulle già precarie e fragili economie dei Paesi in via di sviluppo e del Terzo mondo (con riguardo soprattutto ai fondi destinati agli aiuti pubblici allo sviluppo) rischia naturalmente di avere ben più gravi conseguenze di quelle che patiscono le società occidentali;


gran parte della comunità accademica sembra ormai aver fatto propria una famosa affermazione del premio Nobel per l'economia Joseph Stiglitz, secondo il quale il sostegno politico degli ultimi vent'anni alla deregolamentazione finanziaria è stato «fondato più su un legame ideologico nei confronti di una concezione idealizzata dei mercati che sull'analisi dei fatti o della teoria economica». La medesima concezione idealizzata dei mercati ha spesso indotto a trascurare le straordinarie divaricazioni dei redditi associate al dilagare dei fenomeni di instabilità valutaria e finanziaria;


la rinnovata presa di coscienza nei confronti della strutturale instabilità dei mercati monetari e finanziari e dei danni che essa è in grado di provocare ha riaperto il dibattito sulla necessità di attribuire alla politica rinnovati strumenti di controllo e di governo delle dinamiche economiche;


un primo passo nella direzione del necessario cambiamento di rotta sopra evocato è stato da tempo individuato in una proposta, avanzata per la prima volta nel 1972 dal premio Nobel per l'economia James Tobin, basata sulla istituzione di un'imposta sulle transazioni valutarie, la cosiddetta «Tobin tax» che ha raccolto negli ultimi anni il consenso di gruppi, movimenti politici, Parlamento e Governi sempre più numerosi e significativi e una straordinaria convergenza a sostegno della stessa da parte di economisti di diversa provenienza culturale e politica;


si tratta di una tassa sulle transazioni valutarie e finanziarie che appare essere in grado di contribuire contemporaneamente alla riduzione dell'instabilità sui mercati finanziari, all'aumento dei margini di manovra delle autorità di politica economica nazionale e all'intervento redistributivo per rimediare, almeno in parte, alle sperequazioni dei redditi verificatesi nel corso di questi anni;


si parla dunque di un'imposta proporzionale al valore di ogni transazione valutaria effettuata, ed è pagata in egual misura da entrambe le parti del contratto. Questo significa, ad esempio, che a fronte di una conversione di un milione di euro in dollari, un'imposta dello 0,1 per cento (ma potrebbe ovviamente essere anche di entità minore) imporrebbe a ognuno dei contraenti di versare al fisco 1.000 euro, o il loro equivalente in dollari;


sul piano politico, l'istituzione della «Tobin tax» potrebbe simbolicamente rappresentare una netta inversione di tendenza rispetto alle scelte di deregolamentazione dell'ultimo ventennio, uno strumento semplice, dunque, per il perseguimento di molti obiettivi complessi, sia operativi sia politici, non ultimo quello di contribuire a determinare risorse addizionali per il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del millennio e per far fronte ai danni sociali causati dalla crisi attuale soprattutto rispetto all'erogazione dell'aiuto allo sviluppo dei Paesi più poveri,

impegna il Governo:

a sostenere con forza, soprattutto in occasione del G20 di fine giugno 2010, che si terrà a Toronto, l'introduzione di un'imposta sulle transazioni finanziarie finalizzata al sostegno delle politiche di cooperazione allo sviluppo in collaborazione con tutte le istituzioni internazionali che già si sono espresse favorevolmente su tale ipotesi,


a monitorare e verificare che una significativa percentuale di tale tassazione venga effettivamente impiegata per il raggiungimento degli Obiettivi del millennio che vedono proprio il nostro Paese essere in grave ritardo rispetto alle scadenze prefissate, ovvero dello 0,51 per cento entro il 2010, già disatteso, e dello 0,7 per cento entro il 2015;


a relazionare compiutamente e periodicamente al Parlamento circa i risultati derivanti dalle decisioni che verranno conseguentemente adottate dagli organismi internazionali.


(7-00346) «Evangelisti».
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

aiuto allo sviluppo

aiuto di Stato

libera circolazione dei capitali

liberalizzazione del mercato

mercato finanziario

organizzazione internazionale

paese meno sviluppato

politica di cooperazione

politica di sviluppo

politica economica

recessione economica