ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00044

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 55 del 25/09/2008
Abbinamenti
Atto 7/00041 abbinato in data 08/10/2008
Atto 7/00043 abbinato in data 08/10/2008
Firmatari
Primo firmatario: CAZZOLA GIULIANO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 25/09/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PELINO PAOLA POPOLO DELLA LIBERTA' 25/09/2008
BALDELLI SIMONE POPOLO DELLA LIBERTA' 29/10/2008
DI BIAGIO ALDO POPOLO DELLA LIBERTA' 29/10/2008
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 29/10/2008
FOTI ANTONINO POPOLO DELLA LIBERTA' 29/10/2008


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
29/10/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 08/10/2008
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 29/10/2008
VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 29/10/2008
VIESPOLI PASQUALE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/10/2008
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
CAZZOLA GIULIANO POPOLO DELLA LIBERTA'
SANTAGATA GIULIO PARTITO DEMOCRATICO
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO
MIGLIOLI IVANO PARTITO DEMOCRATICO
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/10/2008

DISCUSSIONE IL 08/10/2008

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/10/2008

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 29/10/2008

ACCOLTO IL 29/10/2008

PARERE GOVERNO IL 29/10/2008

DISCUSSIONE IL 29/10/2008

APPROVATO IL 29/10/2008

CONCLUSO IL 29/10/2008

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00044
presentata da
GIULIANO CAZZOLA
giovedì 25 settembre 2008, seduta n.055

La XI Commissione,
premesso che:
è venuto a scadenza il termine per avvalersi delle procedure, introdotte con la Finanziaria 2007, per la stabilizzazione e la conversione in lavoro dipendente a progetto non conformi alle disposizioni di legge;
tale termine, già prorogato una prima volta durante il 2007 era stato poi esteso (dall'aprile dello scorso anno al 30 settembre) con il decreto-legge n. 248 del 2007 (detto «milleproroghe») quasi in concomitanza con l'emanazione, da parte dell'allora Ministro del lavoro, della Circolare n. 8/2008 che preannunciava - mediante l'avvio di una massiccia e drastica campagna ispettiva - un intervento rigoroso sulle collaborazioni coordinate e continuative;
in particolare non sfuggiva, già allora, la correlazione fra i due provvedimenti. Le linee guida indirizzate agli organi ispettivi contenute nella circolare citata sul lavoro a progetto e l'iniziativa contenuta nel decreto «milleproroghe» furono espressione coerente di una intera stagione legislativa caratterizzata da una sequenza di annunci a effetto, poi ridimensionati, nei fatti, dai comportamenti pratici. Prima, appunto, la minaccia di sanzioni pesanti quanto rigorose. Poi lo spiraglio di un percorso graduale di regolarizzazione, realizzabile previo accordo con i sindacati. Con l'approssimarsi dei termini ultimi concessi dal decreto «milleproroghe» si sono poi via via alimentati i richiami rivolte alle imprese - tutte, quindi anche quelle in linea con le indicazioni normative e ministeriali - ad affrettarsi a stabilizzare i contratti con i collaboratori a progetto;
richiami provenienti non solo dalle organizzazioni sindacali, che sin dalla proroga dei termini hanno drasticamente prospettato alle imprese - indipendentemente dall'indagine di merito sulla genuinità dei contratti - l'alternativa fra conversione dei contratti e pesanti sanzioni; ma altresì - a stretto giro - da parte degli organi ispettivi particolarmente impegnati ad intraprendere accertamenti (in molti casi rimasti sospesi o comunque non portati a termine in tempi ragionevoli) ed a notificare verbali prima della scadenza ultima fissata dal decreto «milleproroghe»;
a subire gli effetti di tale linea di condotta sono stati, in primo luogo, i gruppi imprenditoriali più grossi. Ne sono un esempio le imprese del settore dei call center, che sono state costrette alla conversione in lavoro dipendente di tutte le collaborazioni a progetto: ciò, peraltro, anche quando i datori di lavoro si erano attenuti alla legge ed alle istruzioni operative che lo stesso ministro Damiano aveva diramato con la circolare del 2006 in materia di operatori out-bound;
gli stessi lavoratori coinvolti nei processi di stabilizzazione, a ben vedere, sono risultati in gran parte penalizzati. Molti di loro, pur se da tempo presenti in azienda, si sono visti convertire, tramite l'accordo sindacale, il contratto a progetto in un semplice apprendistato oppure in contratti di lavoro a tempo parziale a 20/25 ore settimanali - talvolta con avvicendamenti di orari lavorativi particolarmente scomodi per gli stessi lavoratori - e, in taluni casi, persino in forme di lavoro intermittente o in contratti di inserimento;
lo stesso Ministero del lavoro, con una nota del 2007, ha riconosciuto come molti di questi accordi sindacali di stabilizzazione avessero in realtà dilatato i tempi della regolarizzazione oltre i limiti di legge consentendo addirittura, in taluni casi, la pacifica prosecuzione nella modalità a progetto di prestazioni in-bound che pure avrebbero dovuto essere ritenute di lavoro dipendente;
vi sono stati sicuramente dei vantaggi per quei datori di lavoro, e non sono certo pochi, che per lungo tempo hanno invece fatto un utilizzo abusivo delle collaborazioni a progetto. Datori che hanno sfruttato i lavoratori e danneggiato le imprese concorrenti, ma che - anche a seguito di accertamenti degli organi ispettivi - hanno potuto ripiegare, con l'accordo sindacale, aderendo alla sanatoria, con tanto di incentivo contributivo coperto da chi le leggi le ha invece rispettate;
nel bilancio va infine considerata l'incidenza, sul già pesante e lento contenzioso dei nostri organi di giustizia, che deriverà dai verbali sbrigativamente notificati dagli organi ispettivi alle imprese che avevano fatto un corretto ricorso alle collaborazioni a progetto e che pertanto si troveranno costrette ad adire gli organi competenti per potersi difendere;
la lotta alle collaborazioni coordinate e continuative illegittime non può essere efficacemente attuata rivolgendosi, indiscriminatamente e senza affrontare il merito, a tutte le imprese che utilizzano tale forma di rapporto di lavoro prevista dall'ordinamento. Né - come hanno fatto le ultime circolari del precedente Governo - si possono penalizzare specifiche attività produttive inserendo, in maniera non certo coerente con la legge, una presunzione di illegittimità tout court per le collaborazioni a progetto di quei settori,
impegna il Governo:
alla puntuale applicazione della legge n. 30 del 2003, tenendo presente che nessuna attività lavorativa è di per sé inidonea a essere configurata come collaborazione e distinguendo fra chi applica in modo rigoroso la legge e chi pone in essere comportamenti elusivi;
a dare certezza ai rapporti di lavoro, tramite le procedure di certificazione dei contratti, a garanzia non solo delle imprese, ma soprattutto dei lavoratori, che possono testare, tramite questo strumento, la serietà dei loro datori di lavoro e l'effettivo rispetto, nei loro riguardi, della legge.
(7-00044) «Cazzola, Pelino, Baldelli, Di Biagio, Fedriga, Antonino Foti».
Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

DECRETO LEGGE 2007 0248

EUROVOC :

applicazione della legge

concorrenza

contratto

contratto di lavoro

datore di lavoro

disputa commerciale

impresa

lavoro a tempo parziale

liberta' di religione

sindacato