DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/10/2008
DISCUSSIONE IL 08/10/2008
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 08/10/2008
DISCUSSIONE IL 29/10/2008
ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 29/10/2008
ACCOLTO IL 29/10/2008
PARERE GOVERNO IL 29/10/2008
APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 29/10/2008
CONCLUSO IL 29/10/2008
Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00043
presentata da
TERESIO DELFINO
giovedì 25 settembre 2008, seduta n.055
La XI Commissione,
premesso che:
per contrastare il ricorso al lavoro precario e irregolare, la circolare del Ministero del lavoro Damiano n. 17 del 2006 del giugno del 2006, precisando i requisiti essenziali per i co.co.co. impiegati in attività in bound nei call center, aveva consentito la stabilizzazione di circa 24 mila addetti, trasformandone i contratti in rapporti di lavoro subordinato a tempo indeterminato;
con una successiva circolare, la n. 8 del 2008 del 31 marzo 2008, lo stesso Ministro ha precisato i requisiti e le condizioni di un'eventuale stabilizzazione degli outbound quegli operatori, cioè, che svolgono per conto terzi vendite per telefono o effettuano ricerche di mercato, chi cioè in un call center svolge un lavoro attivo, non di rimessa;
secondo il ministero, tuttavia, «l'esperienza ispettiva ha frequentemente evidenziato l'assenza degli elementi che contraddistinguono una prestazione genuinamente autonoma per le attività out bound» e dunque «la prestazione non può essere qualificata autonoma qualora si riscontri anche una sola delle seguenti criticità»: a) il progetto non individui la specifica campagna; b) la prestazione includa, anche parzialmente, attività in bound; c) non ci sia possibilità per l'operatore di gestire quantità e collocazione temporale della prestazione; d) le concrete modalità di effettuazione della prestazione siano vincolate all'utilizzo di sistemi informatici che non consentono l'autodeterminazione dei ritmi lavorativi; e) la postazione non sia dotata del break per interrompere la prestazione; f) il committente eserciti un potere direttivo o disciplinare nei confronti dell'operatore; «ove ci sia una o più di tali modalità di svolgimento, il rapporto va sempre e comunque ricondotto nell'ambito della subordinazione»;
nonostante la non contrarietà di sindacati e imprese all'azione di stabilizzazione, i circa 30 mila precari dei call center restano, tuttora, in attesa di una regolarizzazione;
secondo la SLC-CGIL «si sono bloccate le ispezioni nelle aziende e i grandi committenti, imprese di telecomunicazione, televisive, multi-utility e via di seguito, dopo aver alzato i prezzi delle commesse adeguandoli al nuovo costo del lavoro, hanno ricominciato con le gare a ribasso. Inoltre il tavolo presso il Ministero del lavoro con le parti sociali, che avrebbe dovuto riunirsi a cadenze fisse, non si è mai riunito»;
nelle gare a ribasso il costo del lavoro è quello che subisce le maggiori contrazioni e quindi si tende a risparmiare su tale costo;
la circolare, non essendo stata ritirata o modificata, risulta tuttora in vigore e quindi le imprese che non vi si adeguano rischiano sanzioni;
ad aggravare la situazione dei 30 mila lavoratori si è aggiunta una decisione del Garante della privacy che ha messo ulteriori e rigidi paletti alle attività di telemarketing;
secondo la normativa vigente, infatti, tutti i data base (compresi gli elenchi telefonici) antecedenti all'agosto del 2005 possono essere usati a scopi di telemarketing a patto che gli utenti siano stati informati entro il 2005, in un regime di silenzio-assenso in cui il cittadino per non essere preso di mira dalle telefonate doveva farne espressa richiesta. Dal 2005 è, invece, necessario il consenso scritto;
il provvedimento, che ha colpito tre aziende specializzate nella vendita di dati a fini di telemarketing (Ammiro Partners, Consodata e Telextra) colpevoli di aver commercializzato numeri di telefono senza il consenso dei titolari, potrebbe portare alla chiusura delle stesse aziende e la perdita di lavoro per la maggior parte degli addetti a prescindere quindi da ogni sviluppo riguardante la loro regolarizzazione;
la stabilizzazione dei lavoratori precari è una problematica che investe non solo il settore in oggetto, in quanto la diffusione delle collaborazioni coordinate e continuative, molto spesso utilizzate in modo illegittimo ed indiscriminato, è un fenomeno che tocca tutti i settori produttivi per gli indubbi vantaggi economici che produce in capo ai datori di lavoro,
impegna il Governo:
a rilanciare al più presto il metodo della concertazione con le parti sociali per affrontare compiutamente la normativa vigente e gli accordi sindacali intervenuti per la stabilizzazione;
a sollecitare un impegno formale da parte dei committenti affinché sia bandita la pratica delle gare al massimo ribasso ed in ogni caso ad assegnare attività solo a chi ha lavoratori subordinati e rispetta le norme del CCNL e della legge n.626 del 1994 (legge sulla salute e sicurezza);
a prevedere idonee soluzioni che consentano alle aziende che operano nel settore di poter svolgere la loro attività nel rispetto delle direttive emanate dal Garante della privacy sulle attività di telemarketing;
ad assumere ogni iniziativa volta a risolvere in tempi rapidi la drammatica situazione in cui versano i 30 mila precari dei call center.
(7-00043)«Delfino, Poli».