ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00039

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 48 del 05/08/2008
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00009
Firmatari
Primo firmatario: ALESSANDRI ANGELO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 05/08/2008
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA 05/08/2008


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Stato iter:
24/09/2008
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/09/2008
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 24/09/2008
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD PADANIA
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO
LIBE' MAURO UNIONE DI CENTRO
ALESSANDRI ANGELO LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 24/09/2008
MENIA ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/09/2008

ACCOLTO IL 24/09/2008

PARERE GOVERNO IL 24/09/2008

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 24/09/2008

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 24/09/2008

CONCLUSO IL 24/09/2008

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00039
presentata da
ANGELO ALESSANDRI
martedì 5 agosto 2008, seduta n.048

La VIII Commissione,

premesso che:

la società Servola SpA è proprietaria di uno stabilimento per la produzione di ghise, coke metallurgico ed altri prodotti da altoforno in provincia di Trieste, noto anche con la denominazione di «Ferriera di Servola», a ragione del fatto che gli impianti sono ubicati all'interno dell'antico e popoloso rione di Servola, che conta di oltre 50.000 abitanti;


la ferriera di Servola è negli ultimi anni assurta più volte alle cronache a causa del degrado ambientale che ha provocato nell'area costiera durante la sua lunga attività e dei danni da inquinamento che arreca al suolo, alle risorse idriche ed all'aria soprattutto per il cattivo o obsoleto funzionamento degli impianti di produzione;


l'area industriale su cui s'insedia lo stabilimento occupa una superficie di circa 700.000 metri quadrati, dei quali 343.000 mq in concessione del Demanio dello Stato, circa 200.000 mq ricavati con interventi di riempimento della costa e circa 104.000 mq di area coperta;


il ciclo produttivo dello stabilimento è diretto alla produzione di ghisa liquida, ghisa solida, coke metallurgico, sottoprodotti da ciclo integrale, quali loppa e catrame; gas siderurgici da altoforno e cokeria;


nello stabilimento sono presenti 16 punti di emissione autorizzati, 3 camini non soggetti ad autorizzazione ai sensi dell'articolo 269, comma 14 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e 20 camini giudicati scarsamente rilevanti a norma dell'articolo 272 del predetto decreto legislativo n. 152 del 2006;



durante il suo ciclo produttivo l'impianto genera emissioni diffuse di polveri, benzene e benzoapirene, le cui sorgenti principali sono: operazioni che comportano emissioni in area cokeria nei punti di caricamento fossile in tramogge caricatrice, nel caricamento del fossile nei forni, perdite dalle porte, perdite da colonne di sviluppo e coperchi, sfornamento del coke, spegnimento del coke, degrafitaggio; operazioni che comportano emissioni di polveri in area agglomerazione per la sinterizzazione, frantumazione e vagliatura a caldo e raffreddamento e vagliatura a freddo; operazioni che comportano emissioni di polveri in area altoforno per trafilamenti dalla bocca di carica, nel campo di colata durante lo spillaggio e la colata della ghisa, per soffiate durante transitori di sovrappressione (clapet di sfogo dell'altoforno); operazioni che comportano emissioni diffuse di polveri in area macchina a calore per il colaggio della ghisa in conchiglie e per il raffreddamento dei pani di ghisa;


nello stabilimento sono presenti 8 punti di scarico in mare, nonché 11 aree di stoccaggio rifiuti;


pur se in passato il complesso industriale triestino è stato più volte interessato da contestazioni e segni di malcontento a causa della sua scarsa sicurezza ambientale, è però dagli ultimi mesi del 2007 che la ferriera è divenuta il nodo cruciale di accese proteste e di dimostrazioni di contrarietà soprattutto da parte della popolazione locale e ciò non solo per il suo accertato e perdurante pericolo per l'ambiente, quanto anche per il sospetto di una presunta nocività per la salute pubblica;



già dal 2003 lo stabilimento, infatti, è stato posto sotto stretto controllo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che ne ha accertato l'evidente grado di insicurezza ambientale intimando alla proprietà di provvedere con massima urgenza alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza d'emergenza. Inoltre, nell'ottobre del 2007, da uno studio commissionato dalla magistratura al Centro Interdipartimentale di Gestione e Recupero Ambientale - CIGRA dell'Università degli Studi di Trieste, si sarebbe evinto che i livelli di polveri sottili emessi dagli impianti siano di molto superiori ai limiti di legge, soprattutto riguardo alla presenza del benzoapyrene che avrebbe raggiunto picchi di 90 nano grammi per metro cubo, mentre il limite è di 1 nano grammo per metro cubo;


si ha però il dubbio che le emissioni inquinanti dello stabilimento contengano anche diossina ed altre sostanze cancerogene;


il 29 settembre 2003 la Ferriera, per ordine del Tribunale di Trieste, fu posta sotto sequestro disponendo il blocco dell'attività dello stabilimento siderurgico;


l'8 ottobre 2003 il gruppo Lucchini, proprietario della Ferriera, depositò al Tribunale del riesame di Trieste, ricorso contro il sequestro degli impianti;


il 9 ottobre 2003, a Roma, fu firmato un accordo di massima tra il gruppo Lucchini e il ministro dell'Ambiente contenente un indice di iniziative da realizzare ed implementare in fasi successive;


il 14 ottobre 2003, a Trieste, fu sottoscritto un protocollo d'intesa tra il ministero dell'Ambiente, gruppo Lucchini, Regione Friuli-Venezia Giulia e istituzioni locali per giungere al dissequestro della Ferriera di Servola, denominato «Azioni per il miglioramento delle condizioni ambientali dell'area industriale di Servola». Il Protocollo di intesa fu sottoscritto dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio del mare, dal Presidente della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, dal Presidente della provincia di Trieste, dal sindaco di Trieste e da rappresentanti del Ministero delle attività produttive, dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, dalla società proprietaria e dall'azienda. Il protocollo prevedeva un percorso «ambientale» per tenere sotto controllo le emissioni diffuse della Ferriera e istituiva una Segreteria tecnica per definire le misure più urgenti da realizzare per il risanamento dell'impianto industriale, coordinata dallo stesso ministero dell'Ambiente;


il 16 ottobre 2003, il Tribunale del Riesame, al termine di una camera di Consiglio durata alcune ore, si riservò la decisione sul ricorso presentato dal gruppo Lucchini contro l'ordinanza di sequestro dello stabilimento triestino, accogliendo però parzialmente il ricorso stesso, riconducendo la competenza in materia al giudice Fabrizio Rigo che guidava un procedimento su presunte emissioni inquinanti in corso dal 2002;


il 28 ottobre 2003 fu disposto il dissequestro temporaneo della Ferriera di Servola per consentire lo scarico di 60 mila tonnellate di carbone necessarie per evitare lo spegnimento forzato dell'intero impianto;


va altresì fatto presente, a tal proposito, che già dagli inizi del 2003, su iniziativa del Ministero delle attività produttive furono assunte azioni per la definizione di un accordo di programma volto all'organico riassetto dell'area industriale in questione. Tali azioni erano svolte nell'ambito di un Protocollo di intesa «Sviluppo dell'area industriale di Servola (Trieste)» del 20 gennaio 2003 che prevedeva la dismissione delle attività siderurgiche nell'area di Servola entro il 2009;



il 22 settembre 2004 la sopra citata segreteria tecnica concluse le attività previste dal Protocollo d'intesa con la sottoscrizione, da parte di tutti i componenti, della relazione tecnica finale che, ai sensi del Protocollo stesso, avrebbe costituito la base tecnica per la sottoscrizione, da parte di tutti i firmatari del Protocollo, di un accordo volontario;


il 7 dicembre 2007 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare nel dar seguito a delle deliberazioni assunte nel corso delle conferenze di servizi decisorie e concernenti le attività di caratterizzazione e messa in sicurezza d'emergenza, nel ricapitolare le varie deliberazioni formulate dal 19 maggio 2003 al 14 febbraio 2007, evidenziava come la Servola Spa avesse dichiarato di presentare dei primi risultati delle indagini di caratterizzazione sulle aree demaniali entro il mese di ottobre 2007, non esprimendo però alcun cenno in merito agli interventi di messa in sicurezza d'emergenza dei suoli e delle acque di falda precedentemente ad essa imposti sin dal 2004;



per tali omissioni il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha comunicato alla società mediante diffida che avrebbe attivato i poteri sostitutivi in danno della stessa e che in presenza di inerzie sarebbero stati integrati gli estremi del reato previsto dall'articolo 257 del decreto legislativo n. 152 del 2006, contestualmente interessando formalmente l'Avvocatura distrettuale dello Stato di Trieste perché si attivasse con ogni iniziativa volta a tutelare le pretese erariali dell'amministrazione in relazione sia agli obblighi del risarcimento del danno ambientale derivato e derivante dalla fuoriuscita di inquinanti dai terreni e dalle falde sottostanti la proprietà sia alla rivalsa dai costi sostenuti per la messa in sicurezza e la bonifica della medesima, chiedendo altresì l'iscrizione dell'ipoteca legale sulla proprietà a garanzia dei erediti azionabili;



consta ai firmatari del presente atto di indirizzo che lo stesso 7 dicembre 2007 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha altresì inoltrato alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trieste una informativa per gli eventuali provvedimenti del caso in cui si evidenziavano le inadempienze della Servola Spa in tema di caratterizzazione e messa in sicurezza d'emergenza nelle aree di proprietà ed in concessione;


nel mese di luglio 2008, il Presidente del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, anche a seguito di una visita nel quartiere e della presa coscienza dell'effettivo degrado che provoca la Ferriera, ha espresso la volontà regionale di chiudere l'impianto mettendo in risalto anche la previa esigenza di salvaguardare l'occupazione del personale che lavora nello stabilimento;


è ormai improcrastinabile un intervento mirato, promosso principalmente dal Governo e dalla regione Friuli-Venezia Giulia e condiviso dalle associazioni per la difesa dei cittadini e del territorio che operano nel quartiere, che porti alla urgente chiusura e contestuale conversione della ferriera di Servola, ponendo alla base di ogni possibile azione che vada in tal senso, la necessità di ridare sicurezza e vivibilità alla popolazione del quartiere e di garantire la piena occupazione ai lavoratori che vi sono impiegati;


tra le proposte avanzate in sede locale in ordine alla chiusura e riconversione dello stabilimento siderurgico di Servola vi è l'opzione che prevede la trasformazione del sito industriale in una piattaforma logistica per il porto. La stessa Regione Friuli-Venezia Giulia sarebbe pronta ad agire per decidere la chiusura entro il 2009 della ferriera, come così già concordato in precedenza, dal 2003, tra la proprietà dell'impianto, il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le istituzioni locali,

impegna il Governo

a favorire, nel rispetto delle proprie competenze e fatte salve le prerogative della regione Friuli-Venezia Giulia in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati di cui al titolo V della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, la messa in atto di ogni più utile misura che si renda necessaria per conseguire, con il consenso della popolazione del rione di Servola, la chiusura entro il 2009 della ferriera di Servola, allo scopo anche valutando l'opportunità di procedere ai sensi dell'articolo 252-bis del predetto decreto legislativo n. 152 del 2006, all'attuazione di un programma di riconversione contenente interventi mirati allo sviluppo economico produttivo nel quale vengano previste anche soluzioni intermedie e di lungo periodo per i lavoratori che nella riconversione dovranno trovare adeguata ricollocazione.
(7-00039)
«Alessandri, Fedriga».
Classificazione EUROVOC:
GEO-POLITICO:

FRIULI-VENEZIA GIULIA

EUROVOC :

coke

degradazione dell'ambiente

edificio per uso industriale

gestione dei rifiuti

ghisa

politica occupazionale

principio chi inquina paga

protezione dell'ambiente

protocollo di accordo

sequestro di beni

stabilimento