ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08712

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 738 del 21/12/2012
Firmatari
Primo firmatario: MANCUSO GIANNI
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 21/12/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOCCIARDO MARIELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 21/12/2012
DE LUCA FRANCESCO POPOLO DELLA LIBERTA' 21/12/2012
GIRLANDA ROCCO POPOLO DELLA LIBERTA' 21/12/2012
BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA' 21/12/2012
GHIGLIA AGOSTINO POPOLO DELLA LIBERTA' 21/12/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 21/12/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08712
presentata da
GIANNI MANCUSO
venerdì 21 dicembre 2012, seduta n.738

MANCUSO, BOCCIARDO, DE LUCA, GIRLANDA, BARANI e GHIGLIA. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

negli anni '80 e '90 molti pazienti italiani, soprattutto emofiliaci, vennero infettati dal virus dell'HIV e dell'epatite in seguito a trasfusioni di sangue e emoderivati infetti;

secondo l'Associazione Politrasfusi furono 2.605 dei quali 550 emofiliaci, i deceduti fra il 1985 e il 2008 per una trasfusione di sangue infetto;

il Ministero della salute fu accusato di non aver vigilato sulla bontà delle sacche e diverse sentenze riconobbero le sue responsabilità;

sono state 76 mila le richieste di risarcimento;

circa 49 mila persone hanno ricevuto un modesto assegno di 1.080 euro a bimestre (i superstiti) o una cifra una tantum di 49 mila euro (gli eredi);

si tratta di persone che, in seguito alla legge n. 244 del 2007 avevano accettato di non intentare causa al Ministero (o di sospendere i procedimenti in corso) per accedere a una transazione;

per questo «risarcimento collettivo» la legge prevedeva uno stanziamento di 180 milioni di euro annui per dieci anni;

il Ministero della salute, con un decreto pubblicato il 13 luglio 2012, ha stabilito, all'articolo 5, che vanno esclusi dalla transazione tutti coloro che hanno promosso una causa di risarcimento danni più di 5 anni dopo aver scoperto di essere ammalati di epatite o AIDS;

con tale norma, una larga fetta della platea di infettati sarà esclusa da ogni forma di risarcimento;

sono circa 120 mila le persone che nel corso di 30 anni, a causa dei mancati controlli sul plasma e sui farmaci emoderivati prodotti o importati in Italia, si sono ammalate;

nel mese di ottobre 2012 il tribunale di Bologna ha condannate il Ministero a risarcire i famigliari di un uomo morto di epatite nel 2005 a 40 anni, contagiato a causa di una trasfusione infetta, con 420 mila euro alla famiglia;

il giudice ha stabilito che «sin dalla fine degli anni '60 era nota la pericolosità intrinseca nelle trasfusioni, sì che era imposto al Ministero un obbligo di controllo e direttiva sulla gestione del sangue»;

lo stesso avvocato Marco Calandrino di Bologna, che ha già ricevuto diverse mail nel suo studio legale con l'annuncio del mancato rimborso per altrettanti clienti contagiati, spiega che «ora, non più di 150 persone sulle 7.000 che hanno aderito alla transazione con il Ministero potranno sperare di avere un risarcimento»;

tra i sicuri esclusi c'è una donna di Rimini, il cui figlio è morto nel 1991, a 25 anni, di AIDS;

aveva contratto il virus perché, essendo emofiliaco dall'età di 5 anni, veniva curato con farmaci emoderivati risultati infetti;

nonostante il nesso di causalità tra la sua malattia e i farmaci assunti sia stato stabilito fin dal 1994, i suoi genitori non avranno alcun rimborso, a causa della prescrizione;

lo stesso accadrà per il professor Roberto Brigati, 52 anni, che insegna filosofia morale a Bologna e si è ammalato di epatite C alla fine degli anni '80;

nel 2009, a causa di una cirrosi, il professor Brigati ha subito un trapianto di fegato;

ma anche i ben pochi che riescono a vincere la causa con lo Stato, difficilmente ricevono il dovuto: i beni del Ministero della salute, infatti, sono impignorabili, quindi occorre rivolgersi al TAR per ottenere un giudizio di ottemperanza, sostenendo nuove spese legali;

l'unica speranza di ottenere un risarcimento dallo Stato per gli emofiliaci, i talassemici e i trasfusi occasionali che si sono ammalati a causa delle cure ricevute è l'inchiesta avviata dalla procura di Roma a inizio 2012;

sette direttori generali del Ministero della salute succedutisi negli ultimi 30 anni sono indagati per omicidio colposo e lesioni;

se l'ipotesi di reato diventasse quella di epidemia colposa anche i termini di prescrizione per le cause di risarcimento dovrebbero allungarsi;

l'Avvocatura dello Stato, al processo di Napoli, dove sta tra gli accusatori, ha rivendicato il diritto dello Stato a costituirsi parte civile sostenendo che il reato commesso vada rubricato come «epidemia collettiva», per cui la prescrizione è di 15 anni;

nei processi in cui, invece, sta dalla parte dei difensori del Ministero della salute contro i malati e i parenti dei deceduti sostiene che si tratti di «lesioni colpose», per cui la prescrizione è di soli 5 anni;

a Napoli il processo «plasma infetto», che vede imputati con l'accusa di omicidio colposo plurimo aggravato dalla previsione dell'evento l'ex direttore del servizio farmaceutico del Ministero della sanità Duilio Poggiolini e Guelfo Marcucci, fondatore dell'omonimo gruppo farmaceutico, non è ancora approdato nemmeno a una sentenza di primo grado -:

se il Governo intenda verificare come sia stato utilizzato lo stanziamento previsto dalla legge n. 244 del 2007 e se intenda assumere iniziative per rinnovarlo per gli anni successivi;

se il Governo intenda riaprire le transazioni con i sopravvissuti e gli eredi di quella terribile pagina della sanità nel nostro Paese, riconoscendo loro il risarcimento dovuto. (5-08712)