META, TULLO e VELO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.
- Per sapere - premesso che:
a seguito dell'ordinanza del Consiglio di Stato in data 13 novembre 2012, che ha respinto l'istanza cautelare di sospensiva della sentenza n.6365/2012 del TAR del Lazio, con la quale era stato respinto il ricorso dell'autorità portuale di Napoli, a motivo dell'inclusione delle autorità portuali nell'elenco ISTAT redatto ai sensi del comma 3, dell'articolo 1, della legge n. 196 del 2009, di fatto si è ritenuto applicabile anche al personale dipendente delle autorità portuali quanto previsto dall'articolo 9 del decreto-legge n. 78 del 2010, ovvero il «blocco» delle retribuzioni per gli anni 2011, 2012 e 2013 al pari dei dipendenti pubblici non considerando che i dipendenti di quegli enti sono legati all'ente medesimo da un contratto di diritto privato «come nell'impresa»;
alla luce di ciò le organizzazioni sindacali sottoscrittrici del CCNL dei lavoratori dei porti - FILT CGIL, FIT CISL e UILTrasporti - hanno dichiarato lo stato di agitazione e proclamato una giornata di sciopero per il giorno 5 dicembre 2012;
contestualmente le organizzazioni sindacali hanno anche chiesto, al Ministro ed al Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, un incontro;
in risposta a quest'ultima richiesta il 30 novembre 2012 gli uffici del Gabinetto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti hanno convocato una riunione per il 4 dicembre al fine di esaminare le problematiche evidenziate dalle organizzazioni sindacali;
nel corso della riunione, durante la quale peraltro non è intervenuto nessun rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze, le organizzazioni sindacali hanno espresso ampie riserve riguardo alla scelta di un incontro tecnico su argomento che richiede scelte politiche. Timori condivisi anche da Assoporti che paventa, in mancanza di soluzioni politiche, il rischio che si precipiti in qualche territorio al livello di problema sociale (e di ordine pubblico) -:
se il Ministro intenda assumere iniziative, anche normative, per tutelare i lavoratori delle autorità portuali che, in caso contrario, vedrebbero lesi i loro diritti con il rischio del naufragio del modello contrattuale vigente, aprendo un vulnus nel ruolo e nell'autonomia delle autorità portuali; se il Ministro non ritenga grave e controproducente la «rottura» del clima di pace sociale, durato oltre 12 anni, di cui ha beneficiato il settore portuale fin dal primo CCNL unico, applicato tanto ai dipendenti delle autorità portuali quanto a quelli delle imprese e terminalisti portuali. (5-08645)