ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08323

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARANI LUCIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
25/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 25/10/2012
Resoconto BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 25/10/2012
Resoconto BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 25/10/2012
Resoconto BARANI LUCIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 25/10/2012

SVOLTO IL 25/10/2012

CONCLUSO IL 25/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-08323
presentata da
LUCIO BARANI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BARANI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

nella risposta all'atto 5-07586 del 2 agosto 2012 da parte del Ministro si è sottolineato come vi sia un importante ritardo per il raggiungimento di un accordo secondo quanto previsto dall'articolo 19 del patto sulla salute per gli anni 2010-2012 da parte della regione Umbria con quelle confinanti, tanto che se ne prospetta una reale definizione in vista dell'analogo patto 2013-2015;


tale stato di cose costringere a richiamare in premessa quanto già evidenziato in occasione del precedente atto di sindacato ispettivo in Commissione affari sociali, inerente la mobilità passiva dalla regione Umbria alla regione Toscana, con riferimento particolare al settore della diagnostica per immagini, uno dei più colpiti dal fenomeno delle liste d'attesa, pur essendo uno dei campi vitali per una corretta attività di prevenzione;


da una analisi dei dati relativi al trend della mobilità sanitaria della regione Umbria riferita al triennio 2008-2010, elaborati dal servizio IV, direzione regionale salute, appare evidente, nel triennio, un costante e progressivo aumento della mobilità passiva insieme ad un'altalenante tenuta della mobilità attiva ed una consistente riduzione del saldo attivo di mobilità, passato dai 10,5 milioni di euro del 2008 ai 6,5 milioni di euro del 2010;


all'interno del suddetto trend si evidenziano i saldi negativi, superiori al milione di euro, relativi alla mobilità sanitaria da e verso la Lombardia, l'Emilia-Romagna, il Veneto e soprattutto verso la Toscana;


analizzando i flussi di mobilità da e verso la Toscana ne deriva che l'incremento desti particolari perplessità circa la reale applicazione, da parte dell'Umbria, degli accordi sottoscritti con la regione Toscana per il contenimento della mobilità passiva (determinazione dirigenziale numero 5441 del 16 giugno 2006, determinazione dirigenziale numero 11383 del 23 dicembre 2010 che addirittura fa riferimento ai criteri stabiliti con la determinazione del 2006, e dgr n. 600 del 22 marzo 2010), accordi che, stando ai dati, hanno ben funzionato per la Toscana, facendo diminuire la mobilità diretta in Umbria del 12 per cento ma sono risultati totalmente fallimentari per l'Umbria che invece in soli tre anni ha visto lievitare del 75 per cento la mobilità diretta in Toscana;


è quantomeno sospetto che la direzione generale della sanità umbra abbia fissato (con le delibere sopracitate) tetti finanziari per le Asl e le strutture del privato convenzionato situate nel territorio regionale ma sia del tutto inadempiamente circa l'adozione dei piani annuali di attività, ossia gli atti con cui la giunta deve stabilire a inizio anno il tetto finanziario delle prestazioni erogabili dalla Toscana, le tariffe da applicare e gli abbattimenti da applicare alle tariffe nel caso di superamento del tetto di budget;


il tetto 2010 delle prestazioni erogabili dalla Toscana è stato fissato con determinazione dirigenziale n. 11383 del 23 dicembre 2010, cioè a sanatoria di quanto già fatturato dalla Toscana stabilendo che tale tetto semplicemente coincidesse con il fatturato del 2009;


il tetto per il 2011 non è mai stato fissato e addirittura la «trattativa» risulta a tutt'oggi ancora aperta, comprendendo questo stato di cose anche l'anno 2012;


l'anomalia maggiormente evidente è quella relativa al fatto che un terzo del fatturato di mobilità passiva è attribuibile a prestazioni di specialistica/diagnostica ambulatoriale ed è indirizzato per la quasi totalità ad una struttura privata, convenzionata, denominata Istituto di diagnostica «A. Cesalpino» di Terontola, situato al confine fra Umbria e Toscana;


analizzando in termini di prestazioni e di fatturato, i flussi di mobilità passiva risultano in incremento costante nel triennio da tutte le ASL umbre, il volume di mobilità verso l'istituto «A. Cesalpino» di Terontola, per alcune ASL risulta quasi raddoppiato nel triennio, ed appare a dir poco strano in virtù della distanza tra i residenti della regione Umbria e la città di Terontola, per cui non si comprende per quale motivo la popolazione umbra decida di andare fuori regione per eseguire esami diagnostici quali Tac o Rmn, piuttosto che utilizzare le numerose strutture a disposizione sul territorio, siano esse pubbliche o private convenzionate;


le strutture convenzionate umbre non dispongono di una convenzione diretta con la direzione generale della sanità, come invece l'istituto «A. Cesalpino» di Terontola con regione Toscana ma sono assoggettate a convenzioni specifiche con le singole ASL della regione;


ne consegue che i centri diagnostici umbri devono sottostare a budget imposti dalle singole ASL rinegoziabili ogni anno solare, da utilizzarsi in dodicesimi e regolati mediante stipula di un contratto;


i centri convenzionati con la varie ASL umbre non possono eseguire esami a pazienti provenienti da fuori regione, bloccando la mobilità attiva verso l'Umbria (al contrario l'Istituto «A. Cesalpino» di Terontola può eseguire mediamente più 5.000 prestazioni annue liberamente); la sola ASL 2 di Perugia autorizza la mobilità attiva limitandola per soli 120 mila euro per pazienti provenienti da tutte le regioni italiane, mentre per i pazienti provenienti dalla regione Toscana la mobilità attiva viene regolata in modo specifico;


non tutte le ASL umbre concedono convenzioni ai centri privati umbri che svolgano attività di diagnostica per immagini; ne consegue che nella stessa città ci sono centri convenzionati per alcune ASL, mentre ad altri centri inspiegabilmente non viene concessa la convenzione, determinando una disparità di trattamento, non garantendo inspiegabilmente la pari condizione agli attori della sanità privata, e soprattutto attivando inspiegabilmente mobilità passiva e notevoli costi per gli utenti;


altra grave anomalia è quella che alcune direzione generali delle ASL umbre chiedono alla firma dei contratti annuali sconti sul nomenclatore regionale Umbro per la stipula dei contratti, poiché tali risparmi incidono direttamente sui bilanci annuali delle ASL, mentre, per esempio, l'Istituto «A. Cesalpino» di Terontola, che dispone di una convenzione diretta con la regione Toscana, non concede sconti di nessun tipo, addebitando direttamente le prestazione eseguite alla regione Toscana, che a sua volta gira i costi alla regione Umbria;


tutto ciò premesso ne consegue un'ulteriore disparità di trattamento tra i vari competitor; mentre i contratti con le ASL umbre impongono diverse clausole ai centri convenzionati, le stesse acquistano servizi senza imporre nessuna garanzia o clausola comportamentale, in virtù dell'accordo tra regioni, a giudizio dell'interrogante, con un aggravio di spesa da segnalare alla Corte dei conti -:


quali iniziative il Ministro intenda assumere al fine di monitorare più efficacemente la mobilità sanitaria interregionale, in particolare nelle regioni richiamate in premessa, anche sotto il profilo dell'appropriatezza delle prestazioni e soprattutto per garantire omogeneità delle cure ed un rapido raggiungimento degli accordi previsti dal patto per la salute, pur nelle difficoltà imposte dall'attuale crisi economica, anche al fine di non costringere i cittadini umbri a viaggi costosi fuori regione, in particolar modo in relazione ai servizi di diagnostica per immagini.
(5-08323)