ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08313

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/17542
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08313
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


il 25 agosto 2012 la prima firmataria del presente atto si è recata in visita ispettiva presso la casa circondariale di Castelvetrano (Trapani), accompagnata dagli esponenti radicali di Palermo e Catania, Donatella Corleo e Gianmarco Ciccarelli;


la visita ha avuto una durata di 5 ore; la delegazione è stata ricevuta e accompagnata dal comandante di polizia penitenziaria Giovanni Antoci; non erano presenti la direttrice dell'istituto Carmen Rosselli, in ferie, né la sostituta pro tempore Rita Barbera, direttrice della casa circondariale Ucciardone di Palermo;


l'istituto è gravemente sovraffollato: i detenuti presenti sono 97, a fronte di una capienza regolamentare che attualmente è di 46 posti; risulta non corretto, pertanto, il dato presente nella statistica pubblicata sul sito del ministero della giustizia (Detenuti italiani e stranieri presenti e capienze per istituto - 30 giugno 2012) che attribuisce alla casa circondariale di Castelvetrano una capienza regolamentare di 49 posti;


i detenuti stranieri sono 19, di cui 15 extracomunitari; con riferimento alla posizione giuridica, sono 4 i detenuti in attesa di primo giudizio, 3 gli appellanti, 6 i ricorrenti, 84 quelli che scontano una condanna definitiva; quasi tutti i detenuti sono provenienti da altri istituti di pena (anche di altre regioni), mentre gli ingressi dalla libertà, secondo quanto riferito, sono pochissimi;


il personale di polizia penitenziaria è sottodimensionato: la pianta organica prevede 61 unità, gli agenti assegnati sono 67, ma (tra distacchi e congedi per malattie di lunga degenza) quelli effettivamente in servizio sono soltanto 55; «di questi 55 agenti effettivamente in servizio, 11 unità usufruiscono dei permessi previsti dalla legge n. 104 del 1992, per cui si assentano tre volte al mese», riferisce il comandante, che aggiunge: «riusciamo a garantire i riposi e le ferie con grande difficoltà; molti agenti sono anziani e ormai prossimi alla pensione»;


il deficit di organico di polizia penitenziaria incide sull'organizzazione del lavoro e si ripercuote negativamente sulla vita dei detenuti e sulla vita degli stessi agenti, costretti a operare in condizioni di stress per fare fronte a un notevole carico di lavoro, reso ancora più gravoso dalla carenza di mezzi e risorse economiche; le autovetture in dotazione alla polizia penitenziaria sono soltanto due (Fiat Punto), più un'altra in officina: «abbiamo pochi uomini e pochi mezzi», afferma il comandante;


il nucleo traduzioni di riferimento è quello di Trapani; «se è necessario effettuare un ricovero urgente si procede con personale in servizio in questo istituto: chiamiamo un'ambulanza, la scortiamo, e poi attendiamo che arrivino i colleghi da Trapani», spiega il comandante;


all'interno del penitenziario non sono presenti né un alloggio per il comandante di polizia penitenziaria né un alloggio per il direttore;


le risorse per la manutenzione ordinaria sono scarse: «ci sono molti problemi, tentiamo di risparmiare anche sulla carta perché ne abbiamo poca; anche il climatizzatore della mia stanza perde acqua», sottolinea il comandante;


i detenuti tossicodipendenti sono 22;


all'interno dell'istituto è assicurata la presenza di un medico h24 soltanto venerdì, sabato e domenica, mentre dal lunedì al giovedì il presidio sanitario è attivo fino alle 20.00; «nei giorni feriali non c'è copertura medica e infermieristica h24, e la guardia medica esterna è a Selinunte che dista 13 chilometri da qui ed è spesso ipercarica di lavoro, perché è una località turistica», evidenzia il responsabile dell'area sanitaria; secondo quanto riferito, all'interno dell'istituto non è presente il defibrillatore;


l'assistenza psicologica è assicurata da uno psicologo per sole 4 ore al mese;


gli educatori sono 2 (uno di ruolo più uno distaccato);


sotto il profilo dell'istruzione, sono attive esclusivamente classi di scuola elementare (alfabetizzazione); i detenuti possono accedere al corso di computer e nel recente passato sono stati effettuati corsi di cucina, giardinaggio e decorazione; non sono presenti lavorazioni di alcun tipo; «manca lo spazio per fare lavorazioni stabili; per i corsi viene utilizzata la stanza della socialità dei detenuti, di mattina si fa il corso e nel pomeriggio la socialità, per questo abbiamo fatto soprattutto corsi orali, perché per le lavorazioni occorrerebbero altri spazi», spiega il comandante; i detenuti che lavorano sono pochi, tutti alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria (fatta eccezione per i detenuti ammessi al lavoro esterno ex articolo 21 dell'ordinamento penitenziario);


l'istituto si articola in quattro sezioni: le sezioni prima e seconda ospitano 58 detenuti comuni in regime di media sicurezza; nella terza sezione sono ristretti 31 detenuti «protetti» (sex offender); la quarta sezione ospita 8 detenuti semiliberi o ammessi al lavoro esterno ex articolo 21 dell'ordinamento penitenziario;


le celle, tutte di uguale dimensione, misurano circa 8 metri quadrati; pensate per ospitare un detenuto, ne ospitano generalmente due e in alcuni casi perfino tre; tutte le celle sono sprovviste di doccia, in violazione dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000; ai detenuti è consentito l'utilizzo della doccia comune soltanto tre volte alla settimana; le porte d'ingresso delle celle presentano una singolare conformazione «piena» che limita sensibilmente la circolazione dell'aria: anziché esservi (come nella generalità dei penitenziari) il cancello a sbarre e la porta blindata, c'è un'unica porta blindata senza aperture, fatta eccezione per una piccola porzione della stessa (circa 20 centimetri x 1 metro) in cui vi sono due sbarre; le ore d'aria sono 4, due al mattino e due al pomeriggio;


la prima sezione si compone di 11 celle più una (la cella n. 1) che è adibita a sala per la socialità; i detenuti presenti sono 23;


nella cella n. 2 sono ristretti 3 detenuti sistemati in un letto a castello;


G.S., detenuto ventunenne, riferisce di essere in attesa di andare presso la comunità «Casa dei Giovani» di Bagheria (Palermo) e racconta: «sono entrato in una casa famiglia a 10 anni, da quando ho 10 anni ho fatto solo 3 anni di libertà; mia madre è in carcere e mio padre dovrebbe essere scarcerato proprio oggi, un mio fratello che è stato adottato si è rifatto vivo dopo 9 anni che non lo vedevo, non faccio molti colloqui»;


R.S., ristretto nella cella n. 11, ha chiesto un avvicinamento colloqui nel carcere Ucciardone di Palermo, dove si trova anche il figlio: «vorrei andare all'Ucciardone per essere vicino ai familiari, il mio problema è che qui non faccio colloqui»;


nell'area esterna (il cosiddetto «passeggio») non c'è nemmeno un rubinetto ma soltanto 2 wc alla turca in pessime condizioni;


nella postazione di controllo della polizia penitenziaria (la cosiddetta «garitta») il condizionatore non funziona da circa un anno: «non si è potuto aggiustare per questione di soldi, ma in estate c'è troppo caldo, ci sono 50 gradi dentro la garitta, e così il collega si deve mettere in piedi sull'uscio», afferma un agente; secondo quanto riferito, il personale di polizia penitenziaria deve fare i conti anche con un problema di vestiario: «il vestiario è bloccato; gli anfibi, ad esempio, dovrebbero cambiarli ogni 5 anni ma dopo 10 anni ancora non ce li danno, a volte li chiediamo all'esercito che però utilizza anfibi di colore marrone, e poi noi provvediamo a tingerli di nero»; il comandante conferma: «le scarpe mancano da parecchio tempo»;


la delegazione incontra i detenuti nel passeggio;


«in questo passeggio non c'è acqua, abbiamo fatto richiesta almeno per un lavandino, ma ancora niente», lamentano i detenuti;


uno dei problemi segnalati dai detenuti riguarda il sopravitto, con riferimento sia ai prezzi che alla varietà dei prodotti che possono essere acquistati; «qui la spesa è cara, ad esempio la pasta Barilla, il pomodoro, il gelato: hanno un costo molto più alto rispetto a fuori, io lo so perché mia moglie lavora in un supermercato», afferma un detenuto; «nella lista mancano i piselli, manca il pesce, non ci sono nemmeno i bastoncini Findus», si rammarica un altro; molti detenuti evidenziano l'assenza del frigorifero in cella: «senza un frigo il cibo che ci portano da fuori o lo mangi tutto la sera stessa oppure lo puoi buttare»;


molti detenuti, inoltre, deplorano la scarsa qualità del vitto somministrato dal carcere: «il pesce che passa l'Amministrazione fa puzza»; «l'hamburger che passano è immangiabile»; e ancora: «ci danno sempre würstel, uova, e cordon bleu, che è frittura»;


secondo quanto riferito dai detenuti, non vengono forniti dall'amministrazione nemmeno quei generi di prima necessità necessari per la pulizia della cella (stracci, detersivi) e per l'igiene personale (spazzolino, dentifricio, sapone): «qui la fornitura non esiste, il poveraccio che non ha i soldi non può nemmeno pulire la cella»;


un detenuto deplora: «consentirci di fare la doccia soltanto tre volte alla settimana non è corretto, specialmente nel periodo estivo»; un altro afferma: «la doccia possiamo farla lunedì, mercoledì e giovedì: sarebbe meglio il venerdì anziché il giovedì; noi comunque vorremmo farla ogni giorno»;


molti detenuti sottolineano l'anomala struttura delle porte delle celle: «il blindato non fa passare l'aria, queste sono porte da 41 bis»; «con questo blindato mi sta venendo l'asma, uno in carcere entra sano ed esce malato»; «il blindo non è normale, dovrebbe venire a vederlo Amnesty International»;


una delle rimostranze più ricorrenti riguarda la figura del magistrato del sorveglianza: «qualche colloquio con i detenuti ogni tanto lo fa, ma il magistrato di sorveglianza non visita mai le celle», affermano i detenuti; «forse il magistrato di sorveglianza le celle le ha viste nelle riviste», dice un altro; alcuni detenuti sottolineano il ritardo con cui viene concesso il beneficio della liberazione anticipata;


molti detenuti evidenziano che la legge n. 199 del 2010 (e successive modifiche) non ha prodotto gli effetti deflattivi auspicati: «nemmeno in un penitenziario come questo, dove in tanti siamo definitivi con pene brevi, la 199 ha funzionato»; «il sovraffollamento c'era prima e continua ad esserci anche ora»;


emblematico il caso di A.T., che racconta di essersi visto rigettare «per pericolo di fuga» l'istanza presentata per scontare la pena presso il proprio domicilio ai sensi della legge n. 199 del 2010, sebbene si fosse costituito spontaneamente: «avevo un residuo pena di 1 anno e 2 mesi e così ho fatto la richiesta per la 199, dopo 5 mesi mi è arrivato il rigetto del magistrato di sorveglianza motivato dicendo che c'era pericolo di fuga; ma se io ero andato in questura con i miei piedi e mi ero consegnato, come fanno a dire che c'era pericolo di fuga?»;


L.M. non ha ricevuto alcuna risposta all'istanza di avvicinamento colloqui presentata a marzo: «vorrei andare nel carcere di Catanzaro per stare vicino a mio padre che ha avuto un ictus, nella domanda ho allegato la sua cartella clinica; ho fatto richiesta anche per andare in un carcere qualsiasi della Calabria o della Basilicata, al limite andrei anche a Messina, ma qui sono troppo lontano da casa, sono a 700 chilometri, sono qui da 16 mesi e non ho mai fatto un colloquio»;


O.I., detenuto ucraino, non ha mai ricevuto risposta all'istanza presentata circa 9 mesi fa per chiedere il trasferimento in un carcere più vicino alla sua famiglia, che risiede a Mantova: «non faccio colloqui, non vedo la mia famiglia da 5 anni»;


alcuni detenuti denunciano l'inadeguata assistenza psicologica: «lo psicologo lo vediamo pochissimo»;


G.I., detenuto con disagio di tipo psichiatrico, vorrebbe avere colloqui più frequenti con lo psichiatra: «sono qui da 13 mesi, ho paura di morire qua dentro, io non credo di essere compatibile con la detenzione, mi danno solo gocce ma io sto male»;


tanti detenuti manifestano rammarico per il fatto che Radio Radicale non si senta in questa area: «fate qualcosa per fare arrivare il segnale, Radio Radicale per noi è un filo di speranza»;


il vano doccia comune della prima sezione consta di due docce; le condizioni sono buone, fatta eccezione per gli infissi che si presentano arrugginiti;


la delegazione visita la cucina, che si presenta in ottime condizioni sotto il profilo igienico e strutturale; i detenuti che lavorano in cucina offrono alla delegazione un pezzo di pizza;


la seconda sezione si compone di 15 celle e ospita 35 detenuti; la delegazione incontra i detenuti nel passeggio, che si presenta in condizioni peggiori rispetto a quello della prima sezione; le rimostranze dei detenuti si appuntano sulle stesse criticità già segnalate dai detenuti della prima sezione: il sovraffollamento (vivere in 3 in una cella di queste dimensioni è impossibile), le inadeguatezze strutturali delle celle (porta blindata, assenza della doccia), le anomalie del sopravitto, la scarsa qualità del vitto, l'assenza di frigorifero, la carenza di forniture da parte dell'amministrazione, l'assistenza psicologica inadeguata, l'assenza di assistenza medica nelle ore serali e notturne, la carenza di lavoro e attività trattamentali, il funzionamento del magistrato di sorveglianza;


N.F.L. riferisce di avere un residuo di pena da scontare di 5 mesi e di aver presentato 4 mesi fa istanza ai sensi della legge n. 199 del 2010, senza aver ricevuto alcuna risposta: «nemmeno rispondono: così la svuotacarceri è una presa in giro»;


M.B., con un residuo di pena da scontare di 12 mesi, non ha ricevuto alcuna risposta all'istanza presentata il 22 marzo 2012 per chiedere di poter scontare il residuo della pena presso il proprio domicilio, ai sensi della legge n. 199 del 2010;


anche nella garitta che si affaccia sul passeggio della seconda sezione il climatizzatore non funziona, con evidente disagio per gli agenti assegnati in quella postazione di controllo;


la delegazione si reca al primo piano e visita la terza sezione che si compone di 12 celle e ospita 31 detenuti «protetti» (sex offender); nella sezione ci sono 2 salette (una saletta polivalente e un'altra dove si svolgono i corsi) e 2 vani doccia con 2 postazioni-doccia ciascuno;


A.T., detenuto di 80 anni ristretto nella cella n. 8, riferisce di trovarsi in cattive condizioni di salute: «sono qui da 2 anni, sto male, la salute mi manca»;


A.C., detenuto di 76 anni ristretto nella cella n. 13, lamenta: «ieri sera ho avuto un fortissimo mal di pancia e ho dovuto attendere più di tre ore per avere qualcosa, io chiedevo un calmante, non pretendevo mica un'assistenza specialistica, qui se stiamo male di sera siamo abbandonati, non c'è né assistenza medica né infermieristica»; A. C. riferisce di essere stato sfollato dal carcere di Termini Imerese, dove l'anziana moglie poteva andarlo a trovare con minore difficoltà: «mi hanno trasferito da Termini Imerese a Castelvetrano per il sovraffollamento, ma anche questo carcere è sovraffollato; mia moglie vive in provincia di Messina ed è anziana: ogni volta che viene a trovarmi, fra andata e ritorno, fa centinaia di chilometri»;


M.R. ha chiesto di essere trasferito a Palermo dove risiede la moglie gravemente malata: «mia moglie ha la leucemia, inoltre le hanno trovato una massa al seno grande come un'arancia, vorrei starle vicino»;


G. C., ristretto nella cella n. 12, sottolinea l'importanza di risolvere, accanto ai problemi che riguardano i detenuti, anche i problemi che riguardano gli agenti di polizia penitenziaria: «il nostro destino qui dentro è legato: se stanno bene loro stiamo bene anche noi»;


nel carcere di Castelvetrano il rapporto fra i detenuti e gli agenti è molto buono, nonostante le difficoltà oggettive legate al sovraffollamento e alla carenza di organico;


la sala colloqui, arredata con 8 tavoli e decorata con dipinti a muro, si presenta in buone condizioni; il climatizzatore però, secondo quanto riferito, non è funzionante;


all'interno dell'istituto è presente ma non è ancora funzionante una piccola area verde attrezzata per lo svolgimento dei colloqui dei detenuti con i familiari minorenni; l'attivazione dell'area verde, secondo quanto riferito, è ostacolata dalla mancanza di un apposito posto di sorveglianza;


l'articolo 28 della legge 26 luglio 1975, n. 354, (ordinamento penitenziario) stabilisce che «particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti e degli internati con le famiglie»;


l'articolo 15 della medesima legge prescrive che «nel disporre i trasferimenti deve essere favorito il criterio di destinare i soggetti in istituti prossimi alla residenza delle famiglie»;


il comma 2 dell'articolo 62 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230 (regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà) dispone che «particolare attenzione è dedicata ad affrontare la crisi conseguente all'allontanamento del soggetto dal nucleo familiare, a rendere possibile il mantenimento di un valido rapporto con i figli, specie in età minore, e a preparare la famiglia, gli ambienti prossimi di vita e il soggetto stesso al rientro nel contesto sociale» (...);


l'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede che «Il magistrato di sorveglianza, nell'esercizio delle sue funzioni di vigilanza, assume, a mezzo di visite e di colloqui e, quando occorre, di visione di documenti, dirette informazioni sullo svolgimento dei vari servizi dell'istituto e sul trattamento dei detenuti e degli internati»;


il 1° comma dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede altresì che «Il magistrato di sorveglianza, il provveditore regionale e il direttore dell'istituto, devono offrire la possibilità a tutti i detenuti e gli internati di entrare direttamente in contatto con loro. Ciò deve avvenire con periodici colloqui individuali, che devono essere particolarmente frequenti per il direttore. I predetti visitano con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilità che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali (...)» -:


se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda intervenire per ridurre, fino a portarla a quella regolamentare, la popolazione detenuta nel carcere di Castelvetrano;


se e quando si intenda intervenire per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria, degli psicologi e degli educatori;


se, e in che tempi, verranno effettuate le opere di adeguamento strutturale necessarie a rendere le celle conformi a quanto prescritto dall'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000;


se, e in che tempi, intenda intervenire per far sì che il vestiario in dotazione agli agenti risulti costantemente adeguato alle necessità e al decoro del corpo di polizia penitenziaria;


se si intendano incrementare i fondi relativi alle mercedi per il lavoro dei detenuti, quelli riguardanti i sussidi per i più indigenti, quelli per le attività trattamentali e, infine, quelli da destinare alla pulizia dell'istituto e, in particolare, delle celle; quale intervento intenda mettere in atto per assicurare ai detenuti i detergenti per lavarsi e la possibilità di farsi la doccia quotidianamente;


in che modo si intenda intervenire, per quanto di competenza, in merito ai casi singoli segnalati in premessa;


a quanti dei detenuti definitivi del carcere di Castelvetrano venga applicato il trattamento rieducativo previsto dall'ordinamento, penitenziario, trattamento che deve tendere, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reinserimento sociale degli stessi, secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti;


cosa si intenda fare affinché sia rispettato il principio della territorializzazione della pena;


in particolare, come si giustifichino gli sfollamenti da carceri sovraffollate che sradicano i detenuti dal loro ambiente familiare per confinarli in istituti altrettanto affollati;


come questi sfollamenti a centinaia di chilometri di distanza siano compatibili con la normativa citata in premessa;


quale sia il carico di lavoro del magistrato di sorveglianza di riferimento del carcere di Castelvetrano e se, in riferimento ai commi 1 e 2 dell'articolo 69 della legge 26 luglio 1975, n. 354, lo stesso, vigilando come è suo compito sulla organizzazione degli istituti di prevenzione e di pena, abbia mai prospettato al Ministro della giustizia le esigenze dei vari servizi del carcere, con particolare riguardo all'attuazione del trattamento rieducativo;


se corrisponda al vero che la legge n. 199 del 2000 e la sua recente estensione a 18 mesi per l'esecuzione presso il domicilio delle pene, venga applicata agli aventi diritto solo a ridosso del fine pena e, comunque, quanti siano i detenuti che hanno beneficiato dell'intero periodo - 12 mesi prima e 18 mesi con l'adeguamento della nuova normativa;


se intenda intervenire per consentire l'utilizzo dell'area verde per gli incontri dei detenuti con i loro familiari, in particolare se minorenni;


se intenda verificare i prezzi del sopravitto praticati all'interno del carcere di Castelvetrano. (5-08313)