BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto dichiarato dal consigliere regionale Roberto Antonaz al quotidiano Il Piccolo del 31 dicembre 2010, nel centro di identificazione ed espulsione (CIE) di Gradisca d'Isonzo vi sarebbero attualmente 130 immigrati, tensione altissima, restrizioni per l'ora d'aria (due il giorno, meno che in un carcere) e servizi mensa scadenti;
il 50 per cento degli immigrati ristretti nel centro non sono delinquenti ma persone che hanno smarrito il permesso di soggiorno o non l'hanno mai avuto: l'altra metà è gente che viene dal circuito carcerario, ed è un'altra assurdità, atteso che a queste persone viene inflitto un supplemento di pena, perdendo tempo per un'identificazione che andava fatta prima;
la prefettura di Gorizia, intanto, ha reso noto che sui siti del Ministero dell'interno e della stessa prefettura è online l'avviso pubblico per l'affidamento della gestione del Cie e del Cara per il periodo dal 1° marzo 2011 al 28 febbraio 2014. Si tratta di un bando di gara con una base d'asta di poco superiore ai 15 milioni di euro per tre anni -:
per quali motivi gli immigrati non vengano identificati durante il loro passaggio all'interno del circuito carcerario, evitando così ai medesimi un supplemento di pena rappresentato da un ulteriore periodo di privazione della libertà personale all'interno di un CIE che può durare anche fino a sei mesi;
se il livello dei servizi erogato fino a questo momento dall'ente gestore sia adeguato alle esigenze del centro indicato in premessa;
se le condizioni di vita quotidiana dei trattenuti nel CIE di Gradisca d'Isonzo corrispondano agli standard umanitari previsti dall'articolo 14 del testo unico sull'immigrazione laddove si afferma che le modalità del trattenimento devono assicurare la necessaria assistenza allo straniero e il pieno rispetto della sua dignità;
se esistano dei piani ministeriali che facilitino il collegamento con le istituzioni locali, le quali, se opportunamente sostenute, potrebbero attivarsi per rendere un po' più umana la permanenza degli extracomunitari nei CIE con attività di studio, di insegnamento della lingua italiana, culturali e ricreative;
se non reputi opportuno procedere alla immediata chiusura del centro di identificazione ed espulsione di Gradisca d'Isonzo. (5-08219)