ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08194

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/09947
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08194
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


la Uil penitenziari ha recentemente diffuso un rapporto sulla drammatica situazione delle carceri lucane che è stato ripreso dal quotidiano La Nuova che l'11 novembre 2010, a pagina 13, Potenza città, titolava «In carcere si delinque» - «la UIL denuncia le immutate condizioni di precariato della struttura di Betlemme»;


nel documento indirizzato ai massimi vertici dell'amministrazione penitenziaria e riguardante la carenza del personale si legge questa considerazione: «Non si possono abbandonare i 434 baschi blu che operano all'interno degli istituti della Basilicata e anche le 597 persone detenute ivi ristrette, crediamo che sia un dovere morale e istituzionale conoscere queste realtà e risolvere le annose criticità»; inoltre, con riferimento ai pensionamenti, si fa presente che negli ultimi anni questi «hanno aggravato la situazione all'interno delle carceri, con notevoli difficoltà operative che condizionano il lavoro della Polizia penitenziaria con turni massacranti anche di 12 ore consecutive», sottoponendo il corpo «a notevoli stress psicofisici» che determinano l'aumento della percentuale di assenza in servizio;


nel sopracitato documento si riportano le criticità nella sicurezza collegando la carenza di organico con il sovraffollamento detentivo che in regione è del 46,2 per cento con il carcere di Melfi all'82 per cento e quello di Potenza al 57 per cento quest'ultimo sembra creare la situazioni più critica e a rischio;


sotto questo profilo si denuncia quanto segue:


i livelli di sicurezza delle carceri lucane non forniscono più quei parametri di garanzia al personale di polizia penitenziaria, che sono necessari sotto tutti gli aspetti;


tutte le traduzioni vengono effettuate sotto scorta con le responsabilità dirette del personale e del coordinatore NTP;


l'istituto Melfese risulta ancora oggi classificato di III livello nonostante ospiti solo detenuti alta sicurezza, così come previsto dal decreto ministeriale 2007 approvato in data 22 gennaio 2008;


i tre istituti vivono nella normale irregolarità; l'ex decreto legislativo n. 626 del 1994 e le successive normative sono una cognizione astratta, anche nella casa circondariale di Matera oggetto di recente ristrutturazione;


il personale addetto alla vigilanza ed osservazione delle sezioni detentive subisce un sovraccarico di lavoro dovuto al sovraffollamento crescente di detenuti, svolgendo quotidianamente tripli incarichi, circostanza di estrema frustrazione e disagio, tanto che non riescono a consumare il pasto per l'impossibilità di un cambio;


Potenza è il carcere che attualmente si trova nelle condizioni peggiori; il ruolo degli ispettori va anche a sopperire alle emergenze diventate quotidianità; impiegati con le chiavi in mano all'apertura di cancelli, recentemente hanno sostituito agenti nelle sezioni per la consumazione del pasto, per evitare ulteriori disordini. Si è giunti allo sfascio, non esiste più un'organizzazione e la differenziazione dei ruoli, non vengono più garantiti i servizi primari (come il casellario, magazzino detenuti, sopravvitto, e altro), tutti i restanti uffici ridotti all'osso spesso chiusi per far fronte alle esigenze presenti all'interno dei padiglioni detentivi, «una bomba a orologeria pronta ad esplodere». Il livello del degrado offende la dignità umana e la mancanza di spazi determina l'inciviltà della detenzione; è evidente che in tantissimi anni, nessun lavoro di adeguamento strutturale è stato posto in essere. La cinta muraria, per le condizioni in cui versa, è inadeguata e pericolosa per l'incolumità fisica, non conforme alle norme di sicurezza più volte denunciate;


il personale femminile non riesce a garantire la gestione ordinaria all'interno dell'unico reparto femminile presente a livello regionale (Potenza). Su 14 unità risultano in servizio solamente 7 perché assenti a vario titolo (maternità, aspettativa, CS, e altro). Delle 7 unità solamente 4 possono espletare servizio notturno, tanto che vengono impiegati agenti maschili in un reparto di sesso diverso, recentemente impiegati anche in piantonamenti presso strutture ospedaliere di detenute in mancanza di unità femminili;


a Matera non esiste ancora un reparto protetto per i piantonamenti presso il nuovo ospedale civile «Madonna delle Grazie»;


vi sono ritardi nel pagamento del lavoro straordinario, che, visti i tagli, non è nemmeno garantito entro la fine dell'anno; lo straordinario sarebbe di fatto imposto ai poliziotti penitenziari contro la loro volontà, in palese violazione dell'articolo 36, comma 1, della Costituzione, della legge n. 300 del 1970 e delle normative contrattuali;


il provveditorato risulta essere sede per gli emergenti dirigenti generali o prossimi alla pensione; questa situazione ha fatto sì che la Basilicata abbia risentito moltissimo in termini organizzativi; ad oggi si è in attesa della nuova nomina e l'incarico è affidato provvisoriamente e a part-time al provveditore della Campania;


dopo aver esposto queste problematiche, il segretario provinciale della UIL penitenziari Donato Sabia e il Segretario regionale Giovanni Gruppo, concludono auspicando un dovuto intervento risolutivo e restando in attesa di ricevere sviluppi ed una eventuale convocazione, perché le carceri lucane rivestono un vero e proprio allarme sociale. Le annose carenze comportano solo una mala produttività, il mancato rispetto dei dettati normativi, la negazione dei più elementari diritti del personale previsti dalle vigenti normative in materia e dai contratti;


in particolare, per quel che riguarda il carcere di Potenza, in un altro documento indirizzato alle massime cariche del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria è possibile leggere: «Il Carcere di Potenza viene considerato come un raccoglitore di rifiuti sociali, arriva di tutto proprio per la posizione strategica che riveste, sì perché Potenza è sede di Corte d'Appello, ospita anche l'unica sezione femminile e la sezione sex offender e vari soggetti di categoria cosiddetta protetta, ha un alto indice di detenuti tossicodipendenti e psichiatrici, basti vedere gli atti autolesionistici che ammontano a 40 dall'inizio dell'anno e 2 tentati suicidi, mentre al contrario, il personale diminuisce giorno per giorno a seguito dei pensionamenti. Potenza è il carcere che attualmente si trova nelle condizioni peggiori, non esiste più una organizzazione né la differenziazione dei ruoli; non vengono più garantiti i servizi primari»;


tutti gli uffici sono ridotti all'osso, spesso chiusi per far fronte alle esigenze presenti all'interno dei padiglioni detentivi;


le osservazioni contenute nei due documenti citati coincidono quasi perfettamente con quanto la prima firmataria del presente atto ebbe a scrivere in due atti di sindacato ispettivo (n. 4/05651 dell'11 gennaio 2010 e n. 4/06613 del 30 marzo 2010, redatti all'indomani di visite effettuate con il segretario di Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti), atti di sindacato ispettivo che non hanno ancora ricevuto risposta -:


se quanto riscontrato dalla UIL penitenziari della Basilicata e dalla stessa prima firmataria del presente atto sulle gravi carenze degli istituti penitenziari lucani corrisponda a quanto rilevato dal Ministro;


se sia vero o meno che la sicurezza degli istituti lucani sia deficitaria;


come intenda intervenire per coprire le carenze di organico della polizia penitenziaria e per far rispettare le norme contrattuali e di legge sulle condizioni di lavoro e sugli straordinari effettuati dagli agenti del Corpo;


cosa intenda fare per affrontare il sovraffollamento detentivo che, ad avviso della UIL e degli interroganti, determina un degrado che offende la dignità umana dei reclusi;


se intenda adoperarsi affinché abbia seguito la richiesta di incontro manifestata dagli esponenti del sindacato lucano della UIL-penitenziari con i vertici del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. (5-08194)