ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08191

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/09905
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08191
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


sul quotidiano Il Gazzettino di venerdì 2 dicembre 2010 è apparso un articolo firmato da Gianluca Amadori intitolato: «In carcere siamo trattati come animali, un detenuto sporge querela»;


l'articolo in questione dà conto della difficile situazione in cui sono costretti a vivere le persone recluse nell'istituto penitenziario veneziano e, vista la gravità delle circostanze in esso riportate, la prima firmataria del presente atto ritiene opportuno trascriverlo integralmente: «La vita all'interno del carcere di Santa Maria Maggiore è sempre più difficile a causa della grave situazione di sovraffollamento. E non mancano gli incidenti. Un detenuto di nazionalità algerina, di 37 anni, ha denunciato di essere caduto dalla branda al terzo piano, posta a notevole altezza dal suolo, e di essersi procurato gravi lesioni ai polmoni. Il suo legale, l'avvocato Marco Zanchi, ha depositato ieri in procura una querela con la quale chiede ai magistrati di accertare le eventuali responsabilità per l'accaduto: "È incredibile che in carcere possano esistere letti a castello a tre piani senza la ben che minima sponda protettiva", si legge nella querela. Nelle scorse settimane il legale veneziano ha raccolto numerose testimonianze di detenuti di Santa Maria Maggiore i quali lamentano le condizioni in cui sono costretti a vivere: "In tutte le tipologie di celle si osserva un sovrannumero che a volte è triplo di quello consentito dalle normative di sicurezza europea", si legge in un documento firmato da una settantina di detenuti, i quali lamentano le poche ore d'aria e i molti problemi nell'assistenza sanitaria. I sempre più numerosi atti di autolesionismo e suicidio vengono correlati alle carenti condizioni dei penitenziari: "Non siamo animali, ma esseri umani che sono chiamati a scontare una pena - scrivono - chiediamo che vengano applicati i nostri diritti di detenuti". L'avvocato Zanchi ha scritto anche una lettera al presidente del Tribunale di sorveglianza Giovanni Maria Pavarin, chiedendo un suo intervento a tutela dei carcerati» -:



se sia vero che i detenuti reclusi nel carcere di Venezia siano il triplo della presenza regolamentare; quanti siano i detenuti in attesa di giudizio, e per quali reati siano imputati; quanti siano gli stranieri reclusi;


quali urgenti provvedimenti i Ministri intendano adottare, promuovere e sollecitare per garantire il fondamentale diritto alla salute di cittadini che ne sono titolari anche se detenuti e quali iniziative si intendano promuovere per garantire uno standard minimo di vivibilità nel carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia sia per i detenuti che per gli agenti della polizia penitenziaria;


più in generale, se non si ritenga opportuno adottare una politica carceraria tendente a contenere il sovraffollamento, attraverso la riduzione dei tempi di custodia cautelare, la rivalutazione delle misure alternative al carcere e la riduzione delle pene per chi commette fatti di lieve entità, nonché istituire un organo di monitoraggio indipendente che controlli i luoghi di detenzione, in linea con quanto stabilito dal protocollo addizionale alla Convenzione Onu contro la tortura, firmato anche se non ancora ratificato dall'Italia, che ne prevede l'istituzione in tutti gli Stati aderenti entro il termine di un anno dalla ratifica. (5-08191)