ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08182

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 708 del 24/10/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/09629
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/10/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 24/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/10/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08182
presentata da
RITA BERNARDINI
mercoledì 24 ottobre 2012, seduta n.708

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


il segretario generale della UIL Penitenziari Eugenio Sarno, il 15 novembre 2010, ha visitato - assieme ad una delegazione di quadri sindacali provinciali e locali - la casa circondariale di Ancona «Montacuto»;


dalla visita è scaturita una dettagliata relazione sulle condizioni dell'istituto che è stata inviata, fra gli altri, al capo del Dap Franco Ionta;


nella relazione sono descritte le criticità che si riportano di seguito;


l'istituto penitenziario è ubicato in zona periferica, in aperta campagna, della città di Ancona. I dipendenti, i visitatori ed i familiari dei detenuti non possono disporre di idoneo parcheggio. L'area predisposta dall'amministrazione comunale, infatti, non solo è sconnessa quanto insufficiente alla bisogna. Ciò determina il parcheggio delle autovetture a fronte strada, elevando pericolosamente i rischi di incidenti (già molto concreti causa l'assoluta mancanza di persuasori, limitatori, abbattitori di velocità). L'uscita, quindi l'accesso, dall'istituto dà direttamente sulla strada, che è piuttosto frequentata e percorsa a velocità sostenute. Considerati gli ampi spazi interni e perimetrali di cui può disporre l'istituto, si potrebbe consentire il parcheggio, in tali aree, delle autovetture dei dipendenti ovviando al parcheggio a fronte strada;


Il block house è costituito da una struttura in alluminio anodizzato e vetri che non garantiscono protezione antiproiettile. L'unica unità addetta a tale posto di servizio (preposta solo nel turno mattinale di 7.40 - 15.40) deve gestire le entrate e le uscite degli accessi nonché provvedere alla tenuta ed alle annotazioni manuali di circa una decina di registri (ingresso personale, ingresso visitatori, ingresso medici ed infermieri, ingresso automezzi, ingresso ditte, tenuta vaglia, manutenzione depuratore, ingresso familiari colloqui);


negli orari pomeridiani e notturni l'ingresso in istituto avviene attraverso un cancello carraio comandato dalla (unica) unità in servizio alla portineria centrale, che non può nemmeno giovarsi dell'ausilio di tele-sorveglianza in quanto tale accesso è sprovvisto di telecamere. Analogamente non può avvalersi di un video citofono, installato solo al block house;


nelle immediate vicinanze dell'ingresso si staglia la palazzina della direzione, al cui piano terra è collocata una ipertecnologica sala-regia i cui costi di realizzazione, ci è stato riferito, sono stati piuttosto ingenti. Purtroppo, nonostante l'impegno di spesa, tale posto di servizio è pressoché costantemente privo di personale preposto. Anche nella data della visita, infatti, in orario antimeridiano non vi era alcuna unità di servizio. A questo punto è lecito chiedersi se non sia il caso, visto lo scarso impiego, di smantellare la sala regia a Montacuto per destinarla in altro istituto dove, certamente, troverebbe maggior, e più utile, utilizzazione;


le autovetture e gli automezzi del Corpo sono parcheggiati in aree esterne, non essendovi disponibile alcun garage o riparo. Ciò in una zona particolarmente umida e fredda non può che favorirne il deperimento;


la portineria centrale funge anche da porta carraia (non potendo garantire il presidio della vera carraia, dalla quale transitano solo mezzi pesanti). Non si è riscontrato alcun impianto di estrazione dei fumi o di aerazione. L'unità (unica) in servizio nei vari turni deve gestire anche il centralino;


nei locali della portineria sono presenti anche il posto di scarico per le armi individuali e di reparto, le casseforti con le armi di reparto e gli alveari per il deposito delle armi individuali. Particolare da sottolineare: i locali dove si custodiscono le armi hanno le porte (in alluminio) la cui automazione è guasta e pertanto sono sempre aperte, benché si trovino sul percorso pedonale che i visitatori ed i familiari che accedono ai colloqui debbono attraversare;


per quanto riguarda i colloqui, si è potuto rilevare come i pacchi non siano sottoposti ad alcun controllo preventivo se non solo all'arrivo nei locali del rilascio e della perquisizione. Ciò determina che i pacchi attraversino aree sensibili (block house, portineria centrale e locali rilascio colloqui) senza alcun controllo. Tra l'altro lo scanner adibito al controllo elettromagnetico è guasto e le ispezioni debbono effettuarsi in forma manuale. Le sale colloqui presentano ancora il muretto divisorio, ma senza vetro. Il posto di controllo della polizia penitenziaria non dispone di vetri a specchio e non garantisce una virale sufficientemente completa degli ambienti. Di contro la scrivania colà posta è dotata di due monitor assolutamente obsoleti e non funzionanti;


attraversata la portineria centrale si accede alle aree interne dell'istituto, da cui si fa ingresso ai reparti detentivi. Si è potuto rilevare la presenza di un fabbricato completamente autonomo che in tempi trascorsi era destinato a sezione femminile. Ora destinato ad archivio cartaceo del PRAP;


i reparti detentivi maschili sono ubicati in una struttura ad «L» a tre piani. Le sezioni sono sei: due destinate agli AS, una di reclusione, tre circondariali. Nelle vicinanze del corridoio-uffici al piano terra della predetta palazzina è attiva anche una sezione protetta dove sono, promiscuamente, ospitati detenuti particolari (sex offender, appartenenti al circuito Z e persino un AS1 protetto). L'unità addetta alla sorveglianza è anche preposta al controllo dei passeggi. In questa sezione (come in tutte le altre) il personale non può disporre di alcun box office e deve accontentarsi (sic!) di un tavolino e di una sediola collocati nel bel mezzo del corridoio. Cosi come, causa il sovrappopolamento, la sezione isolamento (circa 12 posti) è stata destinata a sezione ordinaria. Nonostante ciò in più di una occasione è stato impossibile garantire una adeguata sistemazione a tutti i detenuti, costretti (in qualche occasione) anche a dormire con i materassi a terra;


la conformazione strutturale dei reparti detentivi presupporrebbe come minino la predisposizione di una unità ad ogni «rotonda» su ciascun piano e almeno una unità per reparto. Invece, quando va bene, le unità sono solo due (una per reparto). Le cosiddette «rotonde» (in cui sono collocati i comandi remoti dei cancelli) altro non sono che strutture in alluminio, molto più prossime a verande condominiali che ad adeguati e dignitosi posti di servizio destinati a personale di un Corpo di polizia;


descrivere le condizioni strutturali generali dell'istituto è già di per se impresa improba; descrivere lo stato delle sezioni detentive è opera titanica. Le infiltrazioni, le muffe, le alghe, le pareti, scrostate, il degrado, l'incuria e l'abbandono sono i tratti caratteristici di Ancona Montacuto. La sintesi dell'inciviltà e della decadenza generale trovano il punto apicale alla sezione. Il soffitto di tale sezione è simile ad una groviera, tanti sono i buchi determinatisi dalla caduta di pezzi di intonaci e dei mattoni causati dalle infiltrazioni. È talmente malmesso che la stessa stabilità del solaio potrebbe essere compromessa. Tutte le sezioni presentano solo 4 piatti docce, assolutamente insufficienti a soddisfare le esigenze complessive di igiene personale (ogni sezione ha circa 70 detenuti). Non sono solo insufficienti ma anche palesemente insalubri;


i passeggi sono garantiti mediante l'accesso a cinque cortili non propriamente adeguati. In ognuno di tali cortili vi è un bagno con tazza alla turca il cui divisorio è costituito da un'esile muretto. Essendo tutti i cortili collimanti vengono, di fatto, meno le prescrizioni cautelari imposte nei confronti dei detenuti ad alta sicurezza. Nell'atrio di acceso ai passeggi è stato predisposto un locale adibito a moschea;


l'unica unità di polizia penitenziaria preposta alla vigilanza dei cinque cortili non ha riparo dagli agenti atmosferici, se non sotto il cornicione del solaio da cui, però, spesso cadono pezzi di intonaci e calcinacci vari. Il campo sportivo costituisce praticamente il sesto cortile passeggio. L'accesso è a rotazione quotidiana tra i vari reparti detentivi. Come per i cortili passeggi anche al campo sportivo l'unità di polizia penitenziaria preposta alla sorveglianza non può disporre di alcun riparo;


al degrado e all'insalubrità non sfugge nemmeno la cucina detenuti. A parte la singolarità per cui si è pensato di ricavare in uno dei locali l'archivio cartaceo della direzione, si è potuto constatare la presenza di muffe, di pareti sudice e scrostate, i pavimenti non sono antiscivolo, e l'attrezzatura non pare adeguata ancor più in ragione della triplicazione delle utenze;


la lavanderia (controllata dalla stessa unità della cucina detenuti) ha due sole lavatrici (ma una sola è pienamente funzionante) ed un solo asciugatoio. Nei locali in cui sono stoccate lenzuola e coperte non risulta installato alcun impianto antincendio o di rilevazione fumi;


per la scolarizzazione della popolazione detenuta sono state costituite classi di scuola media nonché corsi professionali di pizzeria, rilegatoria ed informatica;


alla data della visita erano presenti 397 detenuti, a fronte di una capienza massima regolamentare determinata in 172. I detenuti di nazionalità italiana erano 209, 188 gli stranieri; 98 i detenuti classificati ad alta sicurezza; 136 i detenuti con condanna definitiva, 261 quelli senza condanne definitive (di cui 111 in attesa di 1° giudizio). Ne consegue che nelle celle originariamente destinate aduso singolo trovano allocazione non meno di tre detenuti con letti a castello multipiano (anche nelle sezioni alta sicurezza) e nelle celle doppie trovano sistemazione non meno di cinque detenuti;


dal 1° gennaio al 15 novembre si sono verificati 4 tentati suicidi, 42 atti di autolesionismo e 34 atti di aggressione (alcuni dei quali anche in danno di personale della polizia penitenziaria);


i locali della mensa ordinaria di servizio sono squallidamente disadorni ed il locale spaccio non riesce a garantire un piena funzionalità del servizio, dovendo gli addetti sopperire e surrogare in altri compiti e servizi;


il contingente di polizia penitenziaria previsto dal relativo decreto ministeriale è indicato in 201 unità. Al 15 novembre 2010 risultavano amministrate 184 unità, di cui solo 131 effettivamente presenti presso la casa circondariale. I distacchi out disposti dal PRAP assommavano a 44 (di cui 14 a Barcaglione e 9 allo stesso PRAP), i distacchi in a 2. I distacchi out disposti dal DAP assommavano a 19 mentre 4 sono i distacchi in. Delle 131 unità presenti 18 sono preposte al locale nucleo traduzioni e piantonamenti, circa 60 a servizi vari (istituzionali o amministrativo contabili) e circa 50 ai servizi propriamente a turno. All'accertata esiguità del contingente effettivamente disponibile (- 70 unità rispetto alla dotazione prevista) si coniuga un impiego ed una utilizzazione delle risorse umane non propriamente in linea con i principi di efficienza, efficacia ed economia. Sei unità di polizia penitenziaria addette all'area conti correnti-sopravitto, tre unità di polizia penitenziaria addette ad uffici contabili, tre unità di polizia penitenziaria addette all'area segreteria, due unità preposte a compiti di autista direzione appalesano una necessità di concertare, urgentemente, una organizzazione del lavoro più improntata a privilegiare l'operatività e la garanzia di poter concedere a tutto il personale i diritti elementari. Una qualche ragione dovrà pur esserci se le giornate di congedo ordinario non goduto nel triennio 2008/2010 assommano a ben 8.100 e sono circa 80 i riposi settimanali non concessi nei tempi previsti. D'altro canto anche le sole sei (al massimo sette) unità di polizia penitenziaria che, quotidianamente, sono preposte ai servizi notturni in un istituto che conta circa 400 detenuti (di cui 100 alta sicurezza) è un fattore che amplia i già evidenti vulnus di sicurezza riscontrati e rappresentati. Lo stesso accordo quadro nazionale non trova puntuale applicazione per quanto concerne l'equità dei turni festivi, dei carichi di lavoro e delle pari opportunità. È desumibile che la presenza di un Comandante in missione (da circa tre anni) non realizzi quelle necessarie condizioni di stabilità e continuità utili a definire un impianto organizzativo funzionale e rispondente alle necessità. Pur disponendo nell'organico di tre funzionari, infatti, al reparto di polizia penitenziaria della casa circondariale di Ancona Montacuto è preposto un ispettore superiore S.C. proveniente dalla casa circondariale di Pesaro. Le funzioni di Vice Comandante sono assolte da un Ispettore anche se nell'organico effettivo sono presenti tre ispettori capo e due ispettori superiori. Ad aggravare le già oggettive condizioni penalizzanti dell'esiguità dell'organico, concorre anche la mole di lavoro cui è sottoposto il nucleo traduzioni e piantonamenti. Dal 1° gennaio al 15 novembre 2010, il predetto nucleo traduzione e piantonamenti ha svolto 1021 servizi di traduzione per un totale di 1.854 detenuti movimentati (1.522 comuni, 8 internati, 315 alta sicurezza, 3 detenuti sottoposti al 41-bis, 2 congiunti di collaboratori e 4 collaboratori di giustizia). 383 le visite ambulatoriali e 15 i piantonamenti effettuati presso luoghi esterni di cura. A dimostrazione dell'insufficienza delle risorse assegnate al NTP e quanto incida il servizio traduzioni e piantonamenti nell'economia operativa complessiva basti pensare che per i servizi summenzionati sono state impiegate 3962 unità: 2410 del nucleo (60 per cento, 986 del quadro permanente (24 per cento e 566 provenienti da altri istituti (16 per cento). Per i 15 piantonamenti sono state impiegate 363 unità di cui: 181 del Nucleo (49,8 per cento) e 182 del quadro permanente (50,2 per cento). Per quanto sopra appare evidente che la casa circondariale di Ancona Montacuto non solo è inadeguata ad ospitare detenuti diversi da quelli comuni a medio indice di pericolosità quanto dovrebbe essere interessata da importanti interventi di manutenzione straordinaria atti a ripristinare salubrità e condizioni di sicurezza per i lavoratori e gli stessi detenuti;


la relazione così si conclude: «in relazione all'organizzazione del lavoro e della mancata osservanza dell'accordo quadro nazionale la presente, per la direzione e il provveditore regionale, costituisce formale richiesta di convocazione delle rappresentanze sindacali per i necessari confronti concertativi e di contrattazione decentrata. Come al solito questa nota sarà inviata, per doverosa notizia e quanto di competenza, al sindaco, al prefetto, al D.G. dell'A.S.U.R. ed al signor procuratore capo della Repubblica e costituirà fonte di notizia per la stampa»;


nell'atto di sindacato ispettivo n. 4/09154 la delegazione radicale nel gruppo parlamentare del PD sottolineava il fatto che, dall'inizio dell'anno, tre detenuti giovani e non affetti da particolari patologie fossero morti nel carcere anconetano -:


cosa intenda fare per affrontare le gravi carenze del carcere di Ancona denunciate dal Segretario della UIL penitenziari Eugenio Sarno e, in particolare, i problemi riguardanti la sicurezza, la fatiscenza delle strutture, la sovrappopolazione detentiva, la gravissima carenza del personale della polizia penitenziaria che si confronta con i tanti distacchi effettuati dal DAP. (5-08182)