ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08040

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 695 del 02/10/2012
Firmatari
Primo firmatario: BELLANOVA TERESA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 02/10/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 02/10/2012
Stato iter:
16/10/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/10/2012
Resoconto MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 16/10/2012
Resoconto BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 02/10/2012

DISCUSSIONE IL 16/10/2012

SVOLTO IL 16/10/2012

CONCLUSO IL 16/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-08040
presentata da
TERESA BELLANOVA
martedì 2 ottobre 2012, seduta n.695

BELLANOVA. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

l'articolo 36 della nostra Costituzione sancisce che «Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa»;

pochi giorni fa il direttore di Canale 8, emittente televisiva salentina, durante il Tg serale ha rassegnato le proprie dimissioni asserendo che il gesto fosse «doveroso per difendere la dignità della nostra professione, considerata alla stregua di un hobby». Lo stesso sembrerebbe aver rassegnato le dimissioni a causa della situazione nella quale l'emittente ha tenuto e tiene giornalisti, operatori e personale negli ultimi mesi, con una decina di contratti non rinnovati e alcuni licenziamenti;

qualche tempo addietro, un cameraman è stato licenziato dall'azienda per aver denunciato sul social network facebook la mancata retribuzione dello stipendio da mesi, nonostante gli operatori avessero continuato ad assicurare il servizio. Dopo questo evento, lesivo della dignità professionale e dei più elementari diritti di opinione, molti giornalisti, operatori di ripresa, redattori di testate on-line e addetti stampa hanno costituito spontaneamente il gruppo «Informazione Precaria» per determinare tempi e modalità di una protesta che, partendo dal singolo caso, «scoperchiasse l'ipocrisia che governa buona parte dell'informazione locale che ogni giorno racconta la precarietà altrui vergognandosi della propria o cedendo al timore del più becero ricatto occupazionale»;

ieri l'ordine dei giornalisti della Puglia in una nota «osserva e valuta con grande preoccupazione la situazione diffusa su tutto il territorio regionale che coinvolge centinaia di giornalisti e giornaliste, cameraman, fotografi e operatori dell'informazione che restano senza lavoro o contratto [...] da alcune grandi testate nazionali a numerosi emittenti televisive locali, dai piccoli quotidiani alle free press, negli ultimi mesi sono molti i colleghi che sono stati licenziati anche da un giorno all'altro»;

il problema della precarietà e della svalutazione del lavoro professionalizzato in questo settore sembrerebbe essere molto più diffuso di quello che potrebbe apparire. Dalle denunce che emergono anche a mezzo stampa, molto spesso giornalisti ed operatori del settore sono, purtroppo, soggetti ad una condizione di estrema ricattabilità che spesso si concretizza in condizioni lavorative ed economiche estremamente penalizzanti;

va ricordato che il provvedimento legislativo sull'equo compenso del lavoro giornalistico è attualmente in corso di discussione al Senato ed a parere dell'interrogante rappresenterebbe una buona modalità per contrastare il precariato giornalistico che ha delle specificità e deve essere trattato attraverso un provvedimento specifico -:

quali iniziative il Ministro intenda assumere in merito per garantire a questi lavoratori maggiori tutele lavorative ed evitare al contempo gravi penalizzazioni che, purtroppo, queste persone molto spesso sono costrette a subire, ciò affinché la libertà d'informazione e di autonomia del giornalismo spesso invocata e troppo poco praticata trovi finalmente spazio.
(5-08040)