ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07933

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/16916
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
14/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 14/11/2012
Resoconto GULLO ANTONINO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 14/11/2012
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

DISCUSSIONE IL 14/11/2012

SVOLTO IL 14/11/2012

CONCLUSO IL 14/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07933
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa ADNKRONOS il 9 luglio 2012, un detenuto 30enne di origine bosniaca si è suicidato, intorno alle 5 del mattino, impiccandosi nella sua cella del carcere di Vibo Valentia;


l'uomo, che solo poco tempo fa aveva tentato l'evasione dalla casa di reclusione di Rossano, doveva scontare 13 anni per reati contro la persona e il patrimonio. Dopo essersi legato attorno al collo un nodo scorsoio ricavato con le lenzuola in dotazione e averne legato l'estremità all'inferriata della finestra, pare si sia lanciato dal termosifone per imprimere maggiore slancio e forza alla stretta. A nulla sono valsi i soccorsi immediati della polizia penitenziaria e del personale medico del carcere;


sulla vicenda Gennarino De Fazio, della direzione nazionale della Uil Pa penitenziari, ha dichiarato: «Ho ormai perso il conto del numero di suicidi che continuano spaventosamente a perpetrarsi nelle carceri e che fanno assumere al dato i connotati di un bollettino di guerra. Fra sovrappopolamento, ristrettezze economiche, spending review a senso unico e depauperamento degli organici, l'utenza e gli operatori sono coloro che ci rimettono, mentre al centro si continua a teorizzare e a sperperare. Solo di qualche giorno addietro infatti la notizia che la Calabria dopo il provveditore "part-time" da condividere ora con questa ora con quell'altra regione da più di due anni, dovrà riscoprire anche i direttori a servizio ridottissimo. Dunque mentre a Roma si teorizzano la vigilanza dinamica e i nuovi circuiti penitenziari, in Calabria la Polizia penitenziaria, sempre più abbandonata a sé stessa, ricorre all'ormai sperimentatissima arte dell'arrangiarsi chiedendosi di nuovo se e come si riuscirà a superare l'estate, ma, soprattutto, quante vite dovranno ancora spegnersi prima che si accenda un faro efficace sull'universo» -:


se il Governo non intenda urgentemente assumere le iniziative di competenza per supportare e sostenere concretamente, anche attraverso l'avvio di un'indagine interna, l'individuazione delle eventuali responsabilità sul piano amministrativo e disciplinare nella morte del detenuto in questione;


quante siano le unità dell'équipe psico-pedagogica e se e come possano coprire o coprano le esigenze dei detenuti del carcere di Vibo Valentia;


con chi dividesse la cella e di quanti metri quadrati disponesse il detenuto morto suicida;


se il detenuto morto suicida fosse alloggiato all'interno di una cella rispondente a requisiti di sanità e igiene;


se nel corso della detenzione il detenuto fosse stato identificato come potenziale suicida e, in questo caso, se fosse tenuto sotto un programma di osservazione speciale;


se il Ministro non ritenga opportuno intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, al fine di avviare un'indagine ministeriale per conoscere la reale situazione del penitenziario calabrese e comprendere a fondo le condizioni di vita dei detenuti e quelle di lavoro degli operatori penitenziari. (5-07933)