BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
il 3 giugno 2011 l'interrogante, assieme ad Ornella Favero, Irene Testa e Maria Grazia Lucchiari, ha visitato la casa di reclusione «Due Palazzi» di Padova; la delegazione è stata accompagnata dal direttore dell'istituto, il dottor Salvatore Pirruccio;
quel giorno, nella casa di reclusione, che ha una capienza regolamentare di 439 posti, erano presenti 823 detenuti, mentre 4 erano assenti temporanei; 795 i detenuti con sentenza definitiva, 13 in attesa di primo giudizio, appellanti 6, ricorrenti 10, 2 internati definitivi e un detenuto scarcerato «senza uscita fisica»;
il corpo degli agenti di polizia penitenziaria risulta carente di 101 unità avendo in forze 330 agenti a fronte di una pianta organica che ne prevede 431;
la delegazione si è incontrata con lo staff medico (dottor Basta, dottor Montalto, dottor Guerrieri, psichiatra dottor Berto) e non ha potuto non rilevare gravi carenze di organizzazione che si ripercuotono sullo stato di salute dei detenuti, l'80 per cento dei quali è costretto a passare il tempo in cella nell'inattività e nella desolazione più completa;
la sanità nel carcere, come ha sottolineato lo stesso direttore dottor Pirruccio, è ancora priva del medico referente della Asl che coordini il servizio sia per la casa di reclusione sia per la casa circondariale;
non esiste la carta dei servizi sanitari prevista dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1
o aprile 2008, recante modalità e criteri per il trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie e delle attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria;
i detenuti a seguito della visita medica - se ne fanno circa 90 al giorno - non hanno in mano alcun referto; le visite esterne prenotate spesso saltano per carenze del nucleo traduzioni;
la Asl non fornisce i farmaci da banco (quelli per la cura delle emorroidi e i farmaci flebotrofici di fascia C, per esempio, non sono disponibili); c'è un solo dentista per 823 detenuti; né le dentiere né gli occhiali sono compresi nei LEA e non vengono forniti ai detenuti, nemmeno a quelli più indigenti;
il dottor Marino Berto, psichiatra dell'istituto, riferisce dell'elevato numero di casi psichiatrici e di malati psichici; significativa è stata la sua considerazione quando la conversazione si è incentrata sui suicidi «se capitasse a me di finire in prigione, in queste condizioni, non resisterei più di due giorni»; sostiene che in carcere vi sia un commercio clandestino di farmaci da parte dei detenuti tossicodipendenti che spesso divengono vittime di overdose di farmaci, una sorta di «abuso alternativo»;
successivamente alla visita, durante un incontro con redazione e collaboratori della testata giornalistica di «Ristretti orizzonti» che ha sede presso la struttura, una psicologa dell'istituto, dottoressa Giovanna Donzella, riferisce che non si ha tempo sufficiente per i colloqui psicologici con i detenuti, potendo dedicare a ciascuno di loro solo pochi minuti;
gli psicologi assunti ex articolo 80, con partita iva, ricevono un trattamento lavorativo assolutamente insufficiente e demotivante per le stesse professionalità, con una retribuzione lorda di 17 euro l'ora per non più di 27 ore lavorative mensili (459 euro lordi mensili);
l'assistenza psicologica di prevenzione agli istinti suicidi non può che essere estremamente carente; non esiste un nucleo di osservazione per i soggetti a rischio; non è effettuata alcuna valutazione psichiatrica preventiva all'ingresso in carcere;
non è previsto alcun lavoro per i pazienti psichiatrici;
non esiste un reparto ospedaliero funzionante nella struttura e ottenere ricoveri nelle strutture esterne risulta difficile;
si lamenta una insufficienza di risorse generale che va a ricadere su diversi settori - dai presidi medici e farmaceutici, ai prodotti e alle dotazioni per l'igiene personale e degli ambienti, alle telefonate per i nullatenenti non previste, al vitto (4 euro comprensivi di tre pasti al giorno a detenuto) - che rende la permanenza in carcere, specie per chi è nullatenente e non ha aiuti dall'esterno, sempre meno sopportabile, degna e umana -:
se i Ministri siano a conoscenza delle situazioni esposte in premessa;
se i Ministri intendano adottare le iniziative di competenza, quali e con quale urgenza, per:
a) riportare la popolazione detenuta presso il carcere «Due Palazzi» di Padova entro i limiti di capienza legale previsti per l'istituto;
b) integrare il personale di polizia penitenziaria al numero previsto dalla pianta organica in forze all'istituto;
c) ottenere per quanto di competenza che tutti gli adempimenti relativi al passaggio della sanità penitenziaria dal Ministero di giustizia all'Asl di competenza - l'individuazione di un medico referente per la struttura e l'elaborazione della carta dei servizi sanitari ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1
o aprile 2008 - siano completati;
d) dotare la struttura di un reparto ospedaliero;
e) ottenere un'adeguata copertura medica, farmaceutica, psichiatrica e di supporto psicologico e attuare dei programmi di prevenzione dei suicidi e delle patologie psichiatriche;
se i Ministri intendano operare affinché si faccia fronte al più presto alle necessità economiche indispensabili a una detenzione dignitosa e accettabile, e per aumentare le opportunità occupazionali, secondo quanto stabilito dall'articolo 27 della Costituzione, per ogni detenuto.
(5-07908)