ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07861

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12736
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07861
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto riportato dal quotidiano il Gazzettino del 13 luglio 2011, le telecamere interne del carcere Due Palazzi avrebbero ripreso il tentato omicidio per mafia accaduto la mattina di lunedì 11 luglio nel reparto di alta sicurezza dell'istituto patavino. Nel caso di specie le telecamere, che riprendono sia all'interno della cella che all'esterno, ricostruiscono minuziosamente la dinamica dell'aggressione. Mostrano chiaramente che Giovanni Di Giacomo voleva uccidere Francesco Bruno, entrambi ergastolani di mafia;

a seguito della brutale aggressione, Francesco Bruno, sessant'anni, palermitano, sta lottando tra la vita e la morte nel reparto di neurochirurgia del policlinico. Di Giacomo, cinquantaseienne, killer di Totò Riina e in passato molto vicino anche a Bernardo Provenzano, ha sulle spalle sette delitti. Ha partecipato alla guerra di mafia tra il 1977 e il 1982. Poi ha anche condanne per droga;

Francesco Bruno non usciva mai dalla cella per l'ora d'aria giornaliera. E forse non aveva neanche contatti con Giovanni Di Giacomo, che era detenuto in un'altra cella del reparto di alta sicurezza. Ma lunedì mattina, di ritorno dalla sua ora d'aria, l'ex killer di Riina è piombato praticamente indisturbato nella cella di Bruno. La dinamica dell'aggressione è molto semplice. Le immagini mostrano che Di Giacomo è entrato nella cella di Bruno e lo ha scaraventato a terra, sbattendogli la testa sul pavimento fino ad aprirgliela. Dopodiché lo ha colpito anche con una bombola. L'aggressione è avvenuta prima di pranzo senza che vi fosse nei paraggi un agente di polizia penitenziaria pronto ad intervenire. Evidentemente Giovanni Di Giacomo era convinto di aver ucciso il concittadino palermitano. Perché dopo il fatto è andato tranquillamente a mangiare. Ed era a tavola quando gli agenti sono andati a prenderlo. Voleva soltanto sapere se Francesco Bruno era ancora vivo. Il movente dell'aggressione non andrebbe ricercato nei rapporti in carcere dei due ergastolani. L'ordine di uccidere sarebbe venuto da fuori -:

come sia possibile che in un reparto di alta sicurezza, all'interno del quale sono detenuti ergastolani per delitti di mafia, un detenuto sia riuscito quasi ad ammazzare un altro uomo, aggredendolo brutalmente, il tutto al di fuori della benché minima misura di vigilanza e controllo da parte degli agenti di polizia penitenziaria;

se non ritenga opportuno disporre un'ispezione presso il carcere Due Palazzi per fare luce sull'esatta dinamica dell'episodio e per appurare se vi siano state negligenze da parte della direzione e/o del personale della polizia penitenziaria.
(5-07861)