ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07855

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12640
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 18/09/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 24/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 24/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07855
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

il signor Federico L. ha convissuto a lungo con la signora Meirelles De Oliveira, cittadina portoghese, dalla quale ha avuto due figli, Filippo L. e Matteo L., entrambi nati a Bologna, il primo in data 19 marzo 2005 e il secondo in data 21 settembre 2006;

il 30 marzo 2007 la signora Meirelles parte alla volta del Portogallo insieme ai figli per quella che avrebbe dovuto essere una normale visita ai parenti. In seguito il signor Federico L. scoprirà che prima di partire la donna aveva rubato il denaro in cassaforte ed i libretti di risparmio dei bambini, essendo già intenzionata a non fare più ritorno in Italia;

dal marzo all'agosto 2007 il padre dei bambini si reca a Lisbona con cadenza pressoché mensile per andare a trovare i figli, facendo con sempre più insistenza pressioni per un loro immediato rientro in Italia. A fronte di ciò la donna reagisce in maniera violenta e negativa;

in data 17 agosto 2007 il signor Federico L. ricorre al tribunale per i minorenni di Bologna per ottenere l'affidamento dei figli; successivamente il medesimo sporge querela nei confronti della signora Meirelles per sottrazione di minori presso i carabinieri di Bologna;

il 16 ottobre 2007 il signor Federico L. attiva - attraverso l'autorità centrale italiana - il processo per il rimpatrio dei figli ai sensi della Convenzione Aja del 1980. La richiesta è trasmessa all'autorità centrale portoghese;

il 19 dicembre 2007 l'autorità centrale italiana si oppone al rigetto, che l'autorità centrale portoghese aveva nel frattempo manifestato, richiamandosi alla legislazione in materia di affidamento e all'indipendenza del processo Aia;

il 22 dicembre 2007 il signor Federico L. presenta una seconda querela nei confronti della signora Meirelles per il furto del denaro dalla cassaforte e dei libretti di risparmio dei bambini;

finalmente, in data 11 febbraio 2008, l'autorità centrale portoghese decide di inoltrare il fascicolo Aja al tribunale per i minori e la famiglia di Lisbona;

il 15 febbraio 2008 il giudice dell'Aja (tribunale dei minori e famiglia di Lisbona) contestualmente aveva sospeso (non archiviando) il processo per l'affidamento chiesto dalla signora Meirelles in Portogallo perché sovrapposto a quello di Bologna;

il giorno 14 marzo 2008 la signora Meirelles chiede l'affidamento dei figli al tribunale per i minori e la famiglia di Lisbona portoghese inspiegabilmente congiunto con il processo Aja;

il 2 aprile 2008 si svolge la prima udienza presso il tribunale per i minorenni di Bologna; nella circostanza la signora Meirelles, pur non presentandosi di persona, si costituisce in giudizio per mezzo dell'avvocato;

il 28 maggio 2008 il tribunale per i minorenni di Bologna, con provvedimento provvisorio ed in seguito all'indagine effettuata dai servizi sociali, al fine di concedere una chance alla madre e con l'intento di farla desistere in breve dai propri intenti di non fare mai più ritorno in Italia con i figli, stabilisce l'affidamento condiviso dei bambini, conferma il luogo di residenza dei minori in Italia, ordina alla signora Meirelles di riportare i minori in Italia. Il provvedimento non viene rispettato dalla signora Meirelles;

il 12 giugno 2008 il signor Federico L. si reca a Lisbona per l'udienza di rimpatrio ex Convenzione dell'Aja 1980. Nell'occasione al Console italiano in loco, dottor Giovanni Frignone, viene negato l'ingresso in aula (nonostante richieste formali fossero state espresse in tal senso). Dopo l'udienza il padre cerca di vedere i figli (intenzione già anticipata con telegramma alla madre), ma la signora Meirelles, con l'aiuto di sua madre, si oppone e scappa. Viene inutilmente chiesto l'intervento della polizia;

il 2 luglio 2008 la signora Meirelles ricorre in appello contro il provvedimento adottato dal tribunale per i minorenni di Bologna; ma la corte d'appello di Bologna dichiara inammissibile il reclamo;

il 16 settembre 2008 il giudice dell'Aja portoghese emette sentenza che nega il rimpatrio dei minori poiché a suo avviso i bambini sono alla data e per decisione del tribunale dei minori di Bologna affidati congiuntamente ad entrambi i genitori e quindi non riscontra motivi per cui gli stessi non possano stare in Portogallo. Contro tale decisione il signor Federico L. ricorre in appello, e altrettanto fa il pubblico ministero portoghese;

il 27 marzo 2009 la corte d'appello di Lisbona si pronuncia sul ricorso presentato contro la sentenza Aja di primo grado dando ragione agli appellanti e definendo la ritenzione dei minori illecita, ma non ordina il rimpatrio dei bambini indicando al tribunale di primo grado di indagare sulle eventuali motivazioni di cui all'articolo 13 della Convenzione dell'Aja;

il 7 maggio 2009 il tribunale per i minorenni di Bologna concede l'affidamento esclusivo dei minori al padre e pronuncia la decadenza dalla potestà genitoriale della madre. Ordina anche il rimpatrio dei minori ed emette certificati conformi ex regolamento (articolo 39, paragrafo 1 e articolo 42, paragrafo 1) trasmessi in Portogallo debitamente tradotti ed apostillati;

il 25 giugno 2009 il signor Federico L. chiede il riconoscimento e l'esecuzione in Portogallo della sentenza di affidamento emessa dal tribunale dei minori di Bologna e il relativo procedimento viene assegnato al 1° giudizio, 1° sezione (di qui in avanti giudice dell'esecuzione). Nel frattempo si celebra una nuova udienza processo Aja 1980 a Lisbona; udienza resasi necessaria dopo la sentenza del 27 marzo 2009 emessa dalla corte d'appello;

il 9 luglio 2009 il giudice dell'esecuzione di Lisbona riconosce l'esecutività dell'affidamento anche in Portogallo;

il giorno 11 settembre 2009 il giudice Aja del tribunale dei minori di Lisbona si dichiara incompetente sull'affidamento chiesto dalla madre in Portogallo (in seguito al provvedimento definitivo emesso dal tribunale dei minori di Bologna) ed archivia;

il 7 ottobre 2009 la signora Meirelles impugna in corte d'appello di Bologna il decreto del tribunale per i minorenni. La corte d'appello di Bologna rigetta ancora una volta le istanza della Meirelles;

l'11 novembre 2009 la signora Meirelles si costituisce e presenta opposizione presso il giudice dell'esecuzione di Lisbona che la dichiara inammissibile;

nel frattempo - sempre nell'ambito del giudizio dell'esecuzione di Lisbona - il pubblico ministero chiede di effettuare la consegna dei bambini al padre;

il 15 febbraio 2010 il giudice dell'esecuzione ordina all'autorità centrale portoghese di accordarsi sulla consegna dei bambini al padre con l'omologa autorità centrale italiana;

il 26 febbraio 2010 la signora Meirelles avanza al giudice dell'esecuzione istanza di nullità per incompletezza della citazione iniziale (nonostante la questione non sia stata sollevata in via preliminare, e nonostante la signora abbia ugualmente esercitato il contraddittorio, non abbia subito pregiudizio alcuno ed il procedimento si sia concluso). Il pubblico ministero si esprime contro l'istanza, il giudice viceversa l'accoglie, fra l'altro asserendo che fatti del genere possono accadere in ragione della particolarità del processo, non comune presso il tribunale di Lisbona. Il signor Federico L. si oppone alla richiesta di nullità ma la sua istanza viene respinta;

il 5 marzo 2010 la signora Meirelles ricorre in Italia presso la Corte di cassazione contro il provvedimento emesso dal tribunale per i minorenni di Bologna; il ricorso è rivolto solo contro l'ordine di rimpatrio;

il 13 aprile 2010 la signora Meirelles ricorre in appello contro l'archiviazione (provvedimento del 11 settembre 2009) sul procedimento di affidamento da lei chiesto in Portogallo. Il ricorso è intempestivo oltre che infondato in fatto ed in diritto ma comunque pare accolto dalla corte d'appello di Lisbona;

il 23 aprile 2010 la signora Meirelles presenta ricorso in appello contro l'esecutività dell'affidamento in Portogallo;

il 26 aprile 2010 il signor Federico L., stremato da tutta la vicenda, presenta denuncia per infrazione alla Commissione europea nei confronti del Portogallo. Il procedimento viene rubricato al numero CHAP(2010)01687;

dopo due anni dall'illecita sottrazione dei minori, e precisamente in data 8 giugno 2010, il giudice Aja 1980 portoghese emette finalmente sentenza definitiva ordinando il rimpatrio dei bambini dando per assunta l'assenza dei rischi ex articolo 13 Convenzione dell'Aja del 1980;

il 15 giugno 2010 l'autorità centrale portoghese contatta telefonicamente il padre dei minori al fine di prendere accordi circa la consegna dei bambini. Il signor Federico L. si dice disposto a partire in qualsiasi momento raccomandandosi con le autorità portoghesi circa la pericolosità della signora Meirelles (lo stesso fa il console italiano a Lisbona, dottor Brignone). Dopo vari colloqui, anche nei giorni seguenti, le autorità portoghesi, dopo aver rassicurato i propri interlocutori sul fatto che le misure di controllo sono state prese, informano il padre che la data per la consegna è fissata per il 25 giugno 2010, perché prima non si può fare;

nel frattempo il giudice dell'esecuzione di Lisbona (non l'Aja) emette i mandati di consegna per la polizia di sicurezza pubblica ed informa l'autorità centrale portoghese; ciononostante dal 18 giugno 2006 il signor Federico L. non riesce più a parlare con i figli nemmeno al telefono. Risulterà poi che il 21 giugno è stato l'ultimo giorno in cui i bambini sono andati a scuola;

il 23 giugno 2010 la signora Meirelles chiede al giudice dell'esecuzione l'effetto sospensivo dell'appello e la revoca dei mandati. La richiesta è respinta. Nel frattempo Federico L. arriva a Lisbona in vista della consegna dei figli. Con il console italiano l'uomo va a colloquio con l'autorità centrale portoghese e viene rassicurato sul fatto che da una settimana la polizia sta controllando la Meirelles ed i bambini e che questi sono a casa. Dopodiché il padre si mette in contatto con i servizi sociali per la consegna dei minori informandoli sulla pericolosità della madre. Viene stabilito che la consegna avverrà il 25 giugno;

il 25 giugno il signor Federico L. si reca con il console italiano e l'avvocato Normanha alla polizia per la sicurezza pubblica per la consegna dei figli, ma risulta che la signora Meirelles è fuggita da una settimana con i bambini per destinazione ignota. L'uomo presenta querela contro la signora Meirelles presso il tribunale penale di Lisbona per sottrazione dei minori, scomparsa degli stessi e disobbedienza della madre a vari ordini dei giudici; presenta anche querela presso la stazione dei carabinieri di Bologna per sottrazione di minori e scomparsa degli stessi. Nel frattempo in Portogallo nessuno riesce a localizzare i bambini;

intanto il giudice dell'esecuzione, tramite il legale portoghese del signor Federico L., avvocato Normanha, suggerisce al padre una strana mediazione, mai supportata da alcuna richiesta di controparte;

il 2 luglio 2010 il giudice dell'esecuzione, accogliendo l'istanza della signora Meirelles, invia con urgenza il fascicolo alla corte d'appello di Lisbona; mentre l'autorità centrale di Lisbona chiama con insistenza il padre dei bambini per sapere quale sia la sua posizione circa la richiesta di mediazione e gli intima di rispondere formalmente entro 48 ore;

il 5 luglio 2010 il signor Federico L. si reca presso la Autorità centrale portoghese per avere chiarimenti sulla presunta proposta di mediazione e ribadisce di non opporsi a che la signora Meirelles salga in aereo e torni in Italia unitamente ai bambini, sebbene non abbia avuto alcuna richiesta formale in tal senso. Intanto l'avvocato Normanha contatta il collega di controparte per la fantomatica mediazione. Gli viene detto che sarà richiamato in giornata ma, nonostante ulteriori tentativi, ciò non viene fatto;

il sette luglio 2010 il padre rientra in Italia senza i figli;

il 28 luglio seguente il giudice dell'esecuzione chiede alla signora Meirelles di comunicare quando ha intenzione di consegnare i bambini. La madre informa il giudice dell'esecuzione che non ha intenzione né di fare sapere dove si trovi effettivamente né di consegnare i bambini poiché si dichiara certa che la corte d'appello revocherà i mandati;

il 20 agosto 2010 la corte d'appello di Lisbona respinge l'effetto sospensivo richiesto dalla madre atteso che i mandati non sono ricorribili; dopodiché il giudice dell'esecuzione recepisce e ribadisce il parere della corte d'appello, respinge l'effetto sospensivo e dichiara la signora Meirelles rea di disobbedienza;

il 6 settembre seguente - in forza degli ultimi pareri del giudice dell'esecuzione e della corte d'appello - il signor Federico L. chiede alla sezione penale di Lisbona (al GIP) i mandati di detenzione e richiesta di audizione degli agenti di polizia e dei parenti della signora Meirelles;

nel frattempo la signora Meirelles ripropone la stessa istanza di richiesta di attribuzione di effetto sospensivo alla corte d'appello di Lisbona che era già stata rigettata nel mese di agosto dalla stessa corte d'appello;

finalmente in data 24 settembre 2010 la signora Meirelles viene localizzata con i bambini a Setubal (località ubicata a circa 50 chilometri a sud di Lisbona) dalla polizia giudiziaria. Invece di avvertire il padre o l'Ambasciata italiana, la polizia giudiziaria conduce i bambini in un istituto (Santa Casa della Misericordia - Lisbona) applicando in modo ingiustificato la legge sui minori in pericolo;

il successivo 25 settembre 2010 la polizia giudiziaria inserisce il ritrovamento dei bambini in Schengen e SIRENE e convoca il padre in Portogallo urgentemente, per la consegna dei bambini, tramite Interpol. A questo punto il signor Federico L. si precipita in aeroporto mentre l'Interpol comunica agli omologhi portoghesi che l'uomo sarà a Lisbona entro l'indomani per recuperare finalmente i bambini;

il 26 settembre il padre sbarca a Lisbona alle 8.20 e incontra il console italiano e l'avvocato Normanha con i quali si reca all'istituto ma la polizia giudiziaria rifiuta di consegnare i bambini dapprima sostenendo che siccome i bambini sono sotto articolo 91 (legge portoghese sui minori in pericolo) è necessario un ulteriore mandato di un giudice per eseguire il mandato precedente;

il giorno seguente l'avvocato Normanha deposita atti informativi all'apertura delle cancellerie di tutti i tribunali a qualche titolo interessati, inclusa la corte d'appello, dopodiché il signor Federico L. si reca in tribunale portoghese con il console italiano e lo stesso avvocato Normanha per ottenere la firma del giudice su di un ordine di consegna dei bambini al padre, indirizzato all'istituto di accoglienza; nel pomeriggio dello stesso giorno il giudice Aja trasmette all'istituto un nuovo dispaccio che conferma la validità dei mandati e ne ordina l'immediata esecuzione. Ma passano alcuni minuti e la cancelleria del giudice dell'esecuzione informa il padre dei bambini che la corte d'appello ha inviato direttamente all'istituto un'ulteriore decisione sommaria presa dal giudice Vouga con la quale viene accolta l'istanza della signora Meirelles e si ordina all'istituto di consegnare i bambini alla madre. L'atto non è inoltrato (come dovrebbe) attraverso il giudice dell'esecuzione;

a questo punto l'istituto di accoglienza dei bambini, in presenza di un ordine diametralmente opposto ai precedenti (quello del giudice Aja della stessa giornata che ribadisce provvedimento di consegna dei bambini al padre del 15 settembre 2010 e quello del giudice dell'esecuzione del 8 giugno 2010 che ordina la consegna dei bambini al padre, ai quali si contrappone il provvedimento emesso dalla corte d'appello nella persona del giudice Vouga che revoca i precedenti mandati ordinando di restituire i bambini alla madre), trattiene i bambini in attesa di chiarimenti;

il 28 settembre l'avvocato Normanha (avvocato portoghese del padre dei minori) chiede una nuova certificazione al Tribunale Aja (secondo giudizio) sulla validità dei mandati e la ottiene. Si reca quindi in corte d'appello per ottenere una analoga certificazione, ma viene fatto attendere fino alla chiusura;

l'avvocato dell'istituto di accoglienza dei bambini contatta l'avvocato Normanha comunicandogli di aver ricevuto, dallo stesso giudice Vouga, un ordine che gli impone di consegnare i bambini alla madre ignorando qualsiasi altro atto di qualsiasi altra corte;

il 29 settembre 2010 l'avvocato Normanha riesce finalmente a ottenere copia degli atti dalla corte d'appello. L'ultimo atto (quello del giorno prima) a firma del giudice Vouga non contiene alcuna motivazione e ordina sostanzialmente di ignorare qualsiasi altro atto sfavorevole alla signora Meirelles, citando esplicitamente il processo Aja;

attualmente l'avvocato Normanha ha preparato un ricorso contro il provvedimento emesso dal giudice Vouga, nonché un esposto contro il medesimo presso il Consiglio superiore della magistratura portoghese;

i contorni che la vicenda sta assumendo dimostrano una scarsa idoneità delle normative internazionali a sostenere situazioni come questa e come tante altre, che, in ragione dell'aumento della convivenza tra persone di diversa nazionalità, si stanno imponendo all'attenzione dell'opinione pubblica e del legislatore -:

se non ritengano necessario intervenire presso le autorità portoghesi affinché venga data finalmente esecuzione ai provvedimenti emessi dalle autorità giudiziarie italiane e straniere con le quali è stato disposto l'affidamento esclusivo dei minori al padre, e perché le stesse autorità agevolino, nell'interesse dei bambini, il loro rientro in Italia ed affinché, per quanto di competenza, siano trovati spazi di collaborazione sul versante giudiziario per arrivare in tempi brevi ad adottare decisioni sul futuro dei bambini conformi a quanto previsto dalle convenzioni internazionali.
(5-07855)