BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
in un appello indirizzato il 6 maggio 2011 al sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, il segretario generale dell'Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), Leo Benedici, ha scritto quanto segue: «L'amministrazione penitenziaria centrale, ovvero il cosiddetto Dap, continua a sottovalutare, con conseguenze gravissime, le reali condizioni del personale femminile di polizia penitenziaria addetto agli istituti e alle sezioni detentive destinati alle detenute di sesso femminile»;
ed invero benché il personale femminile di polizia penitenziaria sia il 6,9 per cento nell'organico complessivo del corpo (3.074 su 44.620 unità) e le detenute siano mediamente il 4,6 per cento della popolazione detenuta nazionale di circa 67.600 soggetti, si continuano a trasferire le agenti agli istituti maschili o, peggio, a destinarle ad uffici ministeriali o presso segreterie politiche;
sempre secondo quanto riportato dalla Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria, nella sezione femminile della casa circondariale di Firenze-Sollicciano, in cui alloggiano 107 detenute, alcune delle quali con gravi problemi psichici e 7 bambini in tenerissima età, sono impiegate solo 1 o 2 agenti per turno, oppure presso il più grande istituto femminile d'Italia di Roma-Rebibbia per quasi 400 detenute ci sono solo 90 agenti delle 160 previste -:
quali provvedimenti urgenti intenda adottare al fine di aumentare l'organico del personale femminile della polizia penitenziaria;
se intenda richiamare il personale femminile della polizia penitenziaria assegnato presso gli istituti di pena maschili o, peggio, presso gli uffici ministeriali o le segreterie politiche. (5-07845)