BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dall'agenzia AGI del 2 maggio 2011, nel carcere di Messina è scoppiato l'allarme sanitario dopo che a un detenuto ventiduenne della Costa d'Avorio, ricoverato al policlinico della città dello Stretto, è stata diagnosticata una forma di tubercolosi conclamata;
la denuncia è stata fatta dal segretario generale della Uil-pa Penitenziari, Eugenio Samo, che sulla vicenda ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Se le autorità penitenziarie, sanitarie e politiche avessero avuto accortezza ed attenzione alle nostre pubbliche denunce sulla incompatibilità igienico-sanitaria del carcere di Messina, formulate dopo la nostra visita del 18 febbraio, oggi, forse, non dovremmo essere costretti a parlare di una preoccupante emergenza sanitaria. Ciò che ci preoccupa è che nonostante la patologia sia stata diagnosticata da almeno tre giorni nessun intervento di profilassi è stato eseguito nella struttura detentiva e nei confronti del personale e dei detenuti che sono stati, inconsapevolmente, a contatto con il detenuto malato. Responsabilmente, invece, occorre intervenire con urgenza per scongiurare i rischi di contagio»;
il detenuto affetto da tubercolosi è stato assegnato a Messina nell'ottobre del 2010, proveniente dall'ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, per avvalersi delle cure al centro clinico dell'istituto penitenziario messinese a causa di un tumore epatico;
l'interrogante ha più volte esposto la preoccupante situazione del carcere di Messina Gazzi con atti di sindacato ispettivo alcuni dei quali presentati a seguito di visite (interrogazioni 4/07241 - 4/09074 - 4/09270 - 4/09625 - 4/10121 - 4/08158 - 5/04582) -:
se il personale penitenziario e i detenuti reclusi nel carcere di Messina siano stati tempestivamente sottoposti ad un intervento di profilassi;
quali iniziative urgenti intendano adottare, negli ambiti di rispettiva competenza, al fine di scongiurare il diffondersi di casi di tubercolosi all'interno della struttura penitenziaria messinese.
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