ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07830

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 687 del 18/09/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/11669
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/09/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 18/09/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 18/09/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07830
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il 3 aprile 2011 la prima firmataria del presente atto si è recata in visita ispettiva presso la casa circondariale di Giarre (Catania), accompagnata da Gianmarco Ciccarelli (Radicali Catania);

la delegazione, ricevuta e accompagnata nel corso della visita dall'assistente capo di polizia penitenziaria Giovanni Farruggia, ha constatato la seguente situazione: la guardiola di vigilanza posta all'ingresso del carcere (la cosiddetta «block house» dove si svolge il primo filtro all'accesso della struttura) non è presidiata da alcun agente, a causa della carenza di personale; secondo quanto riferito dall'assistente capo Farruggia, la carenza di agenti di polizia penitenziaria è una delle maggiori criticità dell'istituto: «stamattina siamo in sei, ma di pomeriggio saremo ancora di meno; il nostro è un lavoro di responsabilità, noi agenti stiamo prendendo la strada dell'ansia, ma il Ministero da qualche anno a questa parte non ci sente; se qualcuno sta male devo chiamare il 118, ma dove sono gli uomini per fare uscire un detenuto?»; gli agenti effettivamente in servizio sono 32 (fra titolari e distaccati da altri istituti), a fronte di circa 50 agenti previsti dalla pianta organica; la marcata carenza di personale di polizia penitenziaria, oltre a determinare condizioni di notevole disagio fisico e fortissimo stress psicologico per gli agenti, incide sulla sicurezza dell'istituto e sulle attività trattamentali dei detenuti, che risultano fortemente ridotte;

alla carenza di personale di polizia penitenziaria si affianca il mancato funzionamento dei dispositivi di videosorveglianza; «in questo momento non funzionano le telecamere e nemmeno i monitor: prima hanno rubato Sant'Agata, poi hanno messo le grate!», afferma l'assistente capo Farruggia, per sottolineare l'assenza di sorveglianza e la schizofrenia di un sistema incapace di assicurare condizioni di sicurezza;

la cinta muraria esterna si presenta scrostata e in fase di ristrutturazione; «questo carcere è stato aperto meno di vent'anni fa, ma è una delle cosiddette carceri d'oro, è stato costruito con cemento impoverito, e le condizioni strutturali sono pessime perché raramente si fanno opere di manutenzione», afferma Farruggia; la guardiola di sorveglianza all'ingresso (la cosiddetta «block house») presenta umidità sul tetto;

prima di entrare negli ambienti detentivi e incontrare le persone ristrette, si uniscono alla delegazione il vicesindaco di Giarre Leo Cantarella e l'assessore comunale Giuseppe Cavallaro; «abbiamo promosso alcune iniziative, attività ricreative e spettacoli musicali, sia noi che l'Amministrazione provinciale», dice il vicesindaco Cantarella; «questo carcere è troppo distaccato dalla realtà esterna, il reinserimento dopo la detenzione è un aspetto problematico», afferma l'assessore Cavallaro; «parliamoci chiaramente: qui è una discarica sociale», sottolinea l'assistente capo Farruggia;

la casa circondariale di Giarre non dispone di un'area verde attrezzata per lo svolgimento dei colloqui dei detenuti con i familiari minorenni;

l'assistente capo Farruggia evidenzia l'assenza di una fermata dell'autobus in prossimità del carcere, con conseguente disagio per i familiari delle persone detenute;

la casa circondariale di Giarre nasce, in origine, come struttura a custodia attenuata destinata ad ospitare detenuti tossicodipendenti; oggi la struttura ospita anche detenuti in regime di media sicurezza; i detenuti presenti sono circa 100, a fronte di una capienza regolamentare di circa 60 posti, secondo quanto riferito dagli agenti; le celle hanno una dimensione di 16 metri quadrati, ospitano al massimo 3 detenuti e sono tutte provviste di doccia al loro interno; le ore d'aria sono 4, due al mattino e due al pomeriggio; i detenuti stranieri presenti, perlopiù sfollati da istituti del nord Italia, sono circa 40;

l'assistenza sanitaria è assicurata da una guardia medica dalle 14.00 alle 20.00; di mattina è presente il dirigente sanitario; l'infermiere è presente la mattina e il pomeriggio; nelle ore notturne, in caso di necessità, viene chiamata la guardia medica esterna; se è necessario ricoverare un detenuto in una struttura esterna, per la traduzione e per il piantonamento possono esserci problemi legati alla carenza di agenti di polizia penitenziaria; molti detenuti presentano problemi di tipo psichiatrico; nella sezione B sono presenti 22 detenuti in regime di custodia attenuata; i detenuti presenti in questo reparto scontano una condanna definitiva; le porte delle celle sono aperte dalle 8.30 alle 19.00;

all'interno della sezione è presente un piccolo laboratorio per la decorazione della ceramica; alcuni detenuti raccontano di aver partecipato ad un corso di vasai: i vasi realizzati sono stati esposti in una mostra realizzata in una sala messa a disposizione dal comune di Giarre, e il ricavato è stato donato agli extracomunitari; i detenuti lamentano l'assenza di una palestra: «non ci sono i fondi per allestirla», spiegano gli agenti; ai detenuti è consentito giocare a pallone per tre volte alla settimana; all'interno del carcere c'è un teatro che però, a detta dei detenuti, nell'ultimo periodo non è più stato utilizzato; i detenuti che lavorano sono pochi, e lamentano la limitatezza dei fondi per le mercedi: «io sono lavorante in cucina e guadagno 30 euro al mese, non mi bastano nemmeno per le sigarette», afferma un detenuto; il rapporto con gli agenti di polizia penitenziaria è buono, sottolineano i detenuti; un grave problema, a detta dei detenuti, è il rapporto con il magistrato di sorveglianza: «l'ultima volta l'ho visto un anno e mezzo fa», dice un detenuto; «il magistrato di sorveglianza non funziona, è assente», conferma un altro; i detenuti sottolineano il disagio a cui vanno incontro, in occasione dei colloqui, i familiari non forniti di automobile: «non c'è una fermata dell'autobus vicino al carcere, le nostre famiglie devono percorrere un chilometro e mezzo in salita per arrivare dal carcere alla strada nazionale»;

i detenuti manifestano gratitudine per la visita: «quel poco di umanità che ci mostrate voi radicali è l'unico filo di speranza; mandate a Pannella un bacione da parte dei ragazzi di Giarre»; e ancora: «qui RadioRadicale purtroppo non si prende, è possibile fare qualcosa?»;

nella sezione A, che si sviluppa su due piani, sono ristretti detenuti comuni in regime di media sicurezza; in ciascuna cella è presente un letto a castello a 3 piani;

la delegazione ha incontrato i detenuti di questo reparto nel cortile-passeggio; nel corso del colloquio con i detenuti, si presenta il dottor Sebastiano Russo, dirigente sanitario della casa circondariale;

i detenuti lamentano disagi per la mancanza di acqua calda («quando c'è, è soltanto per mezz'ora al giorno»); problemi nel rapporto con il magistrato di sorveglianza; assenza di attività («non c'è la scuola superiore, non ci sono corsi, il teatro a malapena l'abbiamo intravisto, senza fare nulla il reinserimento è un'utopia»); lamentano inoltre il fatto che l'amministrazione del carcere fornisca gratuitamente soltanto mezzo litro di detersivo ogni due mesi e una spugnetta: «tutto il resto dobbiamo acquistarlo di tasca nostra, anche i sacchetti per la spazzatura», affermano i detenuti; la carenza di risorse economiche, anche per fare fronte ad esigenze primarie, viene sottolineata dall'assistente capo Farruggia, che afferma: «non abbiamo fondi, a volte il Lysoform lo porto io da casa»; i prezzi del sopravvitto, a detta dei detenuti, sono superiori a quelli di mercato («un bagno schiuma Neutro Roberts da 750 ml lo paghiamo 3,85 euro»);

C.S. nato a Napoli il 18 dicembre 1975, racconta di aver chiesto un trasferimento per stare più vicino alla sua famiglia, che non vede da molto tempo: «non faccio un colloquio da circa 2 anni, ho tre figli e mia madre ha problemi di salute; prima stavo nel carcere di Secondigliano, poi mi hanno trasferito a Ragusa e adesso sono qui a Giarre»; C.S. lamenta il fatto di aver chiesto, da circa 2 anni, di poter fare le analisi del sangue, senza che ancora il prelievo sia stato effettuato;

anche G.A., nato a Napoli l'11 gennaio 1970 e padre di tre figli minorenni, vorrebbe essere trasferito in un istituto campano per poter stare più vicino alla famiglia («mia figlia ha un linfoma, non ce la faccio a stare lontano da lei»);

D.M., detenuto marocchino nato il 23 novembre 1980, è stato trasferito a Giarre nel marzo 2010 dal carcere milanese di Opera; D.M lamenta il fatto di non aver ricevuto il sussidio di disoccupazione che aveva chiesto durante la detenzione nel carcere di Milano: «avevo fatto domanda a Opera, l'INPS ha pagato tutti quelli che, come me, avevano fatto richiesta, perché a me i soldi non sono stati dati? Perché mi hanno mandato qua?», si chiede;

S.O. nato a Siracusa il 15 giugno 1977, non sa per quale ragione sia stato diminuito, dal settembre del 2010, il numero delle telefonate e dei colloqui allo stesso consentiti: «prima facevo 6 colloqui e 4 telefonate ogni mese, così come tutti gli altri detenuti; da 8 mesi invece posso fare soltanto 4 colloqui e 2 telefonate, per quale motivo non è dato saperlo, il direttore non mi ha dato alcuna motivazione valida»;

M.V. è detenuto che lavora come barbiere per 30 euro al mese, «ma da 7 mesi non mi pagano», lamenta;

molti detenuti lamentano l'assenza dell'educatore («l'educatore non si vede mai»);

K.G. nato a Tunisi il 24 febbraio 1972, è un detenuto tossicodipendente sottoposto a trattamento metadonico, ormai prossimo alla liberazione per fine pena («mi hanno accettato in una comunità a Milano, ma non ho i soldi per il biglietto del treno»);

l'infermeria della casa circondariale di Giarre non è dotata di defibrillatore;

un intervento chirurgico previsto per un detenuto in data 1o aprile è stato rinviato a causa della carenza di personale di polizia penitenziaria, secondo quanto riferito dal dirigente sanitario;

l'assistente capo di polizia penitenziaria F.T., nato in Germania il 26 settembre 1968 e residente a Marianopoli (Caltanissetta), vorrebbe essere trasferito in un istituto della provincia di Caltanissetta: «vivo una situazione di fortissimo disagio, sono veramente disperato, sono in servizio da 21 anni e da 18 anni faccio il pendolare, non ce la faccio più a fare 160 km al giorno» -:

se siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa;

cosa intenda fare il Ministro della giustizia:

a) per ripristinare i dispositivi di sicurezza dell'istituto di Giarre;

b) per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria;

c) per riportare alla capienza regolamentare i posti detentivi;

d) per offrire concrete possibilità di lavoro ai 100 detenuti presenti;

e) per assicurare la manutenzione degli edifici;

f) per assicurare l'erogazione acqua calda;

g) per allestire un'area verde per lo svolgimento dei colloqui dei detenuti con i familiari minorenni;

h) per dotare i detenuti di generi per la pulizia delle celle;

i) per controllare i prezzi praticati all'interno dell'istituto per la vendita ai detenuti di generi di varia natura;

l) per dotare l'istituto di una palestra adeguatamente attrezzata, magari in sinergia e in collaborazione con gli enti istituzionali locali;

m) per fare in modo che i detenuti provenienti da altre regioni scontino la loro pena in istituti più vicini ai loro congiunti, come previsto dall'ordinamento penitenziario;

n) per incrementare il numero degli educatori;

cosa intendano fare, per quanto di competenza, i Ministri interrogati per assicurare il diritto alla salute dei detenuti e per scongiurare eventi critici e/o drammatici causati dalla penuria di personale medico h 24 e dall'assenza di strumentazioni di primo soccorso come il defribillatore;

quali iniziative di propria competenza intenda assumere il Ministro della giustizia, in relazione alle criticità rappresentate in premessa con riferimento al ruolo della magistratura di sorveglianza. (5-07830)