ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07534

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 672 del 25/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: TORRISI SALVATORE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 25/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 25/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 25/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07534
presentata da
SALVATORE TORRISI
mercoledì 25 luglio 2012, seduta n.672

TORRISI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:


in riferimento alla legge n. 148 del 2011, che delega il Governo alla riorganizzazione e distribuzione degli uffici giudiziari, e alla proposta di soppressione anche della sezione del tribunale di Paternò (con competenza anche nei comuni viciniori di Ragalna, Santa Maria di Licodia, Castel di Iudica, Ramacca e Raddusa) sezione distaccata dal tribunale di Catania, si sottopongono le ragioni a sostegno del mantenimento della suddetta sezione;

la sezione di Paterno serve un vasto territorio che si estende per circa 640 chilometri quadrati e accoglie una popolazione di quasi centomila abitanti. Si tratta di un territorio a vocazione prevalentemente agricola, ove non mancano insediamenti industriali e fiorenti attività artigianali e commerciali che danno luogo a una vivace economia. Tali attività e il loro sviluppo necessitano, però, di un efficiente servizio della giustizia, la cui carenza ne può causare intralcio e quindi recessione. Difatti, come si evince dai rapporti della Dia, nel territorio paternese si registra una forte presenza di elementi affiliati al clan mafioso catanese dei Santapaola, nonché di altre famiglie mafiose locali quali gli Alleruzzo, gli Assennata e i Morabito. In questi anni la sezione distaccata di Paternò ha svolto, e svolge ancora, una adeguata e soddisfacente attività con lo smaltimento di migliaia di cause, sia in sede civile che penale, contribuendo a dare certezza ai rapporti giuridici tra i cittadini e sicurezza all'ambiente economico e commerciale. La soppressione - ancorché costituisca una delle opzioni che la legge delega conferisce al Governo - attuata in maniera indiscriminata, non rappresenta però il rimedio migliore per assicurare una razionale distribuzione degli uffici giudiziari nel territorio dello Stato e, soprattutto, non rappresenta la via migliore per raggiungere uno degli obiettivi fondamentali della legge delega: procurare «un incremento di efficienza» del servizio-giustizia. La delega al Governo di accorpare le sezioni distaccate da quella centrale non ha, nella ratio legis, carattere cogente, essendo invece concepita come semplice «opzione» da adottare caso per caso;

è inoltre opportuno sottolineare come la struttura giudiziaria del tribunale di Catania si dibatte quotidianamente alla ricerca di un equilibrio precario, tra molte problematiche che attengono ad una logistica carente e alle esigue risorse (umane e non) a disposizione per gestire i servizi, alle strutture inadeguate, e che richiedono sforzi immensi da parte dei dirigenti per garantire efficienza ed equilibrio sufficienti. Si tratta di valutazioni fatte dal consiglio giudiziario presso la corte d'appello di Catania, il quale ha espresso il proprio parere sull'argomento, ritenendo confacente alle necessità del territorio - per un efficiente servizio di giustizia - ridurre le attuali sette sezioni del tribunale di Catania a tre, tra le quali, appunto, è prevista quella di Paternò, che potrebbe accorpare, oltre alla sezione di Belpasso, anche quella di Adrano e Bronte Paternò, essendo in possesso di tutti i parametri previsti dalla legge per una sezione «modello» all'espletamento dei compiti di Giustizia e per la sua strategica posizione geografica, è senz'altro idonea a continuare a fornire un dignitoso servizio;

le suddette ragioni - di valeva obiettiva e razionale - hanno peraltro indotto l'associazione forense di Paternò (che abbraccia circa 200 avvocati) e i sindaci dei comuni sopra indicati a chiedere già, al Ministro interrogato e al Governo, di adottare una ragionevole decisione che preveda il mantenimento della sezione di Paternò, conformemente alle indicazioni espresse dal consiglio giudiziario che si è fatto interprete delle effettive necessità del territorio compreso nella circoscrizione del tribunale di Catania -:


se il Ministro intenda chiarire le regioni per le quali si sia proceduto alla soppressione della sezione distaccata di tribunale di Paternò che insiste in un territorio ad alta presenza di criminalità organizzata. (5-07534)