ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07475

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 669 del 19/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI GIUSEPPE ANITA
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI PIETRO ANTONIO ITALIA DEI VALORI 19/07/2012
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 19/07/2012
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 19/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 19/07/2012
Stato iter:
12/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 12/12/2012
Resoconto BRAGA FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI)
 
REPLICA 12/12/2012
Resoconto DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/07/2012

SOLLECITO IL 17/10/2012

DISCUSSIONE IL 12/12/2012

SVOLTO IL 12/12/2012

CONCLUSO IL 12/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07475
presentata da
ANITA DI GIUSEPPE
giovedì 19 luglio 2012, seduta n.669

DI GIUSEPPE, DI PIETRO, MESSINA e ROTA. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la vexata questio dello zuccherificio del Molise è agli onori delle cronache ormai da tempo, ed oltre a quanto ampiamente documentato dalla cronaca giornalistica, anche il Governo era stato, a suo tempo, debitamente informato da più interrogazioni in merito;

lo zuccherificio del Molise le cui quote al 31 dicembre 2011 erano così suddivise, il 37,7 per cento al socio privato Remo Perna, il 24,5 per cento alla regione Molise, il 34,5 per cento all'Arsiam e infine il 3,3 per cento alla regione Puglia, non riusciva a garantire la liquidità necessaria alla propria sopravvivenza, tanto che, già nel novembre 2011, una serie di scioperi e manifestazioni da parte dei lavoratori dello zuccherificio, avevano sollevato il problema del mancato pagamento degli stipendi come già si era verificato nel mese di settembre e ancora prima nel mese di luglio 2011;

il problema degli stipendi si è di seguito aggravato alla luce del debito contratto dallo zuccherificio, una fattura da tre milioni di euro di gas non pagati, che fra interessi e more arriva a 4 milioni, e che aveva portato al pignoramento presso le diciannove banche che abitualmente servono lo zuccherificio del Molise allorquando la Energy Trading, che eroga il metano necessario per la campagna saccarifera, aveva fatto notificare un decreto ingiuntivo per l'ultima fattura del gas non pagata; questa situazione si è ripercossa sia sui bieticoltori in attesa del terzo acconto pari a circa 3 milioni di euro a fronte di una effettiva disponibilità di soli 48 mila euro, che sui titolari di numerose imprese che si occupano dell'ordinaria manutenzione dello zuccherificio in credito verso lo stabilimento;

la Energy Trading aveva quindi chiesto di mettere in liquidazione lo stabilimento per una fattura da tre milioni di euro non pagata; all'epoca dell'accaduto la gestione era in mano al socio privato il signor Perna, l'uomo che lo stesso Iorio aveva presentato come il «Marchionne» del Molise, che gestiva anche le trattative per organizzare un piano di rientro con le bianche;

il 13 dicembre 2012, il Consiglio di amministrazione dell'azienda saccarifera, su indicazione del governatore del Molise Iorio, ha nominato l'ex assessore regionale all'agricoltura Antonio Di Rocco, come nuovo presidente dello zuccherificio del Molise. Nella medesima seduta del Consiglio di amministrazione si è discusso della situazione finanziaria dello zuccherificio, in particolare dell'istanza di fallimento promossa dalla Energy Ti International Trading;

già nel gennaio 2012, le organizzazioni sindacali dichiaravano allarmate che per la prima volta dopo circa quarant'anni i lavoratori dello zuccherificio del Molise SpA non hanno ricevuto la tredicesima e non hanno certezza sulla corresponsione della mensilità del mese di dicembre, prefigurando lo spettro del crac, mentre l'azienda assumeva con un contratto a tempo indeterminato il cognato del socio privato Remo Perna e la nipote del presidente di Fin-Molise Teresio Di Pietro;

per tentare di salvare dal fallimento lo zuccherificio, la giunta Iorio ha proposto un aumento del capitale sociale pari a 15 milioni di euro, approntando contestualmente un piano di exit strategy, ovvero, dismissione delle quote appena comprate cedendole magari ad imprenditori eventualmente interessati;

il 20 marzo 2012, la Giunta regionale Molise ha autorizzato l'azione di ricapitalizzazione combinata, attraverso una conversione di parte dei crediti, e di nuova capitalizzazione, ciascuno del 50 per cento per un totale di circa 8 milioni di euro, nella misura cautelativa di intervento esclusivo della regione, motivando la decisione con la conclusione che «permangono condizioni tali da dare fiducia al rilancio ed alla stabilizzazione del percorso dello zuccherificio, che dalla documentazione appare sostenibile, con il concorso di tutti»;

nel corso del Consiglio di amministrazione dello stabilimento del 23 marzo 2012, si ratifica la fine dell'ingloriosa era Perna, sostituito dal top manager Alberto Alfieri, specializzato nelle ristrutturazioni aziendali, già consulente Parmalat, Danone, Gaudianello, San Gemini e al momento amministratore delegato della Cadey, chiamato a salvare l'azienda saccarifera, l'unica rimasta nel Meridione, per farla camminare con le proprie gambe, senza più l'aiuto del pubblico;

a seguito delle indagini intorno allo zuccherificio, relative alle ipotesi di truffa il 18 aprile 2012 il giudice di Campobasso Maria Rosaria Rinaldi ha accolto la richiesta del pubblico ministero Fabio Papa, titolare della complessa indagine su aggiotaggio, truffa e ricettazione che vede nel mirino lo zuccherificio e ben 17 persone, fra cui il presidente della giunta regionale e l'assessore al bilancio Vitagliano, iscritte sul registro degli indagati; inoltre, il socio privato dello zuccherificio del Molise, Remo Perna, non potrà avere alcuna carica societaria, per sei mesi, né nelle proprie né in altre società, per l'ipotizzato pericolo che la «condotta criminosa adottata in occasione della sua permanenza nello stabilimento saccarifero molisano con la presenza di diverse società a lui collegate possa essere perpetrata». Oltre a Remo Perna l'ordinanza ha coinvolto altre persone, suoi uomini di fiducia con ruoli di primo piano in quel meccanismo societario di scatole cinese sul quale ormai da un pezzo si sono concentrate le attenzioni degli investigatori della procura di Campobasso. Si tratta di Romano Deni, Vittorio Testa e Antonio Mucciardi. La richiesta di misura interdittiva è accolta anche per Vittorio Testa, cognato di Remo Perna, e Antonio Mucciardi;

all'attivo della procura molisana sussistono due filoni d'inchiesta legati alla vicenda dello zuccherificio confluiti in un unico imponente fascicolo. Il primo riguarda l'aggiotaggio, vale a dire false informazioni al mercato nel tentativo di condizionare in maniera illegittima il valore delle quote dello stabilimento in previsione della loro cessione al socio privato. Sotto accusa, in questo caso, il vecchio consiglio di amministrazione dello stabilimento saccarifero e l'ex collegio dei revisori dei conti. Il primo rappresentato da Domenico Porfido, Franco e Luigi Tesi, Gabriele La Palombara, Stefano Benatti, e Gino Vignone. Il secondo da Umberto Vaccarella, Franco D'Abbate e Paolo Veri. A loro si erano aggiunti, come indagati anche con l'accusa di falso in bilancio e abuso d'ufficio, il presidente della regione Molise Michele Iorio e l'ex assessore alla programmazione Gianfranco Vitagliano, che la procura individua, in virtù della sua funzione di «intermediario» nelle trattative, come l'ispiratore della presunta operazione illegittima, cioè aver condizionato il mercato fornendo una fotografia della situazione finanziaria interna, attraverso il bilancio del 2008, diffondendo «notizie false finalizzate a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari non quotati». In mezzo ci sono la cessione delle quote, la loro riconversione e la ricapitalizzazione dello zuccherificio, dunque il suo valore effettivo sui mercati, oltre alla famosa tassa di ristrutturazione da 30 milioni di euro imposta agli stabilimenti;

il secondo fascicolo d'inchiesta è incentrato sulle ipotesi di reato di truffa e ricettazione e coinvolge altre persone: oltre a Remo Perna il figlio Francesco, e appunto membri dei Consiglio di amministrazione delle società interessate all'operazione «zucchero», come Deni Romano, Vittorio Testa, Antonio Mucciardi e Elvio Carugno. Il filone ruota attorno al presunto ingiusto profitto che la famiglia Perna avrebbe ottenuto grazie ai finanziamenti pubblici e all'assegnazione del pacchetto azionario privato del 37,7 per cento con l'individuazione senza gara d'appalto da parte della regione Molise;

i giudici fallimentari, l'8 maggio 2012, hanno sciolto le riserve decidendo di accettare la richiesta di rinvio dell'udienza pre-fallimentare richiesta dalla società del gas che è in credito di tre milioni e seicentomila euro. L'udienza, che vede contrapposti zuccherificio ed Energy Trading, viene fissata all'11 luglio 2012, consentendo allo zuccherificio di proseguire nella sua attività e di organizzare la campagna dello zucchero per presentare un nuovo piano industriale di rilancio e convincere le banche a concedere prestiti che finora sono stati negati;

secondo quanto emerso dagli atti pubblici dell'Agea a fine maggio scorso, si apprende una nuova preoccupante notizia circa la gestione dello zuccherificio del Molise; pare infatti che non siano stati versati i contributi per la ristrutturazione sulla campagna 2008-2009 né pagate le tasse sulla produzione delle campagne saccarifere dal 2009 al 2012; il totale debitorio a carico dell'azienda è pari a 12 milioni di euro; elemento di cui l'Agea ha già informato sia il Ministro dell'economia e delle finanze che quello delle politiche agricole, alimentari e forestali ed anche l'Avvocatura dello Stato per conoscere quali strumenti adottare;

nella seduta regionale del 12 giugno si era deliberata, con voto a maggioranza, la salvaguardia di tutti i posti di lavoro dei dipendenti dello zuccherificio, invece, sempre nel giugno scorso è partito il piano di ristrutturazione del nuovo zuccherificio varato dal manager Alfieri, caratterizzato da forti tagli ai costi, ed i primi a rimetterci sono stati i lavoratori; nel documento, del quale la giunta regionale di Iorio ha preso atto, è indicato che resteranno 67 lavoratori su 103; la proposta prevede la nascita di una nuova società che gode di agevolazioni fiscali, senza debiti, pulita, da sostituire alla old company. Questa new co interamente controllata dal socio pubblico, la regione, dovrebbe affittare gli impianti di produzione dello zucchero per almeno tre anni, godere del diritto di prelazione degli «assets» e diventare titolare dei contratti con i bieticoltori e con clienti e fornitori dello zuccherificio;

allo stato dei fatti, nell'organico dello zuccherificio, sono stati individuate 29 unità lavorative in esubero, motivate da varie ragioni finanziare, economiche e produttive dello stabilimento, che secondo l'interrogante, appaiono incongruenti con il dato relativo alla retribuzione del top manager Alberto Alfieri che solo tra aprile a giugno ha percepito una somma pari a 117 mila euro così suddivisi: 24 mila euro mensili come proprio compenso, per un totale ad oggi di 58 mila euro, ed i restanti 59 mila euro alla Tempogest srl, società, alla quale l'Alfieri ha affidato le sorti dello stabilimento;

lo zuccherificio del Molise, nonostante abbia una produzione fortemente stagionale, che vede nei periodi della campagna saccarifera la necessita di aggiungere oltre 150 dipendenti avventizi ai 103 dipendenti in fissi, non ha previsto, nell'accordo, l'ipotesi di reinserimento nel ciclo produttivo dell'azienda dei 29 lavoratori in esubero, senza prevedere neanche il più classico dei turn-over con il personale che va in pensione. Allo stato attuale i 29 esuberi sono fuori da tutto: ciclo produttivo e tutele sociali e nello stabilimento si continuerà a produrre e a gestire la stessa mole di lavoro con minor numero dipendenti interinali;

in una nota congiunta del 26 giugno 2012, i consiglieri regionali Paolo di Laura Frattura, Cristiano Di Pietro, Danilo Leva e Salvatore Ciocca, hanno annunciato di volersi fare promotori del percorso istituzionale più consono teso al recupero delle somme pubbliche sperperate in questi anni per finanziare lo zuccherificio del Molise, circa 100 milioni di euro di finanziamenti regionali, nazionali ed europei, che non hanno consentito il rilancio dell'azienda ma l'hanno portata di fatto al fallimento;

la scorsa settimana il giudice del tribunale di Larino ha accolto la proposta degli avvocati dello stabilimento saccarifero ed ora ci si avvia verso il concordato preventivo per lo zuccherificio del Molise; si provvederà a nominare il commissario liquidatore, che dovrà preoccuparsi di programmare tempi e modalità per saldare i debiti, senza trascurare la vicenda dei dipendenti minacciati di licenziamento -:

se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

se il Ministro interrogato non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, di verificare l'effettivo utilizzo dei fondi statali concessi negli ultimi anni;

se il Ministro interrogato non intenda valutare opportune iniziative normative per garantire la continuità operativa dello zuccherificio del Molise attraverso il riconoscimento degli aiuti alla ristrutturazione degli impianti di produzione di zucchero così da tutelare gli attuali livelli occupazionali. (5-07475)