ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07320

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 665 del 12/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 12/07/2012
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 12/07/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 12/07/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 12/07/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 12/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 12/07/2012
Stato iter:
18/12/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/12/2012
Resoconto ROSSI DORIA MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 18/12/2012
Resoconto TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/07/2012

DISCUSSIONE IL 18/12/2012

SVOLTO IL 18/12/2012

CONCLUSO IL 18/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07320
presentata da
MAURIZIO TURCO
giovedì 12 luglio 2012, seduta n.665

MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

il 28 giugno 2012 il Ministro dell'istruzione Francesco Profumo e il presidente della Cei Angelo Bagnasco hanno siglato nel quasi generale silenzio mediatico, due intese volte a modificare il punto 4.4. del decreto del Presidente della Repubblica 16 dicembre 1985 n. 751 «Esecuzione dell'intesa tra l'autorità scolastica italiana e lo Conferenza episcopale italiana per l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche» pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 1985, n. 299;

tali intese introducono l'obbligatorietà del titolo di livello universitario (baccalaureato, licenza o dottorato in teologia o in altre discipline ecclesiastiche, laurea magistrale in scienze religiose) ai fini dell'insegnamento della religione nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado;

gli effetti della modifica della normativa sopra richiamata non saranno tanto rilevanti sull'insegnamento della religione nelle scuole medie e superiori (ove è già previsto un titolo di studio di livello universitario), quanto nelle scuole dell'infanzia e primarie, ove circa 19 mila docenti (non laureati) che attualmente insegnano religione e altre discipline verranno verosimilmente estromessi per sempre dall'insegnamento della prima, dal momento che, a decorrere dal 2017, sarà richiesto loro di conseguire, a proprie spese, un master universitario di secondo livello (in genere biennale) in scienze religiose per poter continuare ad insegnare religione;

è molto probabile che la nuova disciplina creerà, una volta a regime, le condizioni per l'assunzione di circa 10-20 mila unità di nuovi docenti specializzati graditi alla curia (ma retribuiti dallo Stato Italiano) che insegneranno esclusivamente religione per effetto del loro titolo e della certificazione di idoneità rilasciata dall'ordinario diocesano, qualora i quasi 19 mila insegnanti over 50 non potessero o volessero affrontare la spesa relativa al conseguimento del master di cui sopra, dal momento che potrebbero, a parità di stipendio, continuare ad insegnare le altre discipline, compensando la differenza delle ore di religione (due ore settimanali per le scuole primarie e sessanta ore annue per le scuole dell'infanzia) con ore d'insegnamento di cattedra aggiuntive -:

se tale intesa tra lo Stato italiano e la CEI comporti nuovi e maggiori oneri a carico dello Stato e, nell'ipotesi affermativa, quale ne sia la quantificazione esatta, quali le relative coperture finanziarie ed i conseguenti tagli ai capitoli di spesa pubblica, tanto più inaccettabili e deprecabili nell'attuale fase recessiva che sta vivendo il nostro Paese. (5-07320)