ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07277

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 660 del 04/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: RUBINATO SIMONETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/07/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOGLIARDI GIAMPAOLO PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012
VIOLA RODOLFO GIULIANO PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012
BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO 04/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 04/07/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07277
presentata da
SIMONETTA RUBINATO
mercoledì 4 luglio 2012, seduta n.660

RUBINATO, FOGLIARDI, SBROLLINI, VIOLA e BENAMATI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:




a partire dal decreto-legge n. 112 del 2008, si sono operati una serie di drastici tagli che hanno colpito il sistema nazionale dell'istruzione;


la riduzione delle risorse ha riguardato anche la scuola paritaria non statale, che ha registrato a partire dalla manovra di bilancio 2009 una serie di consistenti decurtazioni superiori anche al 50 per cento della somma stanziata a bilancio dello Stato per il 2008 (535 milioni circa);


successivamente, ogni anno, considerata l'insostenibilità di tali decurtazioni, il Parlamento e il Governo hanno via via proceduto a stanziare dei contributi integrativi, in tempi e con modalità che hanno reso tuttavia difficile per tali istituzioni procedere ad una regolare programmazione del servizio scolastico;


in particolare, la legge di bilancio 2011, nel programma 1.9, istituzioni scolastiche non statali, ha previsto uno stanziamento in conto competenza di 281,2 milioni di euro sul cap. 1477 «Contributi alle scuole paritarie comprese quelle della Valle d'Aosta». In corso di esercizio sono state operate variazioni sia in aumento (per 2,7 milioni di euro quali somme derivanti dal riparto del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa), sia in diminuzione (per circa 29 milioni di euro, conseguente all'accantonamento cautelativo effettuato ai sensi dell'articolo 1, comma 13, della legge n. 220 del 2010, poi trasformato in vera e propria decurtazione ai sensi dell'articolo 40, comma 1-bis, del decreto-legge n. 98 del 2011) per cui lo stanziamento definitivo del cap. 1477, al 31 dicembre 2011, è risultato pari a 254,5 milioni di euro, a cui si sono aggiunti ulteriori 245 milioni, derivati dal riparto del Fondo per le esigenze urgenti e indifferibili, come determinato ai sensi dell'articolo 1, comma 40, della legge di stabilità 2011, che sono stati iscritti in un apposito cap. 1299 «Somme da trasferire alle regioni per il sostegno alle scuole paritarie»; nel complesso, dunque, al 31 dicembre 2011, per le scuole paritarie sono stati stanziati, sui due capitoli indicati, complessivi 499,5 milioni di euro;


nel bilancio di previsione per il 2012, il programma 1.9 istituzioni scolastiche non statali è dotato di 511,2 milioni di euro per il 2012, di cui 242 milioni allocati, per il solo anno 2012, sul cap. 1299 «somme da trasferire alle regioni per il sostegno delle scuole paritarie», ai sensi dell'articolo 33, comma 16, della legge n. 183 del 2011 e 268,9 milioni di euro sul cap. 1477 «contributi alle scuole paritarie comprese quelle della Valle d'Aosta», sul quale è stato registrato un accantonamento indisponibile per un importo pari a circa 3,5 milioni di euro, disposto ai sensi dell'articolo 13, comma 1-quinquies, del decreto legge n. 16 del 2012;


per i prossimi anni 2013 e 2014 le risorse del programma di spesa 1.9 risultano iscritte sul cap. 1477 per un importo pari a 278,6 milioni di euro, ma anche per tali anni saranno disposti accantonamenti indisponibili, allo stato attuale non ancora quantificati;


gli effetti della predetta riduzione di oltre il 50 per cento dello stanziamento per i prossimi anni incideranno in modo pesante sul servizio offerto dalle scuole dell'infanzia e primaria paritarie, che sin qui hanno accolto rispettivamente circa 640.000 bambini (pari al 40 per cento della popolazione scolastica di età compresa tra i 3 e i 6 anni) e 196.000 bambini dai 6 ai 10 anni, occupando oltre 80.000 persone, tra personale docente e non docente, contribuendo in modo significativo al buon livello qualitativo raggiunto dalla scuola pubblica italiana;

la rete delle scuole dell'infanzia paritarie, in particolare, presenti in tutto il territorio nazionale in 4.800 comuni, ha contribuito al raggiungimento degli obiettivi di allargamento del relativo servizio fissati dal Ministero dell'istruzione; in alcune regioni, quali il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna, il servizio da esse offerto è stato determinante per garantire la funzione sociale ed educativa di questo servizio fondamentale per le famiglie, coprendo oltre il 55 per cento dell'offerta del servizio;

in Veneto questa percentuale, secondo i dati dell'ufficio scolastico regionale, sale addirittura al 67,03 per cento: sono ben 1.183 scuole dell'infanzia che nell'anno scolastico 2010/2011 hanno accolto 93.802 bambini dai 3 ai 6 anni, di cui 660 disabili e 9.613 stranieri; contano circa 9.500 dipendenti, di cui 5.700 docenti; si tratta di scuole che hanno radice nella tradizione degli «asili infantili» nati in ambito caritativo e laico, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, prima che fossero aperte le scuole materne da parte dello Stato, anche se in molti casi la gestione è ora demandata ad associazioni di genitori, oppure affidata a cooperative sociali. Esse sono diffuse capillarmente nel territorio, tanto da costituire in, molti comuni l'unico servizio presente per l'infanzia, cosicchè le due scuole, la paritaria e la statale, «trovano nel nostro territorio regionale un'effettiva integrazione quali strumenti a servizio di un medesimo sistema educativo pubblico» (v. relazione del maggio 2011 dell'ufficio IV della direzione generale del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca di Venezia), con un notevole risparmio per le casse dello Stato, di oltre 520 milioni di euro l'anno secondo dati forniti dalla Fism;


nel Centro sud la situazione si presenta capovolta e la percentuale di scuole dell'infanzia statali supera in media il 63 per cento del totale, con i conseguenti maggiori esborsi sostenuti dallo Stato per l'erogazione del servizio e la gratuità del servizio per le famiglie, con una evidente disparità di trattamento rispetto alle famiglie, come appunto quelle del Veneto, che devono corrispondere per il servizio della scuola dell'infanzia una retta mensile che va in media dai 150 ai 180 euro;


la consistente riduzione dei contributi statali per gli anni 2013 e seguenti, in concomitanza con la difficoltà degli enti locali, a causa dei sempre più pesanti vincoli del patto di stabilità e dei tagli dei trasferimenti imposti dalle manovre finanziare, di compensare le carenze di liquidità dovute ai tagli operati a livello statale, avrà come conseguenza inevitabile, in un momento di grave crisi economica generale, che molte scuole dell'infanzia paritarie saranno costrette ad aumentare le rette a carico delle famiglie (che già coprono circa il 60 per cento del costo di gestione del servizio) o, in alternativa, per non venire meno alla funzione sociale da sempre svolta, alla chiusura di classi o di scuole intere;

in effetti la Fism del Veneto ha già annunciato alla stampa la chiusura di almeno 13 scuole (1 a Belluno, 3 a Padova, 4 a Treviso, 2 a Verona, 3 a Vicenza), a partire dal prossimo 10 settembre, con il risultato di 60 nuove sezioni chieste alla scuola dell'infanzia statale e almeno 1.080 bambini potenzialmente senza scuola;


la stessa direzione dell'ufficio regionale scolastico del Veneto ha comunicato di recente al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca che la scuola dell'infanzia statale, allo stato attuale non è in grado di accogliere, nell'ambito del contingente assegnato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per l'as. 2012/13, le numerose richieste di istituzione di nuove sezioni statali, per soddisfare le quali sarebbero necessari almeno 98 posti in più rispetto a quelli già autorizzati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Tali istanze constano da un lato nella richiesta di un numero aggiuntivo di sezioni, presso scuole statali già funzionanti, a causa dell'aumento dei bambini iscritti (26 sezioni, per un totale di 52 posti - due docenti per ogni sezione - e 630 circa alunni interessati) e dall'altro nella «statalizzazione» di scuole paritarie che, per difficoltà economiche, cesseranno la loro attività dal prossimo 10 settembre (23 sezioni, per un totale di 46 posti e circa 570 alunni interessati);


conclusivamente, appare evidente che se le scuole paritarie dell'infanzia fossero costrette a chiudere a causa del dimezzamento del contributo statale lo Stato dovrebbe sostenere una spesa aggiuntiva per provvedere ad erogare direttamente il servizio della scuola dell'infanzia, di entità notevolmente superiore al reintegro dello stanziamento per le istituzioni scolastiche non statali al livello degli anni precedenti, con il rischio che comunque si verifichi in alcune regioni, come il Veneto, la Lombardia, ma anche l'Emilia-Romagna, una grave emergenza educativa, per il numero di bambini che rimarrebbero privi del servizio educativo in piena contraddizione con gli obiettivi di allargamento della scuola dell'infanzia prefissati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, ma anche ad un'emergenza sociale, per il venir meno di un servizio indispensabile alle famiglie in territori in cui entrambi i genitori molto spesso lavorano, ed occupazionale, considerato il numero di persone dipendenti di queste scuole che rimarrebbero senza lavoro;


in effetti alcune di queste scuole che per motivi economici (a seguito della riduzione dei finanziamenti e per l'impossibilità di aumentare le rette) o di iscrizioni insufficienti sarebbero state costrette a chiudere una o più sezioni, con conseguenti «esuberi» di maestre e personale non docente, hanno già deciso di adottare i contratti di solidarietà per evitare i licenziamenti;


il Governo sta predisponendo il bilancio di previsione dello Stato per il 2013 -:


se non ritenga di assumere iniziative per provvedere con urgenza al reintegro per l'anno 2013 e seguenti delle risorse a favore delle scuole paritarie, almeno nella misura stanziata nel 2012, al fine di dare certezza sull'entità dei fondi e sui tempi di erogazione per consentire a tali istituzioni una regolare programmazione del servizio scolastico, anche al fine di salvaguardare gli obiettivi di allargamento del servizio della scuola dell'infanzia stabiliti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;


se non ritenga di assumere iniziative per prevedere, anche in ragione della diversa distribuzione sul territorio nazionale della rete delle scuole statali e paritarie dell'infanzia, che le somme corrisposte a titolo di retta o contributo per la frequenza delle scuole dell'infanzia paritarie possano essere portate in detrazione ai fini Irpef, almeno parzialmente, a partire dai contribuenti residenti nelle regioni in cui le scuole dell'infanzia statali coprano meno del 50 per cento dell'offerta formativa;


se non ritenga altresì di assumere iniziative per prevedere che, nelle regioni in cui le scuole dell'infanzia paritarie coprono oltre il 50 per cento dell'offerta formativa, i contributi erogati dalle amministrazioni regionali e comunali per consentire il loro funzionamento e il calmieramento delle rette a carico delle famiglie non vengano computati - almeno in parte - ai fini della verifica del rispetto degli obiettivi del patto di stabilità interno. (5-07277)