ARGENTIN. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
con il decreto-legge n. 211 del 2011 «Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, legge 22 dicembre 2011, n. 214, si prevede, all'articolo 5, «l'introduzione dell'ISEE per la concessione di agevolazioni fiscali e benefici assistenziali, con destinazione dei relativi risparmi a favore delle famiglie»;
in particolare, si prevede sia la rimodulazione delle «modalità di determinazione e dei campi di applicazione dell'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) al fine di: adottare una definizione di reddito disponibile che includa la percezione di somme, anche se esenti da imposizione fiscale, e che tenga conto delle quote di patrimonio e di reddito dei diversi componenti della famiglia nonché dei pesi dei carichi familiari, in particolare dei figli successivi al secondo e di persone disabili a carico» sia l'individuazione delle «agevolazioni fiscali e tariffarie nonché le provvidenze di natura assistenziale che, a decorrere dal 1
o gennaio 2013, non possono essere più riconosciute ai soggetti in possesso di un ISEE superiore alla soglia individuata con il decreto stesso»;
si tratta di un intervento normativo che interessa milioni di famiglie italiane e condiziona il loro accesso a servizi e prestazioni sociali e ad agevolazioni di varia natura;
in particolare, è diffusa la preoccupazione da parte delle persone con disabilità e delle loro famiglie, timorose che per il calcolo del nuovo ISEE ci si riferisca anche a pensioni, indennità e assegni riservati agli invalidi civili, ai ciechi e ai sordi, comprese l'indennità di accompagnamento e l'indennità di comunicazione, fino ad oggi erogate a prescindere da qualsiasi livello di reddito;
da organi di stampa, ed in particolare dal Sole 24 ore Sanità del 25 giugno 2012 si apprende la notizia che nella bozza del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di revisione dell'ISEE attualmente in discussione vi sia la volontà «di includere nell'indicatore della situazione reddituale anche "trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito e buoni spendibili per l'acquisto di servizi se denominati in euro, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche". Una scelta che, combinata con l'eliminazione dalla scala di equivalenza del parametro aggiuntivo di 0,50, attualmente previsto nel caso di presenza nel nucleo di una persona con disabilità grave o non autosufficiente, comporterebbe effetti distorsivi, a svantaggio proprio dei disabili più gravi e dei non autosufficienti»;
se le indicazioni finora emerse, quindi, dovessero concretizzarsi nei nuclei familiari in cui è presente una persona con disabilità, si aggiungerebbero, nel calcolo dell'ISEE, oltre ai redditi anche altre somme (ad esempio, l'indennità di accompagnamento o l'assegno di cura), mentre verrebbe meno il parametro aggiuntivo dello 0,5, precedentemente riconosciuto per i nuclei in cui fosse presente una persona con disabilità con invalidità superiore al 66 per cento;
l'inclusione di prestazioni «monetarie» nel calcolo del reddito mette in allerta anche i comuni, posti di fatto davanti a un bivio: penalizzare famiglie oggi incluse - paradossalmente le più bisognose - oppure alzare la soglia di accesso ai servizi, ampliando la platea dei beneficiari e accollandosi, in definitiva, maggiori esborsi -:
quale sia allo stato attuale l'iter di approvazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di revisione dell'ISEE così come previsto dall'articolo 5 del decreto-legge n. 211 del 2011;
se corrisponda al vero la notizia che le indennità di comunicazione e di accompagnamento, fino ad oggi erogate a prescindere da qualsiasi livello di reddito, con il nuovo ISEE saranno invece riconosciute in base a questo e non più solo ed esclusivamente in relazione alla disabilità del soggetto;
quali iniziative urgenti non solo economiche ma anche normative il Governo intenda assumere affinché si possa concretamente realizzare una politica generale d'inclusione nella vita sociale, lavorativa e scolastica delle persone disabili e delle loro famiglie.(5-07270)