ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07260

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 660 del 04/07/2012
Firmatari
Primo firmatario: PALAGIANO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 04/07/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 04/07/2012
Stato iter:
05/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 05/07/2012
Resoconto PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
 
RISPOSTA GOVERNO 05/07/2012
Resoconto CARDINALE ADELFIO ELIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 05/07/2012
Resoconto PALAGIANO ANTONIO ITALIA DEI VALORI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 05/07/2012

SVOLTO IL 05/07/2012

CONCLUSO IL 05/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-07260
presentata da
ANTONIO PALAGIANO
mercoledì 4 luglio 2012, seduta n.660

PALAGIANO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) considera l'infertilità una patologia ed in particolare la definisce come la perdita di uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, caratterizzata dall'assenza di concepimento dopo 12/24 mesi di regolari rapporti non protetti;

secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, questa patologia colpisce il 15-20 per cento delle coppie nel mondo, ovvero, su scala mondiale sono infertili 50-80 milioni di soggetti;

in Italia, secondo alcune rilevazioni ISTAT, ci sono circa 15 milioni di coppie ed è, quindi, ipotizzabile che l'infertilità ne colpisca dai due ai tre milioni;

negli ultimi anni è aumentata fortemente la richiesta di accesso, da parte delle coppie sub-fertili, alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), tanto che circa il 2 per cento dei bambini nati in Italia è venuto alla luce grazie al ricorso a tali metodiche;

dalla relazione del Ministro della salute al Parlamento del 28 giugno 2011, sull'attuazione della legge n.40 del 2004, è emersa una forte disomogeneità nelle modalità di erogazione dei servizi di procreazione medicalmente assistita nelle varie regioni del nostro Paese. In particolare, è venuto alla luce, con inoppugnabile evidenza, che la disomogeneità di trattamento, determina il fenomeno della migrazione interregionale di coppie che hanno deciso di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, le quali si rivolgono a centri geograficamente lontani pur di sopperire alle carenze della propria regione;

dalla relazione suddetta, inoltre, è emerso che per quanto riguarda l'accesso alle tecniche di primo livello (inseminazione intrauterina), il fenomeno della migrazione ha riguardato 2.335 coppie, che corrispondono all'11,5 per cento del totale. Le regioni che si sono distinte per aver trattato pazienti provenienti da altre aree geografiche d'Italia sono l'Emilia Romagna con il 18,7 per cento e la Toscana con il 17,9 per cento;

per quanto concerne, invece, le tecniche di II e III livello (FIVET e ICSI - Fecondazione in vitro ed embryo transfer e Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo), la migrazione interregionale delle coppie è più elevata e corrisponde a circa il 23 per cento del totale di quelle trattate. Le regioni che attraggono maggiormente pazienti da altri territori risultano essere la Lombardia, la Toscana, l'Emilia Romagna e il Lazio;

questi dati costituiscono un elemento utile per valutare la qualità dell'offerta, in base alla diversa accessibilità ai servizi pubblici, alla differente rimborsabilità che esiste tra regione e regione e ai limiti posti all'applicazione delle tecniche, in base all'età della paziente o al numero dei cicli offerti a carico de Servizio sanitario nazionale, presenti solo in alcune regioni;

proprio a proposito della rimborsabilità, bisogna considerare che il corrispettivo delle prestazioni, riferite alle tecniche di procreazione medicalmente assistita, ancora una volta, risulta molto disomogeneo nelle diverse regioni d'Italia. In particolare solo alcune regioni prevedono il rimborso attraverso un DRG (diagnosis related group) ad hoc, altre hanno riadattato i DRG regionali esistenti, altre prevedono che le prestazioni siano retribuite «a pacchetto», altre ancora identificano due diversi DRG a seconda che la paziente pernotti o meno nella struttura pubblica interessata. In altri termini il regime in cui viene svolto il trattamento è squisitamente discrezionale, e quindi variabile, così come lo sono, di conseguenza, i rimborsi;

ad esempio, la Puglia, secondo quanto riportato dall'ultima relazione al Parlamento sulla legge n. 40, registra un rimborso di 1.056 euro in regime di day-hospital e 2.741,19 euro in regime di ricovero ordinario;

la Lombardia, ha, invece, identificato un DRG (n. 359) per il prelievo ovocitario pari a 2.623 euro e un DRG (n. 365) per il trasferimento dell'embrione in utero (embryo transfer) di 2.592 euro, per un totale di 5.215 euro in regime di ricovero e di 3.909 euro se effettuato in day-hospital;

la Toscana (delibera 1285 del 4 dicembre 2000) ha modificato i DRG, inserendo le prestazioni relative alla procreazione medicalmente assistita e segnalandole con la lettera «R» (erogabili in strutture con particolari requisiti), e ne ha individuato le tariffe corrispondenti: per la IUI (Inseminazione intrauterina) 475,14 euro; per la FIVET/ICSI 1825,68 euro, mentre per un trattamento ICSI con prelievo chirurgico degli spermatozoi 2.548,71 euro;

sarebbe necessario, secondo il parere dell'interrogante, che si intervenisse affinché le regioni a rimborso più basso garantiscano, comunque, prestazioni efficaci con adeguati tassi di gravidanza, che ricalchino gli standard internazionali, considerando che i risultati del trattamento dipendono sì dall'età della paziente, ma anche dalla qualità della prestazione e, quindi, dalle dotazioni tecnologiche di cui la struttura dispone e dai materiali di consumo impiegati in laboratorio. Non si comprende, tuttavia, la ragione di una difformità così evidente nell'offerta di tale, particolare, prestazione sanitaria;

è necessario sottolineare che, a parere dell'interrogante, il DRG n. 359 viene utilizzato impropriamente dalle regioni per il rimborso delle prestazioni di procreazione medicalmente assistita, poiché non solo non è specifico per la tecnica di procreazione medicalmente assistita, ma è, in assoluto, troppo generico riguardando «interventi su utero e annessi non per neoplasie maligne»;

appare inoltre grave, infine, il mancato inserimento nei livelli essenziali di assistenza (LEA) delle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Una lacuna che sembra non tenere conto, di fatto, di quanto sostenuto a ragione dall'OMS, al fine di tutelare effettivamente la salute e le giuste esigenze di procreazione come, tra l'altro, ribadito dalla Corte costituzionale nella sentenza 151 del 2009 -:

se non intenda valutare, sulla base di quanto esposto in premessa e anche alla luce della revisione della spesa pubblica, l'opportunità di assumere iniziative per rendere uniformi - per efficacia, efficienza e costi - le modalità erogative e le tipologie di rimborso applicate alle tecniche di procreazione medicalmente assistita nelle diverse regioni d'Italia, al fine di evitare disparità di trattamento e garantire, anche in questo particolare settore, un'assistenza sanitaria omogenea su tutto il territorio nazionale mettendo così un freno alle migrazioni interregionali. (5-07260)