CONTENTO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
nell'ambito dei lavori della Commissione antimafia e, soprattutto, con riferimento al recente libro curato dal professor Nicolò Amato, all'epoca direttore generale dell'amministrazione penitenziaria, è emersa l'esistenza di due documenti attraverso i quali veniva denunciata la situazione in cui versavano i detenuti sottoposti, nel corso del 1993, a regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario;
il primo, datato 17 febbraio 1993, risulta relativo al carcere di Poggioreale, chiede interventi urgenti affinché i detenuti «vengano trattati civilmente e non come carne da macello» e viene trasmesso dal prefetto di Napoli al Ministero dell'interno, via fax, di seguito alla nota inviata, in pari data, da quest'ultimo concernente le manifestazioni di protesta organizzate dai familiari dei reclusi;
il secondo risulta, invece, pervenuto al Ministero dell'interno il 17 febbraio 1993, trasmesso dal capo della polizia al gabinetto del Ministero di grazia e giustizia con un appunto datato 1
o marzo 1993 e riguarda uno scritto anonimo, indirizzato al Presidente della Repubblica - nonché, per conoscenza, ad altre alte istituzioni, ad un giornale e a Maurizio Costanzo e Vittorio Sgarbi - nel quale «un gruppo di familiari di detenuti» sollecita un intervento del Capo dello Stato allo scopo, tra l'altro, di «togliere gli squadristi al servizio del dittatore Amato, dando dignità di detenuti ai detenuti»;
si tratta di due scritti che, a parere dell'interrogante, hanno una chiara relazione, da un lato, con la conseguente decisione, assunta dal Ministro pro tempore il 21 febbraio 1993, di revocare l'applicazione del regime di cui all'articolo 41-bis agli istituti di Poggioreale e Secondigliano, regime che era stato applicato il 9 febbraio 1993 dal precedente Ministro nonché, dall'altro, di mettere in discussione il direttore generale dell'amministrazione penitenziaria del tempo che, nel giro di qualche mese, verrà rimosso;
sempre a parere dell'interrogante, risulta singolare che il documento riferito al professor Nicolò Amato non risulti mai essere stato portato a conoscenza del diretto interessato nonostante sia pervenuto, come detto, al Ministero della giustizia per il tramite di quello dell'interno -:
se risulti se e quali accertamenti siano stati disposti per risalire alla provenienza dei due documenti e per accertare, con riferimento soprattutto al secondo documento, a quali destinatari risultino effettivamente essere stati recapitati;
se risulti, ad esempio, che nell'elenco dei destinatari del secondo documento figuri anche il Ministero della giustizia e se quindi al predetto Ministero risultino essere pervenute due copie del medesimo e cioè quella trasmessa dal Ministero dell'interno e quella autonomamente indirizzata al Ministero della giustizia;
se il secondo documento risulti trasmesso a qualche altro ministero o a qualche altra istituzione e, se sì, da chi e a quale destinatario;
se, sempre in base agli accertamenti svolti, risulti l'esistenza di riunioni tra le alte cariche istituzionali che figurano quali destinatarie del secondo documento allo scopo di verificarne la fondatezza ed eventualmente di disporre le opportune iniziative;
se iniziative di analogo tenore e quali risultino essere state promosse dal Ministero dell'interno e dal Ministero della giustizia in conseguenza dell'avvenuto recapito del documento in esame.
(5-07227)