ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07197

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 656 del 26/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 26/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 26/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 26/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-07197
presentata da
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO
martedì 26 giugno 2012, seduta n.656

OLIVERIO e AGOSTINI. -
Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali.
- Per sapere - premesso che:

l'entrata in vigore del regolamento (CE) 1967/2006 e la scadenza delle deroghe previste nel giugno 2010 hanno determinato gravi ripercussioni sull'economia ittica nazionale, con risvolti negativi sull'occupazione e sui redditi degli operatori;

fra questi, particolarmente pesanti sono gli effetti sulle cosiddette «pesche speciali»;

la fine delle deroghe non è limitata sono alla pesca del bianchetto e del rossetto in Puglia, Campania, Calabria, Toscana e Liguria, ma anche alla pesca del cicerello in Liguria, Calabria e Sicilia, nonché a quella del latterino in Alto Adriatico, tutte specie di piccola taglia allo stato adulto;

la scadenza delle deroghe previste dall'entrata in vigore del regolamento (CE) 1967/2006, e più specificatamente quelle riferite all'articolo 9, che non consente deroghe alla maglia (50 mm romboidale o 40 mm quadrata), ed all'articolo 13 che determina le distanze minime dalla costa (3 miglia), hanno determinato l'impossibilità di utilizzare anche attrezzi a basso impatto come le sciabiche e le circuizioni senza chiusura se non nell'ambito di un piano di gestione approvato dalla Commissione europea;

l'Italia ha presentato nel 2009 e nuovamente nel 2010, con modifiche ed integrazioni, un «Piano di Gestione Nazionale per le attività di pesca condotte con la sciabica da natante senza chiusura» per la richiesta di approvazione delle deroghe da parte della Commissione europea;

il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha adottato il piano di gestione con decreto 27 dicembre 2010 che è stato successivamente annullato con decreto del 2 maggio 2012, perché una nota della suddetta commissione richiedeva l'applicazione di quanto previsto nel succitato regolamento, sostanzialmente bocciando il piano;

questo stato di fatto sta creando una situazione drammatica nelle aree, in particolare della Calabria, nelle quali l'economia di intere marinerie dedite alla piccola pesca costiera è legata, nel periodo invernale già particolarmente duro per le frequenti situazioni meteomarine avverse, a questa attività di pesca mirata alla cattura di risorse di piccola taglia allo stato adulto (rossetto e cicerello) che andrebbero perse se non catturate;

in Calabria questa attività, insieme alla pesca del bianchetto, rappresentano una fonte di reddito non sostituibile con altre attività della pesca artigianale, ed evita la concentrazione di molti operatori nelle stesse aree sulle stesse risorse ittiche. L'attività delle pesche speciali regolamentate insieme a quelle tradizionali sugli ambiti locali (pesce pettine, cicerello e costardella in particolare) coinvolge circa l'80 per cento delle circa 700 imbarcazioni di piccola pesca costiera per un totale di oltre 1000 addetti;

il segmento delle pesche speciali in Calabria è fonte di opportunità lavorative e determina un indotto di tipo famigliare che ha una rilevanza non trascurabile in una economia fragile come quella calabrese -:

quale iniziativa intenda intraprendere per cercare di recuperare l'attività delle pesche speciali, in particolare di quelle che mirano a specie adulte di taglia piccola (come rossetto e cicerello), che vedono coinvolti oltre 3.000 pescatori di diverse regioni italiane, dei quali un terzo operanti nella regione Calabria, con un indotto assolutamente rilevante, per evitare che oltre alla perdita economica venga persa anche una centenaria tradizione;

se, relativamente all'interdizione della pesca del bianchetto, il Ministro interrogato intenda porre in essere iniziative compensative per la perdita non solo di tradizione, visto che in Calabria ha rappresentato storicamente una specificità per la gastronomia regionale, tanto da essere definito «il caviale calabrese», ma anche di una importante fonte di reddito per un cospicuo numero di operatori del settore;

se il Ministro interrogato intenda intervenire presso la Commissione europea affinché una nuova riproposizione del piano di gestione, possibilmente elaborato con il contributo delle organizzazioni di rappresentanza dei pescatori, possa essere favorevolmente preso in considerazione;

se il Ministro interrogato intenda prevedere, in subordine, forme alternative di recupero del reddito anche mediante programmi di riconversione delle attività o degli attrezzi;

se il Ministro non intenda rapidamente chiedere alla Commissione europea un progetto speciale per la pesca nel mare Adriatico e Jonio, al fine di valorizzare tutte le specificità, anche attraverso particolari politiche di sostegno, che abbiano come finalità il mantenimento del reddito degli operatori ittici.(5-07197)