ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06997

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 644 del 05/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2012
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2012
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 05/06/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/06/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/06/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06997
presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI
martedì 5 giugno 2012, seduta n.644

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

in data 10 gennaio 2011 il Ministero della salute ha sottoposto alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano il «Piano oncologico nazionale»;

il 2 febbraio 2011 le regioni e le province autonome hanno espresso parere favorevole sul documento, considerando che l'incidenza della patologia tumorale è in progressivo aumento, anche per effetto dell'innalzamento della età della popolazione italiana;

i decessi per tumore costituiscono il 30 per cento di tutti i decessi; le malattie oncologiche hanno un notevole impatto sociale ed economico; i tumori costituiscono una priorità che il complesso delle istituzioni sanitarie e sociali è chiamato ad affrontare, sia per migliorare la risposta del Servizio sanitario nazionale, sia per contribuire a ridurre le diseguaglianze;

si rende necessario dotare il sistema-Paese di un documento pianificatorio di indirizzo, anche in ottemperanza dell'impegno assunto in ambito europeo di definizione di strategie e piani per contrastare i tumori (si veda il «Council conclusions on reducing the burden of cancer» del 10 giugno 2008 del Consiglio dell'Unione europea);

il successivo 10 febbraio 2011 la Conferenza Stato-regioni ha approvato il Piano oncologico nazionale sotto forma di «Atto d'intesa concernente il "Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro - Anni 2011-2013"»;

in occasione della celebrazione della VII giornata nazionale del malato oncologico, preso atto dei risultati del quarto rapporto dell'osservatorio permanente sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, dal quale risulta che le indicazioni del Documento tecnico di indirizzo sono rimaste a tutt'oggi inapplicate da parte delle regioni, che pure tali indicazioni avevano all'unanimità condiviso ed approvato, e da parte dello stesso Governo, che non ha provveduto a nominare, come previsto, entro il 31 dicembre 2011 i gruppi di lavoro incaricati di completare il documento stesso con le linee guida per l'implementazione delle reti oncologiche e per l'uso delle risorse di sistema;

va preso altresì atto dallo stesso rapporto che, nonostante quanto dichiarato nell'atto di intesa sopra citato, e cioè che i tumori costituiscono una priorità che il complesso delle istituzioni è chiamato ad affrontare sia per migliorare la risposta assistenziale, sia per contribuire a ridurre le diseguaglianze, permangono tuttora rilevanti difformità tra regioni per quanto concerne la tempestiva messa a disposizione dei malati di cancro dei farmaci innovativi salvavita, o incidenti in maniera determinante sul tempo di sopravvivenza e sulla qualità di vita dei malati stessi, dopo la loro approvazione a livello europeo a cura dell'EMA e l'autorizzazione alla loro messa in commercio, a prezzi ritenuti congrui, con connessa eventuale somministrazione a carico del Servizio sanitario nazionale, in Italia, da parte dell'AIFA;

in quattro regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Marche) e nella provincia autonoma di Bolzano i farmaci innovativi oncologici sono messi a disposizione dei malati di cancro immediatamente dopo l'approvazione dell'AIFA, mentre nelle altre regioni ciò avviene con ritardi anche fino a 50 mesi;

tali difformità dipendono dall'inessenziale ripetizione costituita da un terzo livello di valutazione nelle regioni dotate di un proprio prontuario terapeutico farmaceutico, ad opera di commissioni localmente costituite, la cui competenza scientifica e completezza di documentazione non possono certo essere superiori a quelle della Commissione europea EMA e dell'Agenzia nazionale AIFA (dove pure le regioni sono presenti con propri esponenti scientifici e istituzionali);

tale inessenziale valutazione di terzo livello determina, nelle regioni dove è vigente, ritardi pregiudizievoli per la salute dei malati di tumore ed è in palese contrasto con l'atto d'intesa, con il quale le regioni si sono impegnate a ridurre le diseguaglianze;

la difformità di trattamento rappresenta secondo gli interroganti una violazione del principio contenuto nell'articolo 32, primo comma, della Costituzione, che garantisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, in forza del quale i malati di tumore hanno diritto, data la gravità della malattia, a ricevere sempre, ed ovunque residenti, la migliore assistenza possibile, in condizioni di uniformità nazionale;

è plausibile che il differimento nella concedibilità dei farmaci - non giustificabile in termini scientifici - possa dipendere da ragioni economiche, di contenimento delle spese, stante la grave situazione economica del Paese, delle regioni e del Servizio sanitario nazionale;

nel prendere netta posizione contro tale possibile giustificazione, sia per ragioni connesse con la gravità della patologia, definita nell'atto d'intesa Stato-regioni una priorità che il complesso delle istituzioni è chiamato ad affrontare, sia per la circostanza, documentata dal rapporto dell'Osservatorio, che le famiglie dei malati di tumore già sostengono «in proprio», per spese dirette e indirette, un onere annuo pari ad oltre 36 miliardi di euro (ammontare che equivale, come entità complessiva a due manovre finanziarie), questo pesante gravame sulle famiglie rappresenta esso stesso un'ulteriore difformità di trattamento in danno dei malati oncologici, rispetto a quanti, parimenti assistiti dal Servizio sanitario nazionale, non devono sostenere affatto, o in misura grandemente inferiore, oneri sociali di pari entità -:

se il Governo intenda intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, affinché le indicazioni del «documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro», trovino effettiva e sollecita applicazione in tutto il territorio nazionale;

se intenda intervenire, nell'ambito delle proprie competenze, affinché l'effettiva disponibilità dei nuovi farmaci antitumorali sia garantita in tutte le regioni immediatamente dopo la loro registrazione da parte dell'AIFA - a garanzia dell'uniformità assistenziale sancita dalla Carta costituzionale - dato che si tratta di presidi farmaceutici che hanno già ricevuto una valutazione positiva, a livello sia europeo sia nazionale. (5-06997)