ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06967

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 641 del 30/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: CICCANTI AMEDEO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 30/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 30/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06967
presentata da
AMEDEO CICCANTI
mercoledì 30 maggio 2012, seduta n.641

CICCANTI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:

durante gli scavi archeologici realizzati tra il 1893 e il 1895 in località Castel Trosino, frazione del comune di Ascoli Piceno, furono portate alla luce delle tombe longobarde contenenti reperti archeologici d'ornamento e d'uso, maschili e femminili, i quali furono recuperati per repertoriarli dalla direzione generale delle antichità e delle belle arti di Roma, che finanziò anche la campagna di scavi;

la necropoli fu esplorata e analizzata in modo scientifico e sistematico con la guida del dottor Edoardo Brizio, direttore degli scavi d'antichità per Emilia e Marche, riportando così alla luce numerosi oggetti preziosi (monili, armi e utensili realizzati con pietre preziose ed ori) che erano raccolti in circa 300 tombe, dislocate nei fondi denominati «Santo Stefano», «Fonte» e «Campo»;

sin dalla loro scoperta - quindi da oltre un secolo - i reperti della necropoli di Castel Trosino sono depositati al museo dell'Alto Medioevo di Roma all'Eur e mai restituiti al comune di Ascoli Piceno per destinarli alla mostra del proprio passato, ricco di storia medievale come nessun altra città dell'Adriatico;

il «tesoro» quindi appartiene alla storia millenaria e medievale della città di Ascoli, nulla avendo a che vedere con la città di Roma e con il suo museo dell'Alto Medioevo e - come richiesto da una petizione di migliaia di firme e da tutte le istituzioni pubbliche e private del territorio Piceno - deve tornare dove è stato trovato, quale testimonianza storica e di vita vissuta dello stesso territorio ascolano -:

se non ritenga doveroso, come segno e dimostrazione di giustizia per un danno da riparare, assumere un'iniziativa per restituire alla «città di Ascoli» tutti i reperti che vanno sotto il nome di «tesoro dei Longobardi» di Castel Trosino, essendo già stato predisposto idoneo museo per ospitarli sotto la cura e la sorveglianza della competente soprintendenza archeologica delle Marche;

se sia stato fatto uno studio costi/benefici dell'attività di detto museo dell'Alto Medioevo di Roma all'Eur, ossia quanto costi per tenere aperto un Museo rispetto ai visitatori paganti, dal momento che risulta sia a saldo negativo, con il doppio danno che il «Tesoro dei Longobardi» non è sufficientemente valorizzato in quanto storicamente decontestualizzato e per di più oneroso per l'erario, quando invece rappresenterebbe un eccezionale volano per l'economia turistica del piceno, dove si rispecchierebbe con la propria identità storica;

quali modalità e tempi si ritenga occorrano per trasferire detto «Tesoro dei Longobardi» tutto da Roma ad Ascoli. (5-06967)