ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06964

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 641 del 30/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: TEMPESTINI FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 30/05/2012
Stato iter:
06/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/06/2012
Resoconto DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 06/06/2012
Resoconto TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/05/2012

DISCUSSIONE IL 06/06/2012

SVOLTO IL 06/06/2012

CONCLUSO IL 06/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06964
presentata da
FRANCESCO TEMPESTINI
mercoledì 30 maggio 2012, seduta n.641

TEMPESTINI. -
Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per gli affari europei, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

qualche giorno fa, nel corso di un incontro alla Farnesina, il Ministro degli esteri libico, Ashour Bin Khayal, ha richiesto una maggior collaborazione internazionale, denunciando il rischio di un «peggioramento della situazione» sul flusso dei clandestini dalle coste nordafricane, e in particolare, da quelle libiche, ritenendo che «sia dalla Siria, sia dal Sahel, dove sono in atto visibili eventi di destabilizzazione, possano generarsi nuovi flussi di rifugiati che potrebbero poi riversarsi sulla sponda sud del Mediterraneo»;

lunedì 14 maggio 2012, nel corso del Consiglio dell'Unione europea sugli affari esteri, secondo quanto riportato in un comunicato della Farnesina, l'Unione europea avrebbe accolto la richiesta italiana di un maggior coordinamento a livello europeo sui temi della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione con la Libia, accogliendo l'approccio italiano per un «cambio di passo» dell'Unione europea nei confronti dell'assistenza alla transizione libica;

in particolare, sarebbe stata condivisa la necessità di un maggiore sostegno per assicurare la stabilità delle frontiere e anche di un più efficace meccanismo di coordinamento tra gli sforzi condotti a livello nazionale da parte dei singoli Stati e tra i Paesi membri e l'Unione europea;

la previsione del Ministro libico non rappresenta certo un fatto inusitato, considerando l'ordinario intensificarsi degli sbarchi con l'avvicinarsi della stagione estiva; tuttavia, come ben sottolineato dal Ministro degli affari esteri, pone «attenzione e senso di urgenza all'obiettivo di prevenire piuttosto che di contrastare successivamente con operazioni di rimpatrio», spostando l'obiettivo sulla necessità di lavorare sulle cause originarie dell'immigrazione clandestina;

è pertanto da ritenersi positiva l'intenzione di «cambiare passo nel rafforzare il partenariato con la Libia», come precisato dal Ministro Terzi, «prevedendo il contributo al rafforzamento istituzionale del processo democratico con le elezioni che si svolgeranno a fine giugno, e gli strumenti e le politiche che devono prevenire i flussi di immigrazione illegali»;

accanto alle iniziative di più lungo periodo nelle opportune sedi europee, appaiono altrettanto indispensabili alcune iniziative nazionali che possano mettere il nostro Paese nelle condizioni di affrontare nell'immediato l'emergenza sbarchi, come per esempio la riapertura in tempi brevi del centro di prima accoglienza di Lampedusa, chiuso dal precedente Governo sulla base della considerazione che Lampedusa fosse da considerarsi porto non sicuro e che costringe, nel caso di interventi italiani di soccorso in mare, a raggiungere il ben più lontano Porto Empedocle, con conseguenti rischi per la salute e la sicurezza dei migranti;

appare altresì urgente quanto prima ripristinare i fondi per l'emergenza profughi provenienti dal Nord Africa, stanziati con legge su iniziativa del precedente Governo, e successivamente utilizzati per l'attuazione del cosiddetto decreto salva Italia, e mai più ripristinati;

da notizie a mezzo stampa, infatti, in una riunione tenutasi il 2 maggio 2012, presso il dipartimento della protezione civile, incaricato di pianificare e gestire l'accoglienza sia dei profughi sia dei migranti provenienti dal Nord africa, il prefetto Gabrielli - cui è stato affidato con l'ordinanza n. 3933 del 13 aprile 2011, l'incarico di commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari a fronteggiare lo stato d'emergenza dichiarato con i decreti del Presidente del Consiglio del 12 febbraio 2011, del 7 aprile 2011 e infine del 6 ottobre 2012, che ha prorogato lo stato di emergenza sino al 31 dicembre 2012 - avrebbe fornito informazioni preoccupanti, non solo rispetto al mancato ripristino dei fondi in precedenza stanziati, ma soprattutto rispetto all'impossibilità denunciata da diverse regioni di far fronte agli impegni contrattuali sottoscritti con associazioni, cooperative sociali, organizzazioni che gestiscono i Centri di accoglienza per richiedenti asilo, grandi o piccoli, distribuiti su tutto il territorio nazionale;

la mancanza dei fondi destinati alla pianificazione e all'accoglienza dei profughi e dei migranti provenienti dal Nord Africa si aggiunge alla non chiarezza sulle strategie che il Governo intende mettere in campo per affrontare non solo la sorte di circa 21.000 migranti attualmente ospitati nei centri, per la maggior parte dei quali è stato negato lo status di rifugiato e che sono in attesa degli esiti dei ricorsi, ma anche di coloro che non sono ancora stati ascoltati dalle commissioni, nonché per i minori non accompagnati -:

per quanto di conoscenza dei Ministri interrogati, quali siano in concreto le misure che l'Unione europea si appresterebbe a mettere in campo per realizzare un maggior coordinamento a livello europeo sui temi della sicurezza delle frontiere e dell'immigrazione dalla Libia, e se tra di esse siano comprese anche misure economiche volte a sostenere gli sforzi dell'Italia quale frontiera meridionale dell'Unione europea;

se non ritengano di dover assumere iniziative per ripristinare quanto prima i fondi destinati all'emergenza profughi provenienti dal Nord Africa, e in caso affermativo, in quali tempi e modi intendano provvedervi, al fine di porre in essere una pianificazione efficace nella gestione e accoglienza di questi migranti. (5-06964)