FUGATTI, BRAGANTINI e NEGRO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
con la legge 23 dicembre 2009, n. 191 (legge finanziaria per il 2010) è stato istituito il fondo per i comuni di confine, che grazie ad uno stanziamento di 40 milioni annui da parte di ciascuna delle province autonome di Trento e di Bolzano finanzia progetti «per lo sviluppo economico e sociale dei territori confinanti con le province autonome di Trento e Bolzano»;
il fondo è gestito da un organismo di indirizzo (ODI) appositamente creato, e sceglie i progetti da finanziare dietro presentazione a bando e sulla base dei seguenti criteri: interesse pubblico generale dei progetti; benefici di carattere economico e sociale per le comunità di riferimento; impatto sullo sviluppo economico dei territori; consolidamento, sostegno e promozione degli usi e dei costumi delle comunità di lingua ladina;
partecipano di diritto al bando per l'assegnazione dei fondi i comuni, o loro forme associative, delle province del Veneto e della Lombardia confinanti con la provincia autonoma di Trento o di Bolzano, e dunque Belluno, Vicenza, Verona, Brescia e Sondrio;
il 25 maggio 2012 è stata pubblicata la graduatoria dei progetti ammessi a valere sul bando 2010-2011, per un valore totale di 160 milioni di euro benché manchino dal fondo i 40 milioni dovuti per la seconda tranche dalla provincia autonoma di Bolzano);
i 206 progetti presentati, con una richiesta totale di finanziamento pari a 756 milioni di euro, sono stati vagliati da Invitalia su delega dell'organismo di indirizzo. La graduatoria è stata poi validata dalla commissione di indirizzo, con l'approvazione di 33 progetti in totale;
tra i comuni beneficiari della regione Veneto (106 milioni su 160), quasi 69 milioni vanno alla provincia di Belluno, contro i 27 alla provincia di Verona e i 9 e mezzo di Vicenza;
la graduatoria stilata dall'organismo di indirizzo ha suscitato molte polemiche in particolare nella provincia di Verona, che si è sentita penalizzata nella scelta dei progetti, soprattutto perché sono stati scartati proprio i comuni veronesi meno abbienti, senza chiarezza sui criteri di selezione. Secondo alcuni esponenti locali la scelta avrebbe seguito una mera logica «spartitoria» dei componenti dell'organismo di indirizzo posto che i criteri di valutazione contenuti negli atti di indirizzo sono troppo generici per fornire indicazioni di merito;
secondo gli interroganti quindi la proporzione di assegnazione tra le tre province del Veneto risulta fortemente squilibrata, ed in particolare la provincia di Verona appare sottovalutata rispetto, ad esempio, all'ammontare di fondi assegnati ai comuni della provincia di Belluno -:
quali siano i criteri effettivi, al di la di quelli generali presentati dall'organismo di indirizzo, che hanno portato a quella che agli interroganti appare una arbitraria assegnazione. (5-06962)