SANGA, MISIANI. -
Al Ministro della giustizia.
- - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 30 gennaio 2006, n. 26, è stata istituita la «Scuola superiore della magistratura», pensata come istituto deputato alla formazione e all'aggiornamento dei magistrati italiani;
in realtà, da sei anni a questa parte, il percorso della Scuola superiore della magistratura è stato decisamente lento e molto accidentato;
lo stesso Ministro interrogato, nella sua prima uscita pubblica da Guardasigilli, ha confermato che la Scuola rappresenta «un importante traguardo per il sistema giudiziario italiano, da più parti e da gran tempo atteso», ammettendo, però, al contempo, che «il percorso che conduce alla piena operatività della scuola, dopo una lunga e travagliata gestazione è ancora lungo e non privo di ostacoli», poichè esistono ancora «problemi logistici e di sostenibilità finanziaria connessi alla necessità di avviare tre sedi distinte come la legge impone»;
la stessa nomina dei componenti del consiglio direttivo, come è noto, è rimasta ferma per molto tempo nel periodo di mandato del Ministro pro tempore Alfano;
il problema delle sedi si è rivelato centrale, anche perchè, in sei anni l'amministrazione pubblica ha investito più di 20 milioni di euro per ristrutturare (a Scandicci, Catanzaro e Benevento) o prendere in affitto (a Bergamo) gli edifici che avrebbero dovuto ospitare le tre sedi territoriali in cui si sarebbe dovuta articolare la Scuola;
in particolare, la vicenda della sede di Bergamo ha assunto contorni paradossali: in seguito ad un iniziale veto posto dallo stesso Ministero, per gli eccessivi costi, alla ristrutturazione dello storico Palazzo Lupi (l'unico edificio del Demanio ritenuto idoneo ad ospitare la Scuola), comune e provincia di Bergamo firmarono un accordo di programma con l'Opera Sant'Alessandro (Curia orobica) per l'affitto di circa 2mila metri quadri del Collegio Sant'Alessandro, al prezzo di 242mila euro l'anno, più spese (forfettizzate in 50mila euro) -:
se sia vero che di fronte al plenum del Consiglio superiore della magistratura, lo stesso Ministro interrogato abbia annunciato Scandicci (Firenze) come sede unica della formazione, e Roma come sede amministrativa con la conseguenza che i locali individuati a Bergamo, tra via Sant'Alessandro e via Garibaldi (costati a comune e provincia circa 500 mila euro di affitto), e inaugurati nel giugno 2011, rimarrebbero inutilizzati, senza essere mai essere entrati in funzione;
se il Ministro non ritenga di dovere compiere tutti i passi necessari affinchè lo sforzo, organizzativo e soprattutto economico, che ha visto coinvolte tutte le istituzioni locali del territorio di Bergamo, volto all'operatività della sede ivi prevista della scuola superiore della magistratura, non risulti vano;
quali iniziative urgenti intenda adottare per rendere operativa la sede di Bergamo con l'effettiva entrata in funzione della Scuola stessa.(5-06857)