ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06776

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 628 del 08/05/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/15287
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/05/2012
Stato iter:
07/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/06/2012
Resoconto MAZZAMUTO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 07/06/2012
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/05/2012

DISCUSSIONE IL 07/06/2012

SVOLTO IL 07/06/2012

CONCLUSO IL 07/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06776
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 8 maggio 2012, seduta n.628

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


il giorno 4 febbraio 2012 la prima firmataria del seguente atto ha visitato il carcere di Badu e Carros di Nuoro accompagnata dal garante dei detenuti de comune, professor Gianfranco Oppo;


alla visita ha presenziato il comandante dell'istituto Alessandro Caria;


i detenuti presenti sono 203; ristretti nella sovraffollata sezione ordinaria vi sono 84 uomini e 15 donne; in alta sicurezza 1 vi sono 26 uomini, mentre in alta sicurezza 3 ve ne sono 69; un detenuto è ristretto in regime di 41-bis ed occupa, da solo, la IV sezione; 9 sono i semiliberi, tutti uomini; i detenuti stranieri sono in tutto 23, di cui 10 donne; quanto alla posizione giuridica, i detenuti in attesa di primo giudizio sono 39, gli appellanti 13, i ricorrenti 12; coloro che scontano una pena definitiva sono 139;


la prima sezione (ordinaria), oltre essere sovraffollata, è totalmente fatiscente: «dovremmo chiuderla», afferma il comandante, «scoppiano le fogne e cadono i calcinacci», due celle sono state chiuse perché si sono allagate; in alcune celle l'acqua è solo fredda e i termosifoni funzionano male;


quanto ai sistemi di sicurezza dell'istituto, questi sono del tutto inadeguati per una struttura che ospita le tipologie di detenuti sopra descritte: poche sentinelle schierate sul muro di cinta, sistema di telecamere interno poco efficiente, totalmente assente l'impianto anti scavalcamento;


l'istituto non è dotato di area verde per gli incontri dei detenuti con i figli minori, mentre persiste ancora il muretto divisorio nelle sale colloqui;


nel carcere è praticamente ultimato un padiglione completamente nuovo: il timore di tutti - dal sindaco al presidente della provincia, fino al personale che nel carcere ci lavora - è che sia destinato ad ospitare detenuti del 41-bis provenienti da altre regioni italiane, come alcune voci hanno lasciato trapelare; scelte di questo tipo, ha detto il sindaco di Nuoro Bianchi in occasione di una conferenza stampa tenuta assieme al presidente della provincia Deriu, «rischiano di far calare una cappa di piombo su una struttura che invece noi vogliamo far comunicare con la città. Siamo orgogliosi di aver istituito il garante per i detenuti»;


gli agenti di polizia penitenziaria effettivamente in servizio sono 165 (compreso il nucleo traduzioni) a fronte di una pianta organica che ne prevedrebbe 216; 16 agenti si trovano presso l'ospedale militare di Cagliari, 37 sono negli uffici o sono assegnati al settore colloqui, 5 sono i pre-pensionati; insomma, 71 agenti divisi su 4 turni sono coloro che vivono nelle sezioni a diretto contatto con i detenuti e questa situazione determina bassi livelli di sicurezza e una inevitabile riduzione delle attività trattamentali; è imponente la mole di traduzioni che il nucleo effettua soprattutto per la celebrazione dei processi in tutta Italia: oltre mille all'anno e, se si considera che i fondi per le missioni vengono erogati con ritardo, si può comprendere il disagio del corpo degli agenti di polizia penitenziaria; per questo «servizio» di spostamento nella penisola dei detenuti per i processi, nel carcere di Badu e Carros si spendono 5 milioni di euro all'anno che «se fosse rispettato il principio della territorializzazione della pena, potrebbero essere destinati alle attività trattamentali dei detenuti», ha osservato il garante comunale dei detenuti, Gianfranco Oppo;


l'ulteriore taglio del 40 per cento del fondo destinato alle mercedi per pagare i pochi lavoranti impiegati in mansioni domestiche ha determinato momenti di protesta fra i detenuti che, tranne le ore d'aria, non possono accedere ad attività trattamentali per il loro futuro reinserimento sociale;


gli educatori sono in tutto cinque perché la sesta educatrice è stata distaccata a Cagliari;


quanto all'assistenza psicologica, nel carcere di Nuoro operano una psicologa in regime di convenzione con la ASL n. 3 per il servizio tossicodipendenze e una sola psicologa esperta ex articolo 80 per sole otto ore mensili, del tutto insufficienti considerati i delicati compiti istituzionali che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria affida a questa categoria professionale;


si segnalano, inoltre, le seguenti situazioni:


F.D'A. 31 anni, ergastolano che si trova in carcere da 11 anni; F.D'A. ha studiato in stato di detenzione partendo dalle scuole medie; iscrittosi all'università di Sassari presso la facoltà di scienze della Comunicazione ha potuto sostenere un solo esame che ha superato con un brillante 30 e lode, ma nel carcere di Nuoro non ci sono sufficienti risorse per consentirgli di fare altri esami; pur di studiare è disponibile ad essere trasferito;


nella sezione dei detenuti comuni, cella n. 3 la delegazione trova 4 detenuti sistemati in due letti a castello di cui uno a tre piani; un posto è vuoto; affermano di essere in quella cella da 4/5 mesi ma di non aver mai visto il magistrato di sorveglianza; nella cella n. 4, i detenuti sono sei, il wc è «a vista» e per avere un minimo di privacy i detenuti hanno messo una tenda; fra loro c'è G.C., 62 anni, affetto da un tumore alla prostata; afferma che non gli fanno fare i controlli e gli accertamenti necessari e che da più di un anno ha avanzato richiesta per l'accertamento dell'invalidità; nella cella n. 5 ci sono due tunisini e un egiziano; B.M. lamenta il fatto di non poter usufruire del decreto «Severino» per scontare gli ultimi 18 mesi ai domiciliari perché non ha una casa; nella cella n. 6 i cinque detenuti raccontano il loro stato di prostrazione perché nessuno lavora e solo uno fa i colloqui; uno di loro, un sardo, ha fatto richiesta di trasferimento nel carcere di Alghero perché in quella città vive la sorella invalida che non può arrivare fino a Nuoro per fare i colloqui; V.R. ha 33 anni e ha la famiglia a Torino dove ha chiesto di essere trasferito; ha un figlio di 7 anni e la moglie è stata operata di un tumore al seno; è iscritto al Sert di Finale Ligure e chiede di poter parlare con un medico del SERT; il detenuto marocchino della cella 6 chiede di essere trasferito in un carcere dove abbia la possibilità di svolgere un lavoro; nella cella n. 7 i reclusi sono sette, ma il giorno precedente erano in 9; il termosifone è malfunzionante, mentre in una bacinella si raccoglie l'acqua che cade dal soffitto; S.V., diciottenne, afferma di essere in attesa di giudizio, di essere stato trasferito «senza motivo» da un mese e mezzo a Badu e Carros dall'ucciardone e di non poter parlare con l'avvocato; dichiara che farà domanda per tornare nella sua città;


un detenuto albanese in AS è sottoposto al regime di sorveglianza particolare di cui al 14-bis dell'ordinamento penitenziario; nella cella non c'è né il fornelletto né la televisione, il wc a vista è separato dal resto della stanza da un muretto; dice di avere una figlia di 6 anni e tutta la famiglia lontana;

i commi 1 e 2 dell'articolo 69 della legge 26 luglio 1975, n. 354 stabiliscono che «Il magistrato di sorveglianza vigila sulla organizzazione degli istituti di prevenzione e di pena e prospetta al Ministro le esigenze dei vari servizi, con particolare riguardo alla attuazione del trattamento rieducativo. Esercita, altresì, la vigilanza diretta ad assicurare che l'esecuzione della custodia degli imputati sia attuata in conformità delle leggi e dei regolamenti»;


il 1° comma dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede altresì che «Il magistrato di sorveglianza» visita «con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilità che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali.(...)»;


il comma 4 dell'articolo 19 della legge n. 354 del 1975 (ordinamento penitenziario) stabilisce che «è agevolato il compimento degli studi dei corsi universitari ed equiparati ed è favorita la frequenza a corsi scolastici per corrispondenza, per radio e per televisione»; -:


se siano a conoscenza di quanto descritto in premessa e se si intenda intervenire per ridurre, fino a portarla a quella regolamentare, la popolazione detenuta nel carcere Badu e Carros di Nuoro;


se e quando si intenda intervenire, per quanto di competenza, per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria, degli psicologi e degli educatori;


se e quali iniziative di competenza si intendano assumere affinché sia assicurata un'adeguata assistenza sanitaria ai detenuti e l'assoluto rispetto dei livelli essenziali di assistenza;


se nelle relazioni semestrali della competente ASL siano state segnalate le evidenti scadenti condizioni igienico-sanitarie delle celle;


se si intendano incrementare i fondi relativi alle mercedi per il lavoro dei detenuti, quelli riguardanti i sussidi per i più indigenti, quelli per le attività trattamentali e, infine, quelli da destinare alla pulizia dell'istituto e, in particolare, delle celle;


in che modo si intenda intervenire, per quanto di competenza, in merito ai casi singoli segnalati in premessa;


cosa si intenda fare, affinché sia rispettato il principio della territorializzazione della pena;


quali iniziative di propria competenza il Ministro della giustizia intenda assumere in relazione alle criticità rappresentate in premessa con riferimento al ruolo della magistratura di sorveglianza;


se il magistrato di sorveglianza abbia prospettato al Ministro della giustizia le esigenze dei vari servizi del carcere di Badu e Carros, con particolare riguardo all'attuazione del trattamento rieducativo;


cosa si intenda fare per agevolare il compimento degli studi universitari del detenuto F.D'A;



se si intenda rassicurare gli amministratori locali e tutto il personale del carcere di Badu e Carros sul paventato trasferimento nella nuova sezione dell'istituto di decine di detenuti in regime di 41-bis che stravolgerebbe la vita dell'intera comunità cittadina e provinciale.(5-06776)