ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06719

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 628 del 08/05/2012
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/14403
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/05/2012


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/05/2012
Stato iter:
24/05/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/05/2012
Resoconto MAZZAMUTO SALVATORE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 24/05/2012
Resoconto BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 08/05/2012

DISCUSSIONE IL 24/05/2012

SVOLTO IL 24/05/2012

CONCLUSO IL 24/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-06719
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 8 maggio 2012, seduta n.628

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


il 31 dicembre 2011 la prima firmataria del presente atto si è recata in visita ispettiva presso la casa circondariale di Catania «Bicocca», accompagnata dagli esponenti dell'Associazione radicali Catania Assunta Albergo e Gianmarco Ciccarelli; la visita si è svolta alla presenza del Garante regionale dei diritti delle persone detenute, senatore Salvo Fleres, e dell'avvocato Vito Pirrone, presidente dell'Associazione nazionale forense di Catania;


la delegazione è stata ricevuta e accompagnata dal comandante di polizia penitenziaria, commissario Guardì;


la situazione riscontrata è la seguente: il penitenziario è situato in una zona extraurbana, la struttura è stata costruita negli anni Ottanta e consegnata nel 1991; la casa circondariale Bicocca è gravemente sovraffollata: a fronte di una capienza regolamentare di 141 posti, i detenuti presenti sono 203; «in genere arriviamo anche a 300 presenze, ma per Natale le udienze sono sospese», riferisce il comandante, evidenziando la relazione fra l'attività dell'aula-bunker e il numero di detenuti presenti; i detenuti in regime di alta sicurezza (quasi tutti imputati o condannati per reati di tipo mafioso) sono 181, dislocati in due sezioni simmetriche, ciascuna composta da due piani; il reparto «transito» ospita 14 detenuti (11 detenuti comuni e 3 detenuti differenziati A.S.); il reparto «bunker» ospita 8 collaboratori di giustizia;


il personale di polizia penitenziaria è gravemente sottodimensionato: la pianta organica prevede 180 agenti, gli assegnati sono 153, mentre gli agenti effettivamente in servizio sono 120;


la delegazione visita la seconda sezione (detta anche reparto destro); il primo piano ospita 31 detenuti, il secondo piano 49 detenuti;


le celle, di circa 10 metri quadri, non sono provviste di doccia, hanno un letto a castello e ospitano fino a 3 detenuti;


il carcere è privo di riscaldamenti; molti detenuti lamentano questa carenza: «c'è un freddo da impazzire», dicono in tanti; «sono in questo carcere da 14 anni e il termosifone non ha mai funzionato», riferisce un detenuto; secondo quanto affermato dal comandante, il problema non è dovuto alla caldaia bensì alle tubature ormai da sostituire: «andrebbe ripristinato l'intero impianto, in alcune celle i termosifoni nemmeno ci sono»; molti detenuti indossano cappelli di lana, alcuni raccontano di andare a letto con la tuta sopra il pigiama;


l'istituto, sebbene sia di costruzione relativamente recente, si presenta in condizioni fatiscenti: si segnala umidità sia nei corridoi di reparto che all'interno delle celle; le docce comuni, molte delle quali rotte, sono in pessimo stato, con tetti e muri scrostati a causa delle infiltrazioni; ai detenuti è consentito l'uso giornaliero delle docce comuni;


le ore d'aria sono quattro, due al mattino e due al pomeriggio; sono attivi corsi scolastici di scuola elementare, media e istituto alberghiero; i detenuti hanno la possibilità di fare palestra in una cella un po' più ampia delle altre, dotata di pesi e qualche attrezzo; le condizioni strutturali della cella destinata a palestra sono a dir poco insufficienti;


un detenuto ristretto nella cella n. 27 dice di essere cardiopatico e vorrebbe essere trasferito al centro clinico di Pisa: «qua vivo col timore di sentirmi male»;


nella cella n. 20 sono ristretti due detenuti:


G.L.M., nativo di Napoli, cinquantacinquenne, lamenta: «stiamo 20 ore chiusi in cella senza svolgere alcuna attività, io ho fine pena nel 2020, dovrei andare in una casa di reclusione, questa per me è Guantanamo!»; e aggiunge: «sono ipovedente e soffro di crisi epilettiche, nel carcere di Ancona stavo meglio, qui faccio soltanto due ore di colloquio al mese, mia moglie per venirmi a trovare ogni volta spende 1.000 euro; le guardie sono brave ma la mentalità di questo carcere è quella del 41-bis, io ho il fine pena nel il 2020 (...); il comandante ammette: «questo non è un istituto adatto a chi deve scontare una pena lunga»;


G.C., nato a Pompei (NA), ventottenne, dice di aver commesso un reato comune e di essere stato sfollato dal carcere di Melfi (PZ) senza aver ricevuto alcun rapporto, e aggiunge: «non faccio colloqui da un anno, ho fatto diverse domande per avvicinarmi alla famiglia ma non mi hanno mai risposto»;


nella cella n. 13 è ristretto G.S. condannato all'ergastolo ostativo: «il mio fine pena è nel 9999, ho fatto 11 anni di 41-bis, sogno i miei figli, l'ergastolo per come l'ho fatto io è peggio della pena di morte»;


un detenuto nella cella n. 15 lamenta: «sono qui da 15 mesi e ancora non è iniziato nemmeno il 1° grado di giudizio: la custodia cautelare così è un abominio»; un altro detenuto sta in piedi con il supporto di una stampella, ha una cisti nel cervello e i medici avrebbero dichiarato che le sue condizioni di salute non sono compatibili con la detenzione in carcere, secondo quanto riferito; «qui non resta che cercare una corda e farla finita», dice un detenuto;


molti detenuti lamentano le cattive condizioni della sala colloqui e le lunghe attese a cui sono costretti i familiari;


il corridoio del piano terra che collega le sezioni detentive presenta ampie zone di umidità sul tetto e sui muri: «questi muri scrostati sono causati dalle infiltrazioni della doccia e dagli scarichi dei bagni delle celle del piano superiore: in questa struttura non si fanno interventi di manutenzione da molti anni», spiega il comandante;


nelle tre sale colloqui è ancora presente il muretto divisore; «i familiari per prendere il turno vengono all'alba, se non già alle 21.00 della sera prima», riferisce il comandante; il penitenziario, sebbene sia dotato di ampi spazi esterni, non ha un'area verde attrezzata per lo svolgimento del colloquio dei detenuti con i familiari minori -:


se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa;


se non ritenga opportuno intervenire in modo deciso e tempestivo per fronteggiare il sovraffollamento della casa circondariale di Catania «Bicocca» e, a tal fine, quali urgenti iniziative intenda assumere per far rientrare l'istituto nella dimensione regolamentare dei posti previsti;


come giustifichi il fatto che nell'istituto di Catania «Bicocca» ci siano detenuti che debbano scontare pene lunghissime, alcuni anche ergastolani, assieme ad altri con condanne di breve durata o, addirittura, in attesa di giudizio;


quali atti intenda assumere affinché sia garantito il rispetto del terzo comma dell'articolo 27 della Costituzione;


quali urgenti provvedimenti intenda adottare per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria, posto che la grave carenza di agenti determina seri rischi in termini di sicurezza e notevoli disfunzioni per la vita dei reclusi e per le condizioni di lavoro e di vita degli agenti stessi;


quali atti intenda assumere affinché sia pienamente garantito il diritto alla salute delle persone ristrette;


se ed in che modo si intendano potenziare le attività trattamentali, in particolare quelle lavorative, scolastiche, di formazione e sportive;


se intenda adoperarsi per quanto di competenza al fine di potenziare l'assistenza psicologica ex articolo 80 ordinamento penitenziario;


se, in che modo e in quali tempi, intenda intervenire per rimuovere tutte le carenze strutturali ed igienico-sanitarie che contrastano con la normativa vigente; in particolare, quando verranno ristrutturate le sale colloqui nelle quali sono ancora presenti i muretti divisori e predisposta l'area verde per gli incontri dei detenuti con i loro parenti e figli minori;


a quando risalgano e cosa vi sia scritto nelle relazioni semestrali delle Asl sulle condizioni igienico-sanitarie della casa circondariale di Catania «Bicocca»;


per quale ragione non siano stati previsti i fondi per l'attivazione dei riscaldamenti e in che tempi si intenda risolvere il problema;


se, e in che modo, intenda intervenire rispetto ai casi specifici segnalati in premessa;


in che modo intenda operare per ripristinare il principio della territorializzazione dell'esecuzione della pena, atteso che la lontananza dal domicilio spesso è motivo di sofferenza per le persone ristrette e per i loro familiari, anche minorenni;


quali iniziative urgenti intenda adottare, in definitiva, al fine di ricondurre le condizioni di detenzione vigenti all'interno dell'istituto penitenziario di Catania «Bicocca» alla piena conformità al dettato costituzionale e normativo;


se non intenda prendere in considerazione un'ipotesi normativa in base alla quale venga prescritto agli istituti di pena di non accettare in nessun caso l'ingresso di altri detenuti una volta raggiunta la propria capienza regolamentare. (5-06719)