BUCCHINO, MIOTTO, BURTONE, PEDOTO, BOSSA, SBROLLINI, D'INCECCO e LIVIA TURCO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
l'acufene è una patologia dell'udito, che in questi ultimi anni ha assunto dimensioni preoccupanti e di cui purtroppo si parla poco o comunque in maniera poco informata;
l'acufene è una sensazione auditiva, un suono continuo, costante - fischi, ronzii, fruscii, soffi, pulsazioni - percepiti in uno o in entrambi gli orecchi o addirittura nella testa che per troppo tempo è stato liquidato come un semplice fastidio ma che può invece diventare una vera e propria malattia invalidante, una tortura insopportabile tale da causare conseguenze che compromettono la qualità della vita, generando in ultima analisi ansia, nervosismo, perdita del sonno e della concentrazione;
si stima che in Italia siano decine di migliaia le persone che ne sono affette;
le numerosissime persone colpite da questo disturbo attendono da tempo che la scienza riesca a dare loro nuove e concrete speranze e che la fatidica ed angosciante frase «mi dispiace non c'è niente da fare, si rassegni a convivere con questo disturbo», ancora troppo spesso pronunciata dallo specialista alla fine della visita, venga superata da proposizioni terapeutiche efficaci;
la comunità medico-scientifica sta assumendo, di fronte al problema degli acufeni, un atteggiamento decisamente più costruttivo e risolutivo rispetto al passato ed è, proprio per questo motivo, che si stanno moltiplicando in Italia le associazioni che si occupano di questo grave fenomeno patologico a fronte però di un limitato interesse medico e scientifico da parte della società, della politica e delle istituzioni;
queste associazioni interpellano in modo drammatico il corpo politico esortando interventi mirati alla produzione di studi e ricerche scientifiche più qualificati volti all'individuazione statistica dell'incidenza dell'acufene, a una maggiore comprensione medica del fenomeno e alla ricerca delle possibili cure -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di avviare programmi di ricerca in merito a tale patologia fortemente invalidante, rispondendo così alle legittime aspettative delle numerose vittime di questo disturbo che ad oggi sono ancora senza una cura valida, duratura ed efficace e se non ritenga opportuno inserire tale patologia nell'elenco di cui al decreto ministeriale n. 329 del 1999 e successive modifiche, al fine di dichiarare tale malattia come malattia cronica ed invalidante, così da permetterne il suo inserimento nei livelli essenziali di assistenza. (5-06524)