FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute, Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:
in Italia sono oltre 1.200 i laureati in podologia dei quali circa 130 operanti nella regione Lombardia;
dopo il percorso universitario, sono tenuti a un tirocinio e gran parte di loro conseguono un master di specializzazione proprio sul piede diabetico;
i laureati podologi sono operatori sanitari cui competono le attribuzioni previste dal regolamento di cui al decreto del Ministro della sanità 14 settembre 1994, n. 666;
il Gruppo Multimedica della regione Lombardia ha organizzato per il 17 marzo 2012 un corso rivolto agli infermieri concernente la cura della complicanza del piede diabetico;
tale iniziativa formativa rientra nel sistema di accreditamento ECM che dovrebbe garantire al cittadino l'aggiornamento delle professioni sanitarie;
secondo i dati del Ministero della salute, la Lombardia è la regione dove si verifica il maggior numero di amputazioni: nel 2009 sono state registrate ben 1.605 amputazioni, con 25.884 giornate di degenza;
come dimostrato da un noto studio americano, l'impiego del podologo sul territorio garantisce, soprattutto attraverso la prevenzione e l'educazione sanitaria del paziente, una riduzione del numero delle amputazioni di circa il 60 per cento e dei ricoveri ospedalieri di circa il 24 per cento;
l'ordinamento non prevede la podologia fra le discipline riconosciute dal Servizio sanitario nazionale -:
se i Ministri non ritengano che le attività connesse alla cura della complicanza del piede diabetico, secondo il profilo professionale, siano di esclusiva competenza del podologo;
se non si ritenga opportuno strutturare un protocollo assistenziale terapeutico che comprenda necessariamente l'impiego attivo e continuo del podologo in regime ospedaliero oppure creare sul territorio una capillare rete di assistenza al fine di favorire l'occupazione di numerosi giovani che si sono specializzati proprio sul piede diabetico e, di conseguenza, evitare il dispendio di finanziamenti pubblici per formare nuove risorse;
quali iniziative di rispettiva competenza intendano intraprendere al fine di colmare questa lacuna normativa con l'inserimento del servizio podologico tra le prestazioni previste nell'ambito dei livelli essenziali di assistenza (LEA). (5-06445)