GIORGIO CONTE e DI BIAGIO. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
negli ultimi tre anni il Governo ha predisposto dei tagli lineari nel comparto sicurezza che ammontano a ben tre miliardi di euro, pari al 10 per cento del bilancio complessivo del Ministero dell'interno ed in particolare le risorse della divisione investigativa antimafia sono state ridotte di 13 milioni di euro;
nella fattispecie, la legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012) ha previsto importanti riduzioni di stanziamenti economici alle forze di polizia. Il taglio dei fondi destinati alla direzione investigativa antimafia rischia di compromettere l'operatività di molte sezioni operative, presidi della lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso;
tra le misure previste dalla citata normativa, figura la decurtazione stipendiale per gli appartenenti alla divisione investigativa antimafia, relativamente al T.E.A. - trattamento economico aggiuntivo - previsto normativamente sin dal 1992 quando è stata istituita la DIA, che ha subito consistenti riduzioni, pari al 64 per cento per l'anno 2012, e 57 per cento a decorrere dal 2013;
nello specifico, la misura segue una previsione di risparmio per 13,1 milioni dal 2012. La decurtazione stipendiale, anche oltre il 20 per cento della retribuzione mensile - uno stipendio di un ispettore con 32 anni di servizio è di circa 2000 euro - non è stata attuata nei confronti di alcuna categoria. Essa sarebbe percepita come un chiaro accanimento nei confronti di poliziotti, carabinieri e finanzieri della DIA;
va ricordato che gli stessi operatori DIA sono già stati colpiti dalle disposizioni previste dall'articolo 9 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78 convertito in legge n. 122 del 2010, che prevede gli stipendi bloccati fino al 31 dicembre 2014, nessun riconoscimento stipendiale relativo al compimento dell'anzianità di servizio (cosiddetto assegno di funzione), nessun riconoscimento stipendiale per avanzamento di grado, riduzione del premio produttività e contempla ulteriori tagli sugli straordinari e sulla tredicesima;
si tratta di tagli che non tengono nella debita considerazione - anzi vanno in direzione di un assoluto dispregio - la peculiarità e l'importanza dell'attività svolta da questi servitori dello Stato;
a detta dell'interrogante, ci troviamo dinanzi ad una scelta irragionevole: alla divisione investigativa antimafia, creata nel 1991 con la legge n. 410 e fortemente voluta da Giovanni Falcone al fine di allineare il sistema di contrasto italiano a modelli organizzativi già efficacemente collaudati in altri Paesi, si tagliano i fondi in modo radicale, mentre sono profondamente carenti le misure di potenziamento richieste dal contesto temporale che evidenzia uno stato di piena emergenza mafiosa, come testimonia il fatturato delle organizzazioni criminali, che ammonta a 200 miliardi di euro;
illuminanti sul tema sono le parole che il magistrato Antonino Caponnetto scrisse nel libro «I miei giorni a Palermo»: «Non vorrei che a qualcuno fosse venuto in mente di comprimere o limitare i poteri di un organismo che già lavora in condizioni difficili... il mio auspicio è che si pensi a potenziarla, piuttosto che a inventare nuove figure...»;
inaugurando a Palermo la sede dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, nel novembre 2011, il Ministro interrogato ha affermato «La nostra maggiore priorità riguarda la lotta alla mafia e lavoreremo in tal senso affrontando tutte le componenti per attuarla» -:
se le attuali linee programmatiche del Dicastero prevedano interventi volti a rettificare le criticità economiche ed operative - testé indicate in premessa - che coinvolgono tutto il personale in servizio presso le sedi della direzione investigativa antimafia, che quotidianamente ottiene ottimi risultati nella lotta alla criminalità. (5-06172)