ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05970

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 573 del 19/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: POLI NEDO LORENZO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 19/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 19/01/2012
GATTI MARIA GRAZIA PARTITO DEMOCRATICO 19/01/2012


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 19/01/2012
Stato iter:
08/02/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/02/2012
Resoconto MARTONE MICHEL ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 08/02/2012
Resoconto POLI NEDO LORENZO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 19/01/2012

DISCUSSIONE IL 08/02/2012

SVOLTO IL 08/02/2012

CONCLUSO IL 08/02/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-05970
presentata da
NEDO LORENZO POLI
giovedì 19 gennaio 2012, seduta n.573

POLI, MARIANI e GATTI. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:


l'azienda Panem, che occupa 65 dipendenti ed ha un fatturato di circa 20 milioni di euro con sede operativa in Altopascio (Lucca), rappresenta storicamente nel territorio della provincia di Lucca uno dei più importanti siti produttivi del settore industriale del pane fresco e prodotti sostitutivi;


complessivamente il gruppo Panem, prima dell'acquisizione da parte di Novelli, aveva circa 220 dipendenti con circa 50 milioni di euro di fatturato. In particolare il marchio «Buralli», dagli anni '70 al '90, era riuscito a conquistarsi un importante mercato nazionale che ricomprendeva l'area del Nord e Centro Italia;


l'azienda Panem, nonostante le cadute registrate nell'ultimo quadriennio, è il più importante operatore presente nel mercato del pane fresco industriale e dei sostitutivi del pane, con una consistente rete distributiva, formata da oltre 5.000 punti vendita tra dettaglio e grande distribuzione organizzata (GDO), con un organico complessivo di circa 230 dipendenti e un fatturato di 50 milioni di euro;


la Panem è così costituita: stabilimento di Muggiò (di proprietà), con il maggior numero di dipendenti, attualmente circa 150/170; stabilimento di Altopascio (contratto di locazione), circa 65 dipendenti; stabilimento di S. Mauro Torinese (chiuso nel 2009). Da una stima approssimativa, il valore dei beni immobiliari ammonta a 12-15 milioni di euro;


il manifestarsi della crisi finanziaria internazionale alla fine del 2008, tuttora presente che ha coinvolto le strutture produttive e gli assetti occupazionali dei molteplici settori componenti l'intera economia provinciale, ha interessato anche l'azienda Panem di Altopascio comportando progressivamente un acuirsi delle difficoltà finanziarie interne ed una contrazione dei volumi produttivi destinati ai mercati divenuti nel frattempo sempre più competitivi ed internazionali;


la storia del panificio «Buralli» oggi «Panem» è stata interessata da processi di acquisizione di gruppi industriali esterni come il gruppo Barilla e aziende facenti capo a fondi finanziari fino ad arrivare al 2011, quando, nel corso dell'estate, il gruppo Novelli ha rilevato la realtà produttiva Panem con un piano industriale che prevedeva il rilancio produttivo e il mantenimento delle maestranze presenti;


già prima di questa nuova acquisizione si era manifestata una situazione di esubero del personale che aveva indotto la proprietà a chiedere una procedura di Cassa integrazione guadagni straordinaria per ristrutturazione, perfezionatasi con accordo del 28 febbraio 2011 di durata biennale presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e che ha interessato gli stabilimenti di Altopascio e Muggiò di Monza. Tale procedura di cassa integrazione, alla luce delle nuove difficoltà di inserimento e mantenimento delle commesse di prodotti per la panificazione destinati alla grande distribuzione, è stata ampliata con successivo accordo del 12 luglio 2011 presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali portando il numero dei lavoratori a 50 unità di cui 25 Altopascio e 25 Muggiò e mantenendo la scadenza della Cassa integrazione guadagni straordinaria al 1o marzo 2013;


nell'estate del 2011 è poi avvenuta l'acquisizione da parte del gruppo Novelli. Il gruppo Novelli opera in diversi settori, produzione di pane, uova fresche, mangimi, cantine di vino; vanta diversi stabilimenti, ha la sede centrale a Terni, occupa circa 700 addetti ed ha un fatturato complessivo di circa 120 milioni di euro;


dopo l'acquisizione, in ottobre, la proprietà del gruppo Novelli ha annunciato la presentazione di una domanda di concordato preventivo presso il tribunale di Monza, motivandola in rapporto alla situazione di difficoltà finanziaria e di liquidità del gruppo Panem: a fronte di un fatturato di circa 50 milioni di euro vengono dichiarati debiti per circa 47 milioni di euro;


nel corso degli incontri svolti presso la provincia fino agli inizi di questo 2012 si sono evidenziate le rispettive posizioni dei sindacati e delle parti istituzionali e della proprietà dell'azienda confermando quest'ultima la volontà di non proseguire l'attività presso lo stabilimento di Altopascio pur mantenendo la continuità dei pagamenti degli stipendi ai dipendenti. Infatti, è stata costituita una nuova società «Nuova Panem Srl» che ha preso in affitto lo stabilimento di Muggiò, nel quale continua l'attività produttiva. La cessazione dell'attività presso lo stabilimento di Altopascio è stata motivata da ragioni economiche (non sarebbe più competitivo e accumulerebbe perdite pesanti), a cui si aggiungerebbe lo sfratto gravante sui locali dello stabilimento. Quest'ultimo fatto è stato peraltro decisamente smentito dai titolari della proprietà dello stabilimento anche a mezzo stampa;


dal 13 dicembre 2011, le produzioni (pane fresco e pane morbido in cassetta a lunga conservazione) e tutti i volumi garantiti dallo stabilimento di Altopascio vengono trasferiti, senza peraltro alcuna informativa, presso lo stabilimento INTERPAN, via Amerina, 49 località Fornole di Amelia in provincia di Terni. Naturalmente, insieme al trasferimento delle produzioni, il gruppo Novelli ha continuato ad usare il privilegio del marchio «Buralli», conservando altresì la rete distributiva/clienti formatasi attorno al prodotto e al marchio di Altopascio;


le organizzazioni sindacali si sono sempre dimostrate scettiche sui processi di acquisizione fin qui descritti. Peraltro il gruppo Novelli risulterebbe aver messo in vendita prodotti a marchio Buralli ma aventi un'origine di produzione diversa da Altopascio. I passaggi compiuti da gruppo Novelli, che in tempi rapidissimi hanno portato dall'acquisizione alla domanda di concordato fino alla cessazione della produzione, non possono che destare preoccupazione;


le organizzazioni sindacali, che chiedono un piano di ristrutturazione aziendale valido, hanno indetto numerose manifestazioni di sostegno ai lavoratori della Panem, attivando anche un presidio permanente presso lo stabilimento di Triboli di Altopascio;


la provincia ha promosso l'apertura di un tavolo istituzionale permanente che coinvolge parti sociali, istituzioni, regione Toscana, comune di Altopascio e lavoratori al fine di scongiurare la chiusura dello stabilimento e garantire al massimo livello tutte le tutele previste per la salvaguardia dei diritti degli stessi lavoratori;


ad oggi risulta ammessa la procedura di concordato preventivo presso il tribunale di Monza e sono in corso le trattative con il commissario giudiziale per effettuare la cassa integrazione straordinaria in presenza di procedura concorsuale -:


quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere, per le parti di competenza, per far fronte ad una situazione che mette a rischio decine di posti di lavori e per salvaguardare una realtà produttiva importante e radicata nel territorio;


se non ritengano opportuno verificare che le operazioni descritte in premessa siano compatibili con le vigenti normative in materia di diritto del lavoro, societario e commerciale. (5-05970)