ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05900

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 568 del 11/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: PATARINO CARMINE SANTO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 11/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI BIAGIO ALDO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO 11/01/2012


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/01/2012
Stato iter:
12/01/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/01/2012
Resoconto PATARINO CARMINE SANTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
 
RISPOSTA GOVERNO 12/01/2012
Resoconto BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/01/2012
Resoconto PATARINO CARMINE SANTO FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 12/01/2012

SVOLTO IL 12/01/2012

CONCLUSO IL 12/01/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-05900
presentata da
CARMINE SANTO PATARINO
mercoledì 11 gennaio 2012, seduta n.568

PATARINO e DI BIAGIO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

secondo i dati pubblicati nel mese di aprile 2011 dalla rivista scientifica The Lancet sono circa 2,6 i milioni bambini nati morti ogni anno nel mondo;

sebbene il 98 per cento di queste morti avvenga nei paesi poveri o in via di sviluppo, percentuali sempre più alte continuano a interessare i Paesi più ricchi;

in Italia una gravidanza su sei si interrompe con la morte del bambino e 9 bambini al giorno muoiono a termine, poco prima del parto o dopo la nascita, con notevoli ripercussioni sulla salute psicofisica delle madri e della coppia;

come sottolineano gli specialisti e gli esperti del suindicato fenomeno, intorno alla morte perinatale sussiste nel nostro Paese una forma deleteria di tabù che ne limita la comprensione, l'approfondimento e la sensibilizzazione;

il quadro che emerge dall'analisi del fenomeno psicosociale «morte in utero» pone l'Italia come fanalino di coda d'Europa e dei Paesi più avanzati, con una condizione di arretratezza culturale e psicologica;

in Italia infatti proprio in virtù della cortina di silenzio che avvolge questa dolorosa esperienza, sono rare le realtà che si occupano di accogliere e supportare le famiglie: esempio virtuoso è l'associazione CiaoLapo Onlus che dal 2006 si pone l'obiettivo di colmare questo gap e fornire ai genitori in lutto tutta l'assistenza medica, psicologica e psicosociale necessaria;

CiaoLapo Onlus collaborando con l'International Stillbirth Alliance, ha partecipato al complesso lavoro scientifico pubblicato da The Lancet, i cui dati sono citati in premessa, con l'impegno condiviso di Save the Children mettendo in luce per prima le criticità che attualmente contraddistinguono la realtà italiana;

in virtù del citato livello di arretratezza e di conoscenza del fenomeno della morte perinatale, la cura delle famiglie colpite da questo lutto in Italia non è ancora riconosciuta ed il più delle volte lasciata alla sensibilità di pochi se non rari operatori; sono pochi i centri di eccellenza in Italia per lo studio della morte perinatale e per la prevenzione di questi eventi, pochissimi gli psicologi, gli psicoterapeuti e i counselor con una preparazione specifica sul lutto perinatale e sulla sua elaborazione che operano all'interno delle strutture ospedaliere o nei consultori;

alle suindicate criticità si aggiungono le esigue risorse destinate a tali attività di supporto e di ricerca per lo più attinte da raccolte fondi e dall'attenzione di donatori e associati;

sulla base di una ricerca nazionale effettuata da CiaoLapo Onlus, da cui sono stati tratti alcuni dei dati pubblicati sul citato numero speciale di The Lancet, sono emerse in particolare diverse mancanze e lacune nel meccanismo assistenziale delle strutture sanitarie nei confronti della famiglia in lutto che segnano la denigrante sperequazione sussistente tra il nostro e gli altri Paesi;

nella fattispecie i genitori Italiani spesso non ricevono una completa diagnosi a seguito della morte del bambino, con un corretto approfondimento diagnostico sul bambino, sul cordone e sulla placenta. È dimostrato che così facendo circa 7 casi su 10 troverebbero una spiegazione medica, mentre invece nel nostro Paese molte donne sono ancora liquidate con l'anacronistica ed abusata frase «è stata solo sfortuna»;

a ciò si aggiunge la frequente assenza di un corretto counseling per i genitori relativo ad ogni scelta da compiere, sia in caso di malattia grave del feto, sia in caso di avvenuta morte: troppo spesso è impreparata alla gestione delle criticità, e non accompagna i genitori alle prese con l'evento drammatico, e con l'ultimo saluto al bambino. Momenti importantissimi per l'elaborazione del lutto, che devono essere affrontati nel migliore dei modi possibili;

inoltre, è ampiamente segnalata l'assenza di un corretto sostegno psicologico in caso di morte endouterina, durante la diagnosi, durante il parto e dopo le dimissioni;

ulteriore elemento di criticità è la mancanza di un corretto sostegno per gli altri figli e di un corretto sostegno nelle gravidanze successive. La gravidanza successiva ad un lutto perinatale non è mai un evento di routine, non solo perché è per definizione «una gravidanza a rischio» dal punto di vista medico, ma anche dal punto di vista psicologico;

in Italia sussiste un atteggiamento vagamente fatalistico che sottende il confronto medico-paziente segnatamente sul versante ginecologico ostetrico. Tale paradosso tutto italiano spinge ad identificare ogni potenziale o vagheggiata dinamica informativa e di sensibilizzazione sul fenomeno in oggetto come «terrorismo psicologico» nei confronti delle future mamme, con il risultato di creare una coltre dannosa e inutile di ignoranza su un rischio reale e incombente, e che alimenta la drammatica conseguenza di isolare sotto il profilo medico e sociale le famiglie colpite -:

se si intenda assumere ogni iniziativa di competenza per consentire la definizione presso le strutture del Servizio sanitario nazionale di percorsi di formazione e sensibilizzazione del personale medico e sanitario, circa il fenomeno della morte perinatale, le sue potenziali cause, le sue deleterie conseguenze e i meccanismi di assistenza alle famiglie colpite, nonché la realizzazione di campagne informative destinate alla società civile aventi ad oggetto la morte perinatale, come fenomeno reale e rischio esistente in capo a tutte le gestanti e puerpere.(5-05900)