FUGATTI, COMAROLI, FORCOLIN, PINI e BITONCI. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
il comparto del bingo da sala rappresenta una realtà industriale che occupa circa 12.000 addetti, impiegati in diverse mansioni come, ad esempio, quella del controllo delle sale e della regolarità del gioco, del servizio di ristorazione e cucina o del servizio di pulizia;
il gioco del bingo, istituito con il decreto ministeriale 31 gennaio 2000, n. 29, ha registrato, nel 2007, in concomitanza con il progressivo ampliamento del portafoglio dei giochi dell'amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS), una significativa flessione dei volumi di gioco: a dicembre 2007, allo scadere del primo periodo di concessione, i dati dell'AAMS indicavano già una riduzione del 30 per cento del numero dei concessionari del bingo: tale allarmante dinamica ha comportato la chiusura di circa 100 imprese, nonché la perdita di 5.000 posti di lavoro, pari al 30 per cento del numero degli addetti complessivo del comparto (circa 15.000 addetti);
ad ottobre 2009 si è registrato il picco minimo nei volumi di raccolta e l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è intervenuta proponendo al Ministero dell'economia e delle finanze la rimodulazione in via sperimentale per il 2010 della distribuzione delle percentuali degli importi raccolti: le misure sperimentali in materia sono state quindi introdotte con il cosiddetto «decreto Abruzzo» (decreto-legge n. 39 del 2009), con il quale il Governo ha previsto la possibilità di ridurre il prelievo erariale unico (PREU) da un'aliquota del 23,8 per cento ad un'aliquota del 12 per cento destinando il 70 per cento (contro il 58 per cento precedentemente previsto) delle somme giocate ai montepremi, rendendo quindi più appetibile il gioco per i giocatori;
nel 2010 il settore ha registrato un aumento delle vendite di oltre il 25 per cento con un proporzionale aumento occupazionale, e, alla fine del 2010, con il cosiddetto «decreto mille proroghe» (decreto-legge n. 225 del 29 dicembre 2010) ed il successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 25 marzo 2011, le predette misure sono state estese a tutto il 2011;
a marzo 2011 la Commissione finanze della Camera dei deputati ha approvato la risoluzione n. 7-00507, con la quale si impegna il Governo «a prevedere l'adozione definitiva del nuovo regime del PREU in caso di conferma dei risultati positivi anche nel secondo anno di sperimentazione» e il Governo, nella persona dell'allora Sottosegretario per l'economia, con delega ai giochi, Alberto Giorgetti, aveva espresso una valutazione positiva sulla risoluzione;
anche l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, in più occasioni e dinanzi alle competenti commissioni parlamentari, ha riconosciuto i risultati importanti che sono stati conseguiti grazie all'abbattimento del PREU, e si è espressa favorevolmente circa l'opportunità di stabilizzare le misure sperimentali, allineando l'aliquota d'imposta del bingo da sala a quella del bingo a distanza, che è stabilita nella inferiore misura del 10 per cento;
a pochi giorni dalla scadenza delle richiamate misure sperimentali, gli operatori e le migliaia di addetti del settore si trovano in una situazione di gravissima incertezza, poiché non vi è traccia di alcun provvedimento in grado di assicurare stabilità al settore;
il ritorno alla situazione del 2009 implicherebbe innanzitutto perdite a livello occupazionale, visto che tra i giochi dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato quello del bingo da sala, pur rappresentando il 2 per cento del fatturato complessivo dei giochi, occupa il 10 per cento del totale degli addetti del settore complessivamente considerato ed impiega principalmente donne (ben il 65 per cento sul totale degli addetti del comparto) e giovani (il 95 per cento), vale a dire proprio quelle categorie di lavoratori alle quali dovrebbe essere maggiormente assicurate l'inclusione e la permanenza nel mondo del lavoro;
la mancata stabilizzazione delle predette misure sperimentali comporterebbero perdite che gli operatori del settore stimano pari a 5.000 addetti, prevalentemente donne e giovani, che, nel giro di pochi mesi, con il progressivo abbandono delle sale, si ritroverebbero senza lavoro;
di fronte alla congiuntura economica difficilissima che il Paese sta vivendo, ogni ulteriore inerzia del Governo in materia rischia dunque, concretamente, di gettare un intero comparto nel caos, vanificando politiche di salvaguardia perseguite per anni e il cui valore aggiunto è stato abbondantemente riconosciuto ed attestato non solo dagli operatori, ma anche a livello politico -:
se non ritenga opportuno intervenire con estrema urgenza per assicurare il mantenimento delle misure sperimentali di riduzione del PREU sul bingo, al fine di dare prospettive chiare al settore e consentirgli di poter continuare ad operare in condizioni di competitività.
(5-05839)