BINETTI e NUNZIO FRANCESCO TESTA. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
la somministrazione di psicofarmaci per l'iperattività in Italia è rigidamente regolata da protocolli dell'Agenzia del farmaco pubblicati in Gazzetta ufficiale e vincolanti per tutte le strutture pubbliche e private accreditate;
lo psicofarmaco ha un mero effetto «sintomatico» che non porta alla remissione del problema, ma in certi casi limite può essere utile per «normalizzare» il comportamento aggressivo ed incontrollabile del bimbo permettendo così l'avvio di terapie non farmacologiche, tali protocolli prevedono com'è noto la somministrazione dello psicofarmaco solo appunto per un numero limitato di casi (cosiddetta ADHD grave), e comunque in abbinamento a terapie meno invasive e in grado di modificare «strutturalmente» l'atteggiamento del minore nei confronti dell'ambiente;
le linee guida ministeriali prevedono che i genitori devono entrambi essere posti a conoscenza di tutti i potenziali effetti collaterali del farmaco, e delle eventuali alternative terapeutiche;
in ogni caso non dovrebbe essere somministrato lo psicofarmaco per i casi di «iperattività lieve», sui quali si può intervenire agevolmente con terapie scientificamente validate ma non farmacologiche;
il rispetto di tali prudenti linee guida è essenziale allo scopo di evitare nel nostro Paese la prescrizione disinvolta di questi prodotti potenzialmente pericolosi, prescrizione in crescita invece in molti Paesi del mondo;
da rilievi giornalistici pubblicati già mesi fa dal comitato indipendente di farmacovigilanza pediatrica «Giù le Mani dai Bambini», al quale pure aderiscono università, ospedali e Asl del nostro Paese, parrebbe che non sempre il consenso informato al trattamento farmacologico venga correttamente raccolto dalle strutture accreditate;
una nuova intervista a un genitore pubblicata in questi giorni dal Comitato, e scaricabile dal loro sito web, parrebbe che presso l'Asl di San Donà di Piave si siano effettuate prescrizioni di metanfetamine somministrate in casi non gravi di iperattività e distrazione infantile, peraltro senza mettere al corrente i genitori dei potenziali effetti collaterali dello psicofarmaco e negando le cure non farmacologiche la cui erogazione è prevista come obbligatoria per legge;
tale Asl è stata già al centro delle cronache giornalistiche nel 2009 per i «viaggi della speranza» di genitori dell'Emilia Romagna, che vedendosi negare la prescrizione dello psicofarmaco dalla neuropsichiatria di Bologna in quanto non necessario (casi con sintomi lievi, trattabili diversamente) ed esigendolo a tutti costi si rivolgevano appunto a San Donà di Piave per avere «prescrizioni facili» di metanfetamine e stimolanti per migliorare il comportamento scolastico dei propri figli;
se - come pare dalla registrazione audio - la denuncia si rivelasse fondata, sarebbe opportuno, ad avviso dell'interrogante addivenire a una revoca dell'accreditamento di quell'Asl e all'individuazione sul territorio di un Asl più attenta nell'applicazione delle linee guida obbligatorie -:
quali iniziative ad ampio spettro intenda intraprendere per monitorare l'applicazione delle linee guida presso tutte le altre Asl italiane autorizzate alla prescrizione di psicofarmaci ai bambini e se non ritenga opportuno aumentare il monitoraggio anti-abuso sul territorio, inserendo così nel registro nazionale di controllo non solo i farmaci Ritalin (Novartis) e Strattera (Eli Lilly) attualmente monitorati, ma tutti gli psicofarmaci somministrati ai bambini, aumentando così l'efficacia di uno strumento di controllo che è considerato all'avanguardia nel mondo nella prevenzione delle prescrizioni e dell'uso disinvolto di questi discussi prodotti farmaceutici per minori.(5-05560)