RENATO FARINA. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
pervengono all'interrogante da personale dell'Agenzia Habeshia per la cooperazione allo sviluppo gravi notizie circa la gravissima situazione dei profughi eritrei, su cui è già stata presentata l'interrogazione 5-05399, ma la drammaticità della situazione non conosce fine;
nel mese di settembre 2011 sono state torturate a morte 4 persone, sono a rischio 41 persone di cui 7 donne, una di queste ultime è in stato di gravidanza. In un altro gruppo ci sono altre 44 persone di cui 11 donne e 32 maschi, di cui 3 minorenni; i prigionieri gridano tutta la loro disperazione al telefono, chiedono aiuto, raccontano la loro segregazione in strutture sotterranee, continui maltrattamenti e torture con scariche elettriche, plastica fusa bollente sulla pelle, abusi sessuali sulle donne. Sono centinaia gli altri profughi in simili condizioni nel Sinai, non si sa quante persone hanno perso la vita per mano dei trafficanti, perché non hanno soldi per pagare il riscatto preteso dai predoni;
molti hanno riferito di aver già pagato fino a 15 mila dollari, circa 17 persone hanno già versato una media di 25 mila dollari e sono stati rilasciati in territorio dello Stato di Israele. L'inerzia degli Stati fa la fortuna dei criminali che si arricchiscono, un giro di affari milionari per questo traffico sta costringendo centinaia di famiglie ad indebitarsi per somme che non potranno pagare per decenni, ma pur di salvare la vita al proprio figlio/figlia o marito vendono tutto, o come molti finiscono nelle mani degli usurai. Le casse dei trafficanti hanno base in Israele, Dubai, Khartoum, Cairo, Asmara. Sarebbe auspicabile che l'ONU e l'Unione europea si impegnassero a fondo per stroncare questo traffico di esseri umani, sulla base delle convenzioni internazionali per la lotta contro la tratta di esseri umani. Non sono gli strumenti che mancano, ma la volontà politica degli Stati;
da un anno l'agenzia Habeshia denuncia questi crimini contro l'umanità, umanità più indifesa perché in fuga dal proprio Paese, senza che nessuno Stato reclami la violazione dei loro diritti; si tenta di dare voce a questi uomini e donne privati di ogni loro sacrosanto diritto di vivere in pace, il diritto di trovare protezione presso gli Stati dove sono andati a chiedere asilo; molti vengono privati anche del diritto alla vita, per mano dei trafficanti come per mano dei soldati di confine in nome della sicurezza nazionale; il dispiegamento di forze contro la pirateria in mare, come il recente blitz della marina inglese che ha liberato la nave Monte Cristo, ci vorrebbe, a giudizio dell'interrogante, anche per ottenere la liberazione di più di 500 profughi in ostaggio nel Sinai -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra riportati o se intenda effettuare una verifica presso le autorità eritree;
se il Governo non ritenga di dover attivarsi presso le competenti sedi internazionali perché vengano tutelati i diritti umani. (5-05527)