RENATO FARINA, VIGNALI, CENTEMERO, POLLEDRI, TOCCAFONDI, PAGANO, PALMIERI e DI CENTA. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:
la situazione dei profughi e rifugiati eritrei in Egitto è sempre più drammatica: da un anno l'agenzia di stampa Habeshia denuncia il sequestro di persone in atto nel Sinai a danno dei profughi, vittime del traffico di essere umani;
essi vengono presi dalla polizia di frontiera, la legge egiziana emanata un anno fa non viene mai applicata e ad oggi abbiamo centinaia di profughi prima vittime dei trafficanti, ora vittime dello Stato nelle diverse stazioni di polizia, nei campi militari; molti di questi profughi in detenzione sono rifugiati riconosciuti dall'UNHCR prima ancora del loro arrivo in Egitto: riconosciuti quando sono transitati nei campi profughi in Sudan e in Etiopia;
in questi 4-5 anni l'Egitto si è limitato a sparare sulle vittime al confine con Israele; il mondo ha assistito passivamente a questo massacro di innocenti, la cui unica colpa è quella di cercare la libertà e una vita migliore;
i centri di detenzione sono affollati: diversi profughi presentano ferite da arma da fuoco causate dalla polizia di frontiera. L'Egitto, firmatario della Convenzione di Ginevra del 1951, avrebbe dovuto garantire l'acceso al diritto di asilo, invece non permette l'accesso a UNHCR nei centri di detenzione, di conseguenza nega il diritto di asilo a queste persone;
dalle testimonianze di molti profughi e rifugiati detenuti risulta che le loro condizioni di vita in queste stazioni di polizia sono veramente pessime, in alcuni casi pericolose per la loro salute;
sono diverse le stazioni di polizia dove vengono trattenuti profughi a cui il Governo egiziano nega così la possibilità di accedere al diritto di asilo: a Cair, Luxor (stazione di polizia di Gurna dove sono detenuti 62 profughi di cui 5-6 bambini), Gharb (a 9 chilometri da Aswan in cui ci sono 56 persone), nella città di Aswan (in due stazioni di polizia ci sono 54 profughi), a Shallal (nel campo militare ci sono 62 persone in pessime condizioni), nelle diverse stazioni di polizia di Ismaillia, El Arish sono centinaia le donne e i bambini -:
se il Governo non intenda attivarsi presso le competenti sedi internazionali perché venga permesso l'accesso agli operatori dell'UNHCR nelle stazioni di polizia nel territorio egiziano sopra citate posto che tale comportamento appare agli interroganti una violazione dei diritti umani, laddove si accerti che profughi in fuga da dittature, guerre, fame vengono criminalizzati, trattenuti in condizioni pessime, mettendo a repentaglio la loro salute e la loro stessa vita;
se questi temi siano stati o saranno sollevati con le autorità del Cairo e i leader della primavera araba;
come si stia agendo nei rapporti con le autorità eritree, in considerazione anche di questi esiti delle loro azioni di negazione della libertà, specie nei confronti dei cristiani. (5-05399)