MATTESINI e NANNICINI. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
la casa circondariale di Arezzo è interessata da lavori di ristrutturazione dal mese di luglio 2010, di cui è prevista la fine della prima fase per la data 11 novembre 2011;
l'istituto è rimasto aperto con una piccola sezione denominata «accettazione», di 10 detenuti predisposta per l'accoglienza delle persone arrestate nel territorio della provincia di Arezzo, che a convalida avvenuta venivano rimessi in libertà o trasferiti in altro istituto;
il personale è stato impiegato nei servizi di vigilanza dell'istituto e soprattutto presso il nucleo traduzioni in regione Toscana che giornalmente presta supporto agli altri istituti, con impegno che ha raggiunto le 10 ore giornaliere continuative;
in data 4 aprile 2011 è stata disposta la temporanea sospensione di tutte le attività amministrative e penitenziarie da parte del Capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
la motivazione della suddetta sospensione è indicata nella esigenza di ristrutturare non solo la cinta muraria, ma anche i locali interni;
non risultano atti che indichino con chiarezza i progetti, i relativi finanziamenti, le gare di appalto per la ristrutturazione delle celle;
tale atto ha prodotto sgomento e preoccupazione fra il personale, con la preoccupazione di distacco in altre parti del territorio toscano con tempi di permanenza non ipotizzabili, vista assenza di qualunque informazione certa sia dei lavori, che del loro termine;
a fronte della sospensione per ristrutturazione degli interni, si precisa che le celle che si trovano ubicate nella sezione femminile, che è indipendente ed autonoma rispetto al corpo detentivo maschile sono dichiarate agibili;
la chiusura dell'Istituto porta con sé disagi ed aumento di costi; infatti con l'istituto aperto, sia la polizia, i carabinieri e la guardia di finanza della città, sono costretti a portare gli arrestati a Firenze o nelle carceri delle città limitrofe, garantendo nel contempo maggior tempo al controllo sul territorio con le loro pattuglie. La provincia di Arezzo è una delle più vaste di Italia e tra le più popolose della Toscana la chiusura dell'istituto comporta disagio, sia alla città che alle altre zone della Provincia;
la chiusura di Arezzo aumenta il sovraffollamento di Firenze Sollicciano tristemente noto alle cronache per il grande numero di detenuti ospitati oltre il numero consentito;
la chiusura della casa circondariale di Arezzo comporta un serio disagio di molti nonché spese aggiuntive da sostenere da parte della procura, del tribunale, degli organi di polizia giudiziaria per il trasporto degli arrestati a Firenze -:
quale sia il piano di lavoro che ha portato il dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria alla sospensione dell'attività; quali siano i costi e quali siano i tempi di inizio e fine lavori:
se sia stata valutata la possibilità di mantenere la chiusura parziale dell'istituto di garantire l'ingresso degli arrestati, ottimizzando risorse umane ed economiche e di chiudere l'Istituto solo al momento che il progetto di ristrutturazione sia esecutivo e sia certa la data dell'assegnazione dei lavori e la data di fine lavori.(5-04982)