BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:
nel corso della trasmissione Report, andata in onda domenica 15 maggio 2011 su RaiTre, è stato trasmesso un servizio che riguardava alcuni casi molto gravi di irregolarità commessi da giudici amministrativi nell'espletamento delle proprie funzioni;
tale vicenda è stata oggetto di un'interrogazione a risposta immediata in Commissione, la n. 5-04831 del 30 maggio 2011, successivamente ritirata dai proponenti;
nel servizio di Report sono stati denunciati la regolarità del concorso per l'accesso al Consiglio di Stato celebrato nell'anno 2006; il caso del consigliere di Stato, invalido che partecipa alle maratone; il cosiddetto «concorso delle mogli», presieduto dall'attuale presidente del Consiglio di Stato, Pasquale De Lise e vinto dalla moglie del capo di gabinetto del Ministro Tremonti (e prima ancora del Ministro Antonio Di Pietro) nonché allora membro dell'organo di autogoverno della giustizia amministrativa, Vincenzo Fortunato, e dalla moglie di un altro membro dell'organo di autogoverno della giustizia amministrativa, Salvatore Mezzacapo, i quali nella qualità di membri del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, hanno nominato la commissione di concorso vinto dalle mogli;
il magistrato che denunciò le suddette irregolarità, il dottor Alessio Liberati, è stato sottoposto a ben sei procedure disciplinari nel giro di pochissimo tempo;
con riferimento a quanto sopra esposto, il presidente del Consiglio di Stato esercita ex lege le seguenti funzioni (caso unico nel panorama delle giurisdizioni europee), nei confronti del dottor Liberati che ha sollevato la questione:
1) presidente della commissione del concorso impugnato;
2) presidente dell'organo che ha negato l'accesso a parte degli atti del concorso;
3) titolare dell'esercizio disciplinare verso chi ha diffuso gli atti che dimostravano la irregolarità del concorso;
4) parte processuale resistente nel giudizio intentato per l'accesso agli atti;
5) parte processuale resistente nel giudizio intentato per l'annullamento del concorso;
6) presidente dell'organo che giudicherà in ultimo grado sulla regolarità del concorso impugnato;
7) presidente dell'organo che giudicherà sulla procedura disciplinare in via amministrativa;
8) presidente dell'organo che giudicherà in sede giurisdizionale in caso di eventuale condanna disciplinare;
in particolare, per quanto riguarda il concorso per il Consiglio di Stato impugnato dal dottor Liberati, si rileva:
i vari organi della magistratura amministrativa coinvolti nella vicenda hanno rifiutato di consegnare gli atti del concorso impugnato, risultando più volte soccombenti nei giudizi;
l'appello avverso la sentenza del TAR Lazio che, pur non caducando il concorso per il Consiglio di Stato dell'anno 2006, lo ha dichiarato illegittimo, è stato proposto a nome del presidente del Consiglio di Stato, innanzi al Consiglio di Stato, e verrà giudicato dai consiglieri di Stato colleghi dei vincitori ritenuti illegittimi dal TAR;
i consiglieri di Stato ed addirittura il presidente del Consiglio di Stato si sono già espressi in comunicati pubblici in difesa del vincitore del concorso e del meccanismo della cosiddetta «giurisdizione domestica»;
quanto, invece, alle procedure disciplinari contro il Liberati:
l'organo di autogoverno della magistratura amministrativa (il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, presieduto ex lege dal presidente del Consiglio di Stato) ha rifiutato di acquisire i certificati di idoneità agonistica alla corsa del consigliere di Stato invalido-maratoneta, che avrebbero consentito al Liberati di difendersi nel procedimento disciplinare aperto nei suoi confronti per aver denunciato la situazione e, forse, di verificare eventuali ipotesi di reato;
uno dei procedimenti disciplinari a carico del Liberati concerne la trasmissione firmata ed acritica al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa di una lettera anonima recapitata al Liberati, in cui si descrivono gravi condotte che sarebbero state poste in essere da magistrati addetti al Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, ma il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa ha prima rifiutato di accertare i fatti e poi rifiutato addirittura di acquisire alla pratica disciplinare i documenti che avrebbero consentito di verificare l'attendibilità di quanto descritto nell'anonimo;
l'organo di autogoverno della magistratura amministrativa, interessato del tema, ha deliberato di non provvedere alla previsione di meccanismi idonei a garantire la verifica delle appartenenze massoniche dei consiglieri di Stato e, anzi, a seguito di una segnalazione del Liberati circa l'appartenenza massonica (in sonno) di alcuni magistrati amministrativi, ha aperto nei di lui confronti una ulteriore procedura disciplinare in ragione di tale segnalazione;
l'organo di autogoverno della magistratura amministrativa è oggetto di un ricorso pendente innanzi alla Corte europea dei diritti dell'uomo al fine di verificare se abbia violato le libertà fondamentali (libertà di espressione e rispetto della corrispondenza) del magistrato denunciante -:
quali iniziative urgenti ed indifferibili di carattere normativo intenda adottare il Governo per porre fine a quella che appare una sorta di «giurisdizione domestica» dei giudici amministrativi e a quello che secondo gli interroganti costituisce un evidente conflitto di interesse, che è peraltro già oggetto di ricorso innanzi alla Corte europea per i diritti dell'uomo.
(5-04895)