BINETTI e NUNZIO FRANCESCO TESTA. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
la complessità del mondo sanitario con i rapporti quali-quantitativi tra le diverse professionalità è ancora oggi caratterizzata dai rigurgiti dell'antica logica di subordinazione-contrapposizione tra medici e altre professioni (circa 22), di cui gli infermieri sono «magna gens»;
gli infermieri oggi (e non solo loro) hanno laurea specialistica, master di I e II livello, dottorati e soprattutto una enorme esperienza professionale sul piano organizzativo gestionale, che, oltre a razionalizzare il lavoro, crea effettive economie di scala;
in alcune regioni, Lazio incluso, è stato creato un dipartimento di assistenza alla persona, come nell'ASL ROMA/C e al San Camillo, che hanno prodotto risultati oggettivi di miglioramento sul piano del risparmio economico (migliore gestione amministrativa) e sul piano della qualità percepita (sia dal personale che dagli utenti, ossia infermieri e malati, che si sentono più e meglio curati;
il dipartimento di assistenza alla persona nell'ASL Roma/C si propone di garantire risposte di adeguata qualità ai bisogni dei singoli e delle famiglie tramite la personalizzazione e l'umanizzazione dell'assistenza nonché attraverso la garanzia di adeguati standard di servizio caratterizzati da un approccio globale alla persona, nel rispetto delle norme etiche e deontologiche e all'interno di una società complessa e multiculturale. A tale scopo il dipartimento utilizza modelli organizzativi innovativi e implementa la rete territorio-ospedale-domicilio;
inoltre, gli obiettivi prefissati per il futuro del dipartimento di assistenza alla persona sono ascrivibili alla necessità di implementare e riorganizzare l'offerta di servizi per renderli rispondenti alle mutate necessità assistenziali dell'utenza, nel rispetto del piano di rientro economico previsto dalla regione Lazio, attraverso l'attivo coinvolgimento in progetti strategici, formativi ed incentivanti, orientati al miglioramento della qualità e dell'offerta assistenziale dei presidi ospedalieri e territoriali;
si è alle soglie di un profondo e difficile cambiamento nella sanità del Lazio, cambiamento che il dipartimento di assistenza alla persona può contribuire ad accompagnare, garantendo alti livelli di qualità assistenziale per gli utenti;
ora se ne minaccia la chiusura nonostante la regione affermi di voler: a) risparmiare; b) migliorare la qualità assistenziale -:
quali urgenti iniziative si intendano adottare, anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari, al fine di evitare la chiusura dei dipartimenti citati in premessa, di fondamentale importanza per l'area ospedaliera, oltre che per infermieri e ausiliari in essa occupati, impedendo in tal modo di penalizzare gravemente l'assistenza necessaria alle persone ricoverate. (5-04555)