ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04424

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 451 del 23/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: BARBI MARIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
TEMPESTINI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 22/03/2011


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 22/03/2011
Stato iter:
20/04/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/04/2011
Resoconto BARBI MARIO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2011
Resoconto MANTICA ALFREDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
 
REPLICA 20/04/2011
Resoconto BARBI MARIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/04/2011

SVOLTO IL 20/04/2011

CONCLUSO IL 20/04/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Commissione 5-04424
presentata da
MARIO BARBI
mercoledì 23 marzo 2011, seduta n.451

BARBI e TEMPESTINI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

l'Unione europea, nonostante la crisi economico-finanziaria, svolge un ruolo importante nell'ambito della politica di cooperazione allo sviluppo, rappresentando il maggiore donatore a livello mondiale (60 per cento degli aiuti);

le nuove basi giuridiche introdotte dal Trattato di Lisbona definiscono la politica di sviluppo come una delle dimensioni fondamentali dell'azione esterna dell'Unione e, dunque, una componente essenziale della sua politica estera. Di particolare rilevanza è l'entrata a pieno titolo, e per la prima volta nel Trattato, della lotta alla povertà quale obiettivo principale da perseguire (articolo 208 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea). Inoltre, l'espressa previsione di un coordinamento fra l'Unione e gli Stati membri sulle rispettive politiche in materia di cooperazione allo sviluppo e di una concertazione sui rispettivi programmi di aiuto costituisce un momento centrale per l'efficacia delle azioni e il concreto raggiungimento dell'obiettivo (articolo 210 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea). Conseguentemente, gli Stati membri sono chiamati a concordare sia il rispetto di standard quantitativi e l'impegno di risorse, sia l'armonizzazione di procedure e di cornici operative ispirate a principi comuni;

il mutamento dell'architettura istituzionale europea con la revisione delle sue basi giuridiche in tema di cooperazione allo sviluppo è stato accompagnato anche dall'introduzione di nuovi e importanti strumenti, tra cui rileva la cooperazione delegata, un mezzo innovativo finalizzato alla maggiore concentrazione delle cooperazioni nazionali in quei Paesi beneficiari dove più evidente è il valore aggiunto di uno specifico donatore. La Commissione europea o gli Stati membri possono delegare ad un altro Stato membro i fondi per la gestione di iniziative di cooperazione (mediante accordi di delega);

fino ad oggi risulta che la Commissione europea ha siglato 27 accordi di delega per 111 milioni di euro (altri 38 per un valore di 186 milioni di euro sono in corso di finalizzazione) e 12 accordi di trasferimento da Stati membri per circa 80 milioni di euro (altri 8 per un valore di circa 24 milioni di euro in corso di finalizzazione);

per la gestione di iniziative di cooperazione delegata è richiesto uno specifico riconoscimento e, fino ad oggi, risultano essere accreditate dodici agenzie, un dato confermato dal Commissario europeo per lo sviluppo, Andris Piebalgs, in sede di audizione delle Commissioni riunite III-XIV di Camera e Senato del 24 gennaio 2001;

i princìpi ispiratori della cooperazione delegata sono la reciprocità e l'equilibrio tra gli Stati membri fruitori della stessa. Tali princìpi presuppongono un impegno da parte degli Stati membri a trasferire alla Commissione un importo pari almeno alla metà di quanto è già stato ad essa delegato, nonché la garanzia di un'equa ripartizione dei fondi comunitari. Tuttavia, sia il princìpio di reciprocità che quello di equilibrio rischiano di essere disattesi, in quanto sembra emergere un disequilibrio fra «delegation agreements» e «transfer agreements». Allo stato attuale, le maggiori percentuali di fondi delegati sono attribuiti a soggetti che hanno sottoposto le loro candidature per primi - in particolare l'agenzia di cooperazione tedesca, GTZ - a fronte di fondi trasferiti alla Commissione da agenzie e cooperazioni di altri Paesi, come Francia, Belgio e Svezia;

dal rapporto informativo del 31 agosto 2010 della Commissione europea sulla cooperazione delegata, nel contesto dell'attuazione del codice di condotta dell'Unione europea sulla divisione del lavoro e la complementarietà dei donatori, al momento non risulta accreditata alcuna entità italiana. Dallo stesso rapporto emerge l'avvio di procedure per il vaglio di due enti italiani, la Società italiana per le imprese all'estero (SIMEST) e il Ministero per gli affari esteri, e che la conclusione di tali procedure è condizionata dal superamento del processo di audit, cosiddetto «dei 6 pilastri», iniziato alla fine dell'estate 2010. Per poter partecipare alla cooperazione delegata e concordare con la Commissione europea accordi di delega, risulta che la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo - DGCS - abbia istituito allo scopo una specifica Task force interna per il superamento dell'audit, di cui il Parlamento non conosca ancora l'esito;

il nostro Paese, in quanto terzo contribuente netto al bilancio dell'Unione europea in materia di sviluppo e quarto contribuente del Fondo europeo di sviluppo (FES), potrebbe ambire a pieno titolo al riconoscimento di Lead donor, sia per i tradizionali rapporti politico-culturali con determinati Paesi, sia per le competenze e le esperienze maturate nell'ambito di particolari aree tematiche di intervento, finalizzate alla realizzazione di progetti finanziati o cofinanziati nell'ambito della cooperazione delegata;

le potenzialità offerte dalla cooperazione delegata sono particolarmente evidenti e rappresentano un'importante occasione, soprattutto per il nostro Paese, in quanto permetterebbero in una situazione di difficile congiuntura per il reperimento delle risorse in favore dell'APS, di poter indirizzare, coordinare interventi e specifici programmi incentrati sulla riduzione della povertà e su forme di sviluppo democratico e sostenibile, soprattutto in quei Paesi ed aree geografiche che attualmente assumono una speciale valenza strategica, connessa alle priorità della regione dei Balcani e del Mediterraneo, con ricadute positive sia per l'Italia che per l'Europa -:

quale sia lo stato della procedura di audit, cui è sottoposta la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo per l'anno 2011, nonché le ulteriori iniziative fino ad ora intraprese per favorire l'accesso di entità italiane ai relativi fondi, anche al fine di conoscere se, il Ministro degli affari esteri intenda sostenere l'accreditamento di altri enti italiani, per consentire al nostro paese di esercitare il ruolo di donatore leader o di codonatore per i progetti di sviluppo europei.
(5-04424)