BARBATO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:
secondo notizie apparse in questi giorni sulla stampa, diversi Paesi occidentali hanno disposto il congelamento del patrimonio finanziario riferibile allo Stato libico o alla famiglia Gheddafi;
in particolare, nei giorni scorsi gli Stati Uniti hanno congelato beni libici per 30 miliardi di dollari, l'Austria ha disposto il congelamento di 1,2 miliardi di euro, mentre analoghe misure sono state adottate dalla Svizzera e dal Regno Unito;
anche il Governo italiano ha finalmente deciso, con grave ritardo, di affrontare la questione, provvedendo alla convocazione del Comitato per la sicurezza finanziaria presso il Ministero dell'economia e delle finanze, di cui all'articolo 3 del decreto legislativo n. 109 del 2007, presieduto dal direttore generale del tesoro;
il ritardo nell'azione del Governo appare ad avviso dell'interrogante riconducibile al legame privilegiato instaurato tra il Presidente del Consiglio Berlusconi e il dittatore libico, e che appare particolarmente imbarazzante alla luce delle recenti, tragiche vicende;
la questione della presenza in Italia di un ingente patrimonio finanziario riconducibile alla Libia appare estremamente importante per la tutela degli equilibri dell'intero sistema economico-finanziario nazionale, in quanto soggetti libici detengono importanti pacchetti azionari in primarie società italiane, quale, in primo luogo, Unicredit, nella cui compagine azionaria la percentuale riconducibile alle autorità libiche è stata incrementata proprio nei mesi scorsi;
in tale contesto, ed in considerazione dell'estrema incertezza della situazione politica libica, appare particolarmente urgente fare chiarezza sulle reali dimensioni del coinvolgimento libico nel sistema finanziario italiano, in primo luogo a tutela della sua stabilità e dei più generali interessi dell'economia nazionale;
inoltre, sarebbe auspicabile evitare che ingenti somme sottratte al popolo libico dal colonnello Gheddafi possano essere stornate ad esclusivo vantaggio di quest'ultimo e della sua famiglia, invece di essere utilizzate per fare fronte alle esigenze di quella popolazione, soprattutto nell'attuale drammatica situazione;
a tale proposito, occorre ricordare che l'articolo 4 del già citato decreto legislativo n. 109 del 2007 consente al Ministro dell'economia e delle finanze di disporre con decreto, su proposta del comitato di sicurezza finanziaria, il congelamento dei fondi e delle risorse economiche detenuti, anche per interposta persona fisica o giuridica, da Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale -:
di quali informazioni disponga in merito all'ammontare complessivo del patrimonio finanziario libico depositato presso banche o intermediari finanziari italiani, tenendo conto del fatto che non risulta agevole distinguere tra beni di proprietà delle istituzioni libiche (in particolare della Libyan investment authority) e beni direttamente riconducibili al colonnello Gheddafi o a suoi familiari o collaboratori, quali siano le ragioni per le quali si sia atteso fino ad oggi per convocare il Comitato per la sicurezza finanziaria su tale tematica, mentre gli altri Paesi occidentali hanno già assunto misure di congelamento dei predetti beni, e se ritenga di esercitare, con riferimento ai beni della Libia, il potere di congelamento che gli è attribuito ai sensi del citato articolo 4 del decreto legislativo n. 109 del 2007, in particolare per quanto riguarda i beni di cui il colonnello Gheddafi si è illegittimamente appropriato nel corso del suo regime. (5-04303)